Riepiloghiamo.
Le primarie I Progressisti hanno avvisato il sistema politico sardo che la legge elettorale della Sardegna, una legge, dunque, non micio micio mao mao, la legge che disciplina una delle attività più delicate che ci sia, il voto, prevede che i candidati alla presidenza siano scelti con il metodo delle primarie.
Quale è la reazione del Pd e dei Cinquestelle a questa utile segnalazione?
Impedire che la disciplina di dettaglio dell’istituto delle primarie possa essere discussa subito dal Consiglio in modo da celebrare le primarie anche prima dell’imminente voto del marzo 2024. E infatti ieri Pd e Cinquestelle si sono opposti a che la leggina di attuazione venisse iscritta all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio.
Con quali argomenti? Sentite qua. I Cinquestelle dicono che il clima non è sereno per discutere questa legge.
C’è da ridere.
Chi non è con i Cinquestelle altera il clima Qui basta una civile discussione su questioni essenziali per la libertà dei sardi che, chi non è abituato alla democrazia regolata dalle leggi parli di clima alterato. Direi che per i Cinquestelle il clima è alterato ogni qual volta qualcuno dissente dalle loro opinioni.
Il Pd si fa i fazzi suoi Il Pd, invece, per bocca del suo capogruppo, dice che ormai non c’è più tempo (oggi basta un’App ben fatta e un po’ di seggi in giro per la Sardegna e si farebbero le primarie in un giorno in tempi rapidissimi e con certezza di una testa-un voto). Certo, in questi cinque anni il Pd è stato impegnato in una durissima opposizione che ha portato i consiglieri regionali a sudare per il lavoro, a impegnare i commessi del Consiglio a portar loro asciugamani a giumelle per pulire le fronti imperlate per la fatica dell’opposizione. Peccato.
Peccato che io l’opposizione l’abbia fatta davvero e so anche chi l’ha fatta e chi no e il Pd, se l’ha fatta, l’ha fatta male, l’ha fatta con la logica dello scambio, aumentandone o diminuendone l’intensità a seconda degli emendamenti concessi dalla maggioranza nelle discussioni delle finanziarie e dei collegati. Cinque anni di galleggiamento consiliare col motore al minimo e l’utilitarismo al massimo e adesso una bella ricandidatura complessiva a tutti gli uscenti, questa è stata l’opposizione Pd.
È vero, questo Pd non ha tempo per la Sardegna e per le sue leggi, è troppo occupato a farsi i fazzi suoi.
Grafica elettorale tra sacro e profano Ho approfondito molto le tesi dell’on. Todde sull’energia e ne darò conto nei prossimi giorni. Domenica, però, sono stato colpito dalla grafica dell’evento nuorese della candidata imposta dai Cinquestelle al Pd e da questi caricata a forza sugli elettori sardi. Mi piace guardare i simboli, decodificarli, capire chi c’è dietro e cosa c’è dietro.
Questa la locandina di domenica.
Quando ho visto le linee convergenti verso il punto di fuga, misticamente nascosto dietro lo slogan (che è stato coniato da Mauro Pili, verso il quale la candidata ha un debito di copyright) ho pensato: “Mi ricorda le tende parasole di un tempo”.
Ne ho dato, dunque, una lettura severa, come di una grafica di scarsissima originalità, con una sola eccezione.
Il pubblicitario in un punto è stato fine.
Se avesse scritto: “È il nostro momento”, avrebbe coniato uno slogan elitario, richiamando l’attenzione degli elettori sull’elite politica che si sta interamente ricandidando e riproponendo con la candidata Todde e che avrebbe dichiarato senza pudore di badare ai fazzi suoi fino a dire che il momento è loro e non nostro.
Se avesse scritto: “È il momento di noi”, l’effetto sarebbe stato ancora peggiore.
Invece, con “È il momento del noi” l’evocazione è equivoca e vale per tutti, per loro che si ripropongono in blocco con cinquantamila legislature e per noi che speriamo in gente più laboriosa. Bravo! Il popolo è gabbato con eleganza.
Dopo questo banale esercizio ermeneutico, però, mi rimaneva qualcosa di inespresso.
Ero certo che quelle linee convergenti non avessero origine nelle tende parasole del Poetto. Ne parlo con una collega della mia facoltà e scopro che lei aveva risolto l’arcano: “Viene dalle immaginette dei santi”, mi dice, “te ne mostro una”.
Eccola qua.
Adesso i conti tornano.
