È sotto gli occhi di tutti che Giuseppe Conte sta prendendo a sberle il Pd.
Il Pd organizza l’opposizione alla Meloni e Conte la organizza contro il Pd e contro la Meloni.
Un esempio: “Ma le pare che voterò il Mes? Il Mes se lo voterà Meloni. Con il Pd, Italia viva e Forza Italia”.
Un altro esempio: ” Schlein federatrice? Sì, delle correnti Pd”.
Ovunque il Pd proponga propri candidati per le elezioni regionali, i Cinquestelle fanno storie, un giorno per la questione morale (incredibile che questo tema lo sollevino loro che hanno assunto gli ex parlamentari come dipendenti dei gruppi parlamentari), un giorno per i metodi (guai a fare primarie!), vuoi per la calvizie e vuoi per qualsiasi altro motivo, motivato o immotivato che sia.
Ieri La Repubblica, un giornale ormai ridotto a meno di 70mila copie in tutta Italia, cioè 0,001 copia per abitante (solo questo blog ieri ha avuto 16.000 visite, per dare un elemento di confronto) che prova a fiancheggiare il Pd, ha vissuto una giornata drammatica.
In rete Antonio Polito, editorialista della concorrenza, Il Corriere della Sera, ricordava alla Schlein che la Sardegna si sta annunciando come il suo Vietnam, dopo esserlo stato già per Veltroni (che est commente ponne Deus chin su Cuccu) e svolgeva un ragionamento molto simile a quello che stiamo svolgendo qui oggi (l’alleanza del Pd con i Cinquestelle è un suicidio nazionale italiano, ma è irrazionale e masochista in Sardegna).
Su La Repubblica, invece, l’inviato Cappellini raccontava la sua incursione in Sardegna, fatta a gambe unite sui piedi di Soru e della sua coalizione.
Un reportage la cui cifra informativa bislacca è misurabile tutta nei dettagli.
Ne riprendo uno: secondo Cappellini, l’ex senatore Luciano Uras, che sostiene Soru, è un ex parà. Da dove Cappellini ha tirato fuori una colossale minchiata di questo tipo? Non si sa. Luciano è stato ufficiale di complemento dei Granatieri di Sardegna. Ultrasessantenne, quando la Regione Sarda, di cui era dipendente, lo mise a non far niente in un sottoscala in attesa della pensione (e dopo che le toghe rosse di Cagliari gli avevano fatto un processo per peculato per aver pagato la pizza ai partecipanti a un convegno organizzato dal suo gruppo), per vincere la rabbia ha fatto due-lanci-due con il paracadute per sentirsi vivo. E questo sarebbe un ex parà?
Altra malevolenza ridicola. Soru viene sfidato in uno dei suoi incontri a parlare in sardo. Soru ha la fortuna di essere sardofono e quindi naturalmente si è espresso in campidanese, la varietà sarda con la più antica tradizione scritta. Cosa fa il giornale? Fa un riquadro nel quale scrive: “Il fondatore di Tiscali fa comizi solo in dialetto stretto”. Ma chi si pretende di convincere con questi mezzucci? Quale era l’intento, trasformare un alfiere dell’innovazione come Soru in un provinciale leader dell’identità locale, con carzas, ragas, carzones, camisa e zippone?
La cosa è ancora più ridicola perché l’intento epidittico del buon Cappellini non riesce a rimanere nascosto, cioè, mi spiego per lui, è troppo evidente l’obiettivo di convincere i pochi lettori del giornale che fu della bontà della candidatura Todde rispetto alla candidatura Soru. È talmente smaccato che si prova a dipingere la Todde come ‘il Nuovo sintonizzato col Nuovo che avanza’, citando alcune sue frasi relative alla presenza di sardi nel mondo in luoghi di responsabilità, con la consueta e conseguente domanda retorica che solo quelli che non hanno studiato la storia della Sardegna possono farsi: perché sono dovuti andare fuori per realizzarsi?
Come si fa a essere così rozzi?