Chi ce l’ha più largo? In linea di massima possiamo dire che La Nuova è spudoratamente schierata con la Todde nella proprietà e nella Direzione, ma non nella Redazione; L’Unione dipende dai giorni, ma da un po’ sembra essersi messa alla finestra, in equilibrio. I due giornali sono in mezzo a una tempesta perfetta che capiscono solo quelli di sinistra-sinistra, che però non sono pochi.
Il tema del contendere è indicare agli elettori chi ha rotto l’unità della coalizione progressista, perché a sinistra-sinistra, da che mondo è mondo, chi si separa dal corpo santo della chiesa rossa è colpevole, come gli eretici – un tempo – per i cattolici.
I Progressisti hanno dalla loro la verità delle cose.
Chi ha rotto tutto è stata la scelta del Pd di privilegiare a ogni costo l’alleanza con i Cinquestelle, ma il Pd sta cercando disperatamente di far dimenticare questo fatto, invitando a mediare sul programma posto che sul potere è tutto fatto (da loro e per loro).
Ovviamente i Progressisti tengono il punto e questa querelle andrà avanti fino alla presentazione delle liste.
In realtà, ormai, si stanno confrontando due progetti politici e due coalizioni.
Una è romana, definita e chiusa, quella della Todde. Ha sette liste con sé: Pd, Cinquestelle, Rosso-verdi, Orizzonte Comune, Forza Paris, Socialisti e Base. Il perimetro è chiuso, perché la presenza dei Cinquestelle non consente di aprire all’area moderata. È romana per la sua origine e per il suo destino: funge da laboratorio politico dell’alleanza nazionale italiana tra i due partiti e ha assunto ormai un peso nella politica nazionale non banale, tale da essere, in ragione della certa sconfitta, una brutta gatta da pelare per la Schlein, come ha osservato ieri il quotidiano Domani.
L’altra è sarda, interamente sarda, quella di Soru. Ha in itinere otto liste: Progressisti, Progetto Sardegna, + Europa-Upc, Liberu, Sardegna chiama Sardegna, Rifondazione comunista, Azione (che sta facendo i suoi congressi), e Italia Viva (la posizione di Renzi è molto lontana dalla Todde e non mi pare di simpatia per Solinas), con un outlook positivo di apertura ai moderati (Riformatori ? Se Soru chiude con i Riformatori ha la certezza di vincere le elezioni) se il candidato della Destra sarà, come sembra, Solinas. La caratteristica principale di questa coalizione è che è ancora aperta, che ha possibilità di espansione ulteriore, e che non può che essere intimamente sarda, ma anche di essere pluralisticamente sarda, cioè di essere costretta dalle circostanze a trasformarsi in una sorta di Costituente per la Sardegna con novità di pensiero, contenuti, strumenti e metodi che potrebbe riuscire a portare a sintesi il primo autonomismo col secondo e con l’indipendentismo democratico. C’è più aria qui che altrove.
In ogni caso, il campo di Soru è più largo.
È mai possibile che tutto si riconduce a una questione di metodo ? Forse non per gli addetti ai lavori, ma questo è quello che passa al 99% delle persone …. Poi in definitiva dopo questi ultimi cinque anni di passione alla gente interessa voltare pagina e delle primarie non gli importa nulla , al massimo vengono viste come un vezzoso gioco di potere … Badate bene, cari Soru , Todde , e probabilmente Milia ( 🤦🤦) avete una grossa responsabilità , state giocando con il futuro dei sardi e del centrosinistra , perché se queste elezioni , malauguratamente dovessero riconfermare il centrodestra al governo della regione Sardegna vi dovrete nascondere dalla vergogna ….
Professore, si é scordato che alla coalizione con Soru hanno aderito anche IRS e Progres insieme a Sardegna chiama Sardegna.
@ SSE Potrà sembrarle strano, ma io e Sedda non ci guardiamo in cagnesco. Il suo livore non trova alimento dai nostri rapporti.
Prof.,non so se ha avuto modo di sentire la segretaria del pd ieri da berlinguer…esilarante la sua contraddizione sulle primarie a domanda di a.chirico quasi quasi è meglio di meloni and c.(sigh),e poi finalmente renzi sul riformista fa un bel editoriale sulle primarie e parla di Sardegna.saluti
Non nascondo che oltre a quanto sostiene il titolare del sito, mi piace tornare qui per leggere i commenti di Marius.
Una gente una limba una terra
In is séculos tenta a cadenas,
Irdorruta de ungas angenas
Bogat cara a su mundhu avilida.
Pesa! E bae in sa lughe a sa vida,
O Natzione de numen Sardigna: Beridade prus santa e prus digna
Est chi líbbera sigas e sias!
Fortza paris e totus unios
De is Sardos sa mente e is coros:
Sa bandhera de is Bator Moros
Est s’idea, sa lughe, sa ghia!
O Sardigna donosa e galana,
Pinzellada de manu divina,
A giardinu ti peses de istima
Cun is Pópulos totu in sa paghe!
Chi si cumprat de s’Umanidade Cudh’ispera de méngius destinu
Totu paris faendho camminu,
No prus gente cracada, oprimios!
Cantos Sardos gherrandho sunt mortos Po onorare sa Pàtria nadia
Torrent bios un’àtera bia
Po si giare virtudes d’eroe!
Fae crèschere, o Sardu de oe,
Cudhu semen de frades tesanos:
Su destinu est iscritu in is manos
Si dhu’at bonu sentidu in is coros!
È simpatico osservare il gatto e la volpe (PdS e a Innantis) guardarsi in cagnesco dopo avere governato insieme per un triennio. Risulta – francamente – maggiormente scandaloso però riconoscere tra le fila dei proni al M5S di Roma proprio quell’indipendentista della prima ora che era tal Sedda: che coerenza ragazzi! Se vincera Todde, la Via della Seta passerà da Casteddu (o da u’paise).
a proposito di prepotenza…un uccellino mi ha raccontato che ieri nella direzione regionale del pd è stato approvato un regolamento contro lo statuto, praticamente a partita già iniziata, dove i consiglieri uscenti possono candidarsi tutte le volte che vogliono senza limiti…come ho già detto a questi non interessa assolutamente vincere, è inutile continuare con discussioni tipo ha ragione soru o a ha ragione comandini (un cognome tutto un programma, veramente appropriato) interessa raggiungere quoziente alle spalle di portatori d’acqua o meglio sostanza marron…e farsi rieleggere, il 27 del mese arriva il bonifico sostanzioso…sempre l’uccellino dice che c’è molto malcontento e che molti se ne guarderanno bene di candidarsi per andare a sconfitta certa e non essere eletti, spendendo soldi e molto tempo in campagna elettorale senza convinzione di sostenere un candidato che non suscita nessun entusiasmo…nessuna emozione..nessuna convinzione… che bello sarebbe vedere qualcuno rimanersene a casa e cercarsi lavoro o chiedere agli amici 5 s il reddito di fannullonanza…
Buongiorno, trovo che l’idea di unire i movimenti autonomisti sia una urgenza a portata di mano. Chi ci crede può impegnarsi perché sia vincente.
Diamoci da fare perché la Sardegna esca dal sottosviluppo, perché si arresti il fuggifuggi dei ragazzi (curioso che in Italia non esista un sinonimo forte di significato – ragazzo uguale garzone, giovinotto…).
Cerchiamo di vincere la pigrizia, assegniamoci un compito, facciamo la nostra parte, riportiamo alle urne almeno una persona o più, parenti, amici, conoscenti. In bonora.
@ Paolo Sono trascorsi giusto 75 anni dall’approvazione dello Statuto. Eppure resta largamente inattuato. Il problema non è quando ci si accorge di attuare le leggi, ma decidere di farlo.
Sono trascorsi oltre 7300 giorni dall’approvazione della legge statutaria, alcuni dei consiglieri che propongono l’approvazione della legge delle primarie a meno di 90 giorni dal voto, gusto un “dubbio* come mai non l’hanno prima?
Pare evidente la necessità che sa Sardinnia abbia un’opposizione nella sua più alta istituzione, il Parlamento Sardo. Contestualmente – sulle ali dell’entusiasmo, perché no -, che si faccia partito della Nazione Sarda. Stavolta con tutti i crismi, possibilmente senza unti del Signore al suo interno. In una condizione simile, non ci sarà 36 a 24 che tenga (pure meno). Forti in Aula, fortissimi fuori.
@ Michele Non capisco. Soru ha continuato a predicare l’unità delle forze in campo, ma ha proposto come metodo quello previsto dalla legge e dallo Statuto del Pd. Chi ha torto, chi sta alle regole o chi le viola? Sui movimenti 0,0. Accetto la sfida. Vedremo quante sigle faranno risultato col Pd. Intanto va registrato ciò che ho detto: la coalizione della Todde è una coalizione molto più ‘romana’ di quella di Soru. Sono sempre più due progetti diversi. Quanto a Italia Viva, per quel che riguarda me, preferisco Renzi a chi applica le regole democratiche sempre agli altri e mai a se stesso. Rassegnatevi. Avete perso per prepotenza.