La Todde usa nei comizi l’espediente del personaggio duplicato: poiché lei è andata fuori dalla Sardegna a realizzarsi, cerca i suoi doppi di successo (di maggior successo del suo) per affermare che l’esterno certifica i migliori. Il problema è che se questo è il criterio, Soru è certamente tra i migliori, posto che dalla Sardegna, cioè ritornato in Sardegna, ha anche recentemente vinto un bando da centinaia di milioni di euro sulle nuove tecnologie. Questo fa la persona che Cappellini ha voluto mastrucare: torna in Sardegna e vince all’estero. Gli esempi della Todde sono invece quelli di chi rimane all’estero o che, come lei, tornano in Sardegna solo quando vengono nominati in ruoli di responsabilità senza averli mai conquistati con il proprio valore. Si chiama lobbismo, non lavoro.
Perché questo attacco gratuito a Soru?
Perché il Pd sta perdendo le elezioni e dunque l’ultimo espediente, alla disperata, è dipingere Soru come un ribelle stizzito che spacca la Sinistra.
Purtroppo, è il Pd che sta commettendo di suo, senza Soru, un errore capitale: anziché cercare di espandersi verso la CGIL, verso Azione, verso il mondo riformista, verso il mondo cattolico allo sbando tra benedizioni confuse e proteste contro i veterinari di famiglia, verso il mondo degli amministratori che si sentono rappresentati più da De Luca che dalla Schlein (che di amministrazione capisce veramente poco), sta cercando l’unità con i populisti, con gli incerti sull’Ucraina, con gli indifferenti agli equilibri di finanza pubblica, con gli azzardati artefici di pericolose derive in politica estera. Ha ragione Bersani: la sinistra non ha soggettività politica e anziché promuover ei percorsi che possono restituirgliela, si impegna con veemenza ad ammazzare chi può portarla a vincere (questa è la malattia del Pd sardo, o meglio, del consiglio dei mullah, quelli in turbante rosso che quando vedono Cabras registrano, per invidia, un riacutizzarsi della colite ulcerosa viola).
La verità è che nel confronto tra i presidenti, Soru è nei sondaggi, davanti a tutti.
Non solo.
Giacché i seggi si distribuiscono sul voto al presidente e Soru su questo non ha rivali, verranno eletti consiglieri anche i candidati nelle sue liste con non molti voti di preferenza, perché il numero dei seggi sarà così ampio da poter essere soddisfatto solo arrivando ai secondi e terzi delle liste più forti e ai primi delle più deboli. Insomma, mentre a candidarsi con il Pd si suda per essere eletti, a candidarsi con Soru si sta bene e si rischia di essere eletti col minor sforzo possibile, perché lo sforzo elettorale vero lo fa lui.
Cosa mi auguro? Mi auguro che la caccia a Cabras nel Pd finisca (questo è stato il vero detonatore della crisi della coalizione, perché la Todde è il papa straniero scelto dai mullah pur di non vedere candidato un potenziale amico di Cabras); che il Pd rompa la dipendenza dai Cinquestelle, che riprenda a fare politica seriamente, senza stizza, senza odi, che ritrovi il filo del pensiero post-autonomistico (molto prossimo all’indipendentismo democratico) che aveva iniziato a tessere. Nel frattempo, sostengo con sempre maggiore convinzione e determinazione Soru.
Paolo, ottimo articolo
All inizio avevo molti dubbi mi sembrava inusuale che si potesse riprendere un treno che era già passato e mi sono permesso anche di comunicarlo a Renato e poi ho cercato di capire anche dalla parte dei pentastellati perché il no alle primarie,perché proprio da loro che le chiedevano anche per decidere cosa mangiare a colazione.Poi ho deciso che,anche se mi costava fatica,e che quando si è “grandi” bisogna lasciare spazio ai giovani,che il rischio era grosso e che i “giovani” in Terra Sarda non meritano un altro tenente Grazia…..così ho deciso che ,per quel poco che posso ancora contare,è meglio tornare a quel sogno che era restato incompiuto per i baroni dei partito che,ancora, pensano solo al loro fondoschiena.Sono passati un po’ di anni ma mi è tornata prepotente quella rabbia che ci vuole qualche volta è questa è una di quelle.
Superfluo dire che condivido quanto detto da Paolo Maninchedda. Renato Soru sta dimostrando nelle sue tante tappe, fatte per temi, una conoscenza delle “questioni sarde”, che non solo la Todde deve ancora dimostrare di avere, ma che in tanti dirigenti del PD, purtroppo non hanno più da anni. Casualmente poche settimane fa ho incontrato un dirigente PD, capo corrente ed ex “soriano convinto”, che mi ha riversato tutta la sua acredine e campionario di insulti contro Soru, che si era permesso di candidarsi, evidentemente rompendo le uova nel paniere a chi, dopo la disastrosa performance del centro destra sardo, pensava di vincere facile, facile.
In realtà l’atteggiamento di Conte che incalza il PD dimostra, se ancora qualcuno non l’avesse capito, che al movimento 5 Stelle, non importa nulla delle elezioni di periferia, meno che mai di quelle sarde, con buona pace della democrazia diretta e della specialità della Sardegna. Le danno per perse, gli unici a non averlo ancora compreso sono i dirigenti sardi e nazionali del PD.
Professore,
nulla trovo di ignominoso se qualcuno ha “tacciato” l’ufficiale di complemento Luciano Uras di ex parà. Io lo sono e vado fiero del mio brevetto. I campi di lancio non sono adatti a chi vuol vincere la rabbia (quella si comprende, ed a volte si domina con la meditazione) lanciarsi col paracadute ti va sentir vivo, reattivo e ridere in faccia all’adunanca morte. Per me lanciarmi col paracadute è stato il salvifico salvacondotto, la panacea del mio inquieto vivere.
È un onore, aver fatto parte degli Arditi del cielo.Tanto dovrebbe esserlo anche per l’Ufficiale Luciano Uras.
Professore,
nella Sua epica di innalzare Soru sopra gli scudi, menziona il campidanese, come
“variante sarda” quale lingua più antica di tradizione scritta.
Professore,
dimentica il “Privilegio Logudorese” documento conservato negli Archivi di Stato di Pisa, considerato la più antica testimonianza scritta in Lingua sarda.
P. MANINCHEDDA
Medievo latino e sardo in Sardegna.
Nuova edizione ampliata, riveduta e corretta.
Cagliari, 2012.
Grazie et Felicità.
(cresciuto a pane e la Repubblica; poi, sono guarito) Oltretutto, occorrerebbe realizzare come – per affermarsi – a nulla serviranno gruppo L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna. Il tracollo di vendite, ascolti, capacità di star sulla bocca della gente appare evidente, irrimediabile (passientzia). La comunicazione viaggia per altre vie. Quanto è stato bello, nor-ma-le, vedere Soru esprimersi nella nostra lingua nazionale – ragionare su alcune ”keywords, oe si narat aici” – s(h)fidato, soprattutto sospinto dal vero incubo di questa classe ”regionale” (sempre in termini dispregiativi): un nutrito gruppo di ragazze e ragazzi capaci, volitivi, rientranti in Sardinnia per riprendersi quanto loro appartiene. Radici, sogni, progetti da incardinare qui, costantemente aperti al mondo. E non saranno certo attacchi scomposti o articoli venati di razzismo ad arrestare tutto questo… Ànimu!
Ci vediamo il 12 a Macomer.
Una follia alla io speriamo che me la cavo, Ormai è sempre più chiaro che il matrimonio per la Sardegna tra PD e 5stelle celebrato nel municipio di Roma alla presenza di pochi invitati, registra un numero bassissimo di mi piace… E per fortuna! se fosse riuscito Conte avrebbe sottomesso il PD sino alla definitiva sparizione di un partito dove la Segretaria è stata eletta dai non iscritti…
Un partito incapace di riconoscere, far emergere, ascoltare, tutelare e condividere i veri interessi di una collettività con una strategia di lungo termine e tattiche adeguate nel breve è destinato a scomparire. Il PD ha lavorato all’autodistruzione con encomiabile perseveranza. Spesso le persone capaci sono state ostacolate, escluse o messe ai margini e sono rimaste inascoltate come delle cassandre, mentre il partito seguiva le sirene del potere. I Cinquestelle non sono altro che un nuovo strumento per finire di mandare al macero un partito con sempre meno radicamento e sempre meno ragione di esistere.