Ma Soru che nel 2014 faceva appello alla compianta Michela Murgia per l’unità delle forze in campo, oggi, con quale credibilità cerca di apparire come il salvatore della patria. Forse Chiedendo le Primarie e non facendole per candidarsi comunque lui, in un campo molto più stretto di quello che possa apparire. Solo per citare Liberu e Upc, oggi non hanno neanche un consigliere comunale in alcun comune della Sardegna. Valgono lo 0,0+.
Addirittura Italia Viva con Renzi che ha un assessore nella giunta Solinas, e Sanna ex Sindaco di Telti che tutti farebbe tranne che andare con Soru.
Mi sembra di sognare.
Da giovane studente che faceva campagna per l’elezione del Consiglio di Istituto della sua scuola e doveva sottoporre i cartelloni propagandistici al visto del preside, ricordo che il mio capo d’istituto dell’epoca, un democristiano bonario e tollerante, ma antifascista fino al midollo, mi aveva bocciato un cartellone dove usavo il “NOI” riferito alla nostra lista perché secondo lui era un’evocazione fascista. Non avevo capito bene, ma forse lui la sapeva più lunga di me. Comunque, il NOI usato da Todde & Friends mi ha destato, chissà perché, la stessa impressione che ebbe allora il mio preside.
Ma la situazione non si sa se sia tragicamente prefascista o semplicemente bizzarra, come suggerirebbe il fatto che l’ineffabile Efisio Arbau, già nel PD, già nella maggioranza Pigliaru con “La Base” (recentemente rifondata col concorso di Roberto Capelli e del citato Claudio Cugusi), organizza a nome di tale vecchio/nuovo partito per domani al Caesar’s Hotel, un dialogo sul tema “perché dividersi”? #megliouniti, come da link. Peccato che si tratti dello stesso Efisio Arbau che, dopo aver tentato invano di farsi eleggere in Consiglio Regionale come sardista, è stato per due anni almeno capo di gabinetto di Gabriella Murgia, che al di là delle sue vicende giudiziarie era persona di assoluta fiducia di “Salvinas”.
Forse confidano nel fatto che la memoria storica della gente, mediamente, è purtroppo inferiore a quella di un criceto.
Quanto alla Schlein, voglio sperare che le elezioni sarde, come per Veltroni, sanciscano la sua scomparsa dalla scena politica. Auspicabilmente non grazie a una vittoria del centrodestra.
Sentirsi la Madonna e credere nei santi.
Caro Paolo, Vada a vedere questo sito https://www.snam.it/it/home.html e mi dica se anche lei avete pensato la stessa cosa
La mediocrità della Schlein (lo dico con rammarico), ha portato il PD a una pressoché totale comunione di amorosi sensi, con i 5 Stelle.
La Segretaria, è di fatto una grillina mancata: nella semplificazione dei problemi complessi, la banalità degli slogan massimalisti, il suo argomentare per schemi scontati.
In questo vuoto cosmico della sinistra, conta dunque solo la conta dei voti e l’ex partito (pardon, Movimento), di Grillo, può assicurarglieli, o assicurarseli, che mi pare più corretto.
Sulla caratura politica della Todde, che dire?
Il suo peccato originario è nel partito (cioè, volevo dire Movimento), che rappresenta: un’aporia, della logica, un ossimoro del buon governare.
@ Ettore No Ettore, io non l’ho solo guardato negli occhi, ma ho anche discusso pubblicamente con lui e se torni indietro a leggere i miei articoli, ne troverai più d’uno che contesta quella scelta. Il fatto che io lo sostenga non significa che la pensiamo allo stesso modo su tutto. Quanto al Partito dei Sardi e alle Primarias, io le volli con molta determinazione per offrire al Pd una via di uscita, il Pd la rifiutò. Oggi i Progressisti sono sulle posizioni del PdS di allora e a me non pare poco.
Recentemente ho sentito Renato Soru dire che nel 2019 non sono state fatte le primarie perché Massimo Zedda era l’unico candidato.
Dal Segretario del fu Partito dei Sardi mi sarei aspettato un bel articolo tuonante. Ma niente, lei l’ha “guardato negli occhi” e va tutto bene