In molti sostengono, che gli Elkann abbiano acquistato Repubblica per gestire la comunicazione e rendere socialmente accettabile la cessione della FIAT ai francesi. Tale ipotesi non pare priva di fondamento. Una volta che il nuovo gruppo troverà il suo assetto definitivo gli investimenti editoriali saranno probabilmente liquidati. D’altronde dei giornali in caduta libera con le vendite non possono garantire la redditività di impieghi alternativi.
In ogni caso che i giornali siano spesso uno strumento del capitalismo finanziario non stupisce. Ma nel momento in cui chi ci scrive si schiera in modo sfacciato e maldestro qualche interrogativo è necessario.
Come mai i giornali del capitalismo finanziario appoggiano Todde e sono in sintonia con il PD? c’è una corrispondenza di amorosi sensi, evidentemente. Come mai il PD, sempre più un Partito Defunto, l’erede del più grande partito comunista occidentale e del cattolicesimo di sinistra, è diventato così in sintonia con i vertici della finanza mondiale e allontanandosi così tanto dal proletariato e dalla cultura popolare? probabilmente ha confuso l’internazionalismo con la globalizzazione, la politica con il potere, l’impresa con la finanza, l’economia di mercato con il liberismo.
Todde dovrebbe prendere le distanze dagli insulti rivolti a Renato Soru per aver parlato in Sardo, visto che sono insulti a una lingua con mille anni di storia e il bilinguismo è sancito dalla legge e dal sentimento di molti sardi. Quanto meno anche lei dovrebbe presentare in sardo il suo programma, parlando per mezz’ora. Lei che è andata fuori ed è studiata. Se Soru è davanti, probabilmente lei è in ultima. A quel punto ci sarebbe una domanda. Lo sa che il candidato presidente che arriva terzo non entra in consiglio? Ha dichiarato che, in caso di sconfitta, si dimetterà comunque da parlamentare, sicura?
Purtroppo per il PD, Piero Comandini è stato un buon amministratore locale e un onesto consigliere regionale, ma come politico è irrimediabilmente gregario, abituato com’era a fare il disciplinato militante nella corrente di Graziano Milia. Senza l’antico capo deve sentirsi perso. La fissazione frontista di Elly Schlein, peraltro, come tutti i mediocri politici, piuttosto autoritaria nel comando come la sua “gemella diversa” Giorgia Meloni, ha fatto il resto. Intanto, il flebile cappello indipendentista che la Todde, espressione del super-centralista M5S, si era messa in testa imitando anche qualche slogan altrui è volato via coi ragazzi di Liberu, abili nel vedere il bluff grillo piddini. Ci resta la pena di vedere personaggi autoreferenziali declamare il panegirico della Todde dopo aver detestato e criticato a tutto tondo i grillini. Ma per qualcuno la dignità è un optional.
I 5s stanno riuscendo a portare a termine il loro progetto, perlomeno qui in sardegna; senza allearsi al pd si sarebbero suicidati al primo tentativo di buttarsi dalla finestra del 4 piano…invece hanno convinto quei tonti dei dirigenti pd ad andare al 4 piano e senza paracadute. il pd sardo si sta disgregando, molti candidati di valore stanno andando con soru, non per conveninenza, ma perchè ci credono. il pd in alcune province ha difficoltà a fare le liste o le sta facendo con candidati meno quotati, i quali hanno scelto di spendere soldi e tempo per fare quoziente ai soliti noti…ritiratevi finchè siete in tempo…fate fallire quei dirigenti interessati esclusivamente al loro tornaconto…altro che vietnam…dopo queste elezioni per il pd sarà mururoa…unico risultato sarà infilare in consiglio più consiglieri dei 5s (riusciranno nel loro progetto di affossare il pd), meno del pd o quasi zero…ora mi domando… ma ce l’hanno un cervello per ragionare questi signori? ma perchè mi faccio domande stupide…vadano al 4 piano…a piedi..