Ieri, l’Ufficio stampa del Coreano ha trionfalmente annunciato che l’Argea sta pagando venti milioni di euro agli agricoltori e pastori sardi. Questa la dichiarazione di Kim: «Un inizio d’anno molto positivo – è il commento del presidente della Regione, Christian Solinas – che certifica l’ulteriore progresso fatto nell’accelerazione dei pagamenti per i nostri agricoltori, che hanno bisogno di tempi rapidi di erogazione».
Siamo di fronte a due possibilità: o a furia di dire balle nell’Ufficio stampa della Regione si è perso anche il contegno e si è giunti a dirle credendoci, cioè senza accorgersi di dirle, oppure c’è un disturbo cognitivo e si prendono i ritardi per cavalli a dondolo.
Diciamo le cose come stanno: la Sardegna è una delle Regioni d’Italia più indietro con i pagamenti della Pac. La norma dice che dal 16 ottobre gli organismi pagatori dovevano erogare gli acconti sulle domande Pac 2021 e dal 30 novembre i saldi. Siamo a marzo.
La Regione Sardegna ha fatto dunque così: ha iniziato a erogare gli acconti a novembre dicembre, dandone alcuni anche a gennaio. E adesso annuncia con orgoglio di aver iniziato a erogare i saldi con tre mesi di ritardo rispetto alla data indicata dalla norma.
Come faccia un Presidente di Regione a vantarsi di essere clamorosamente in ritardo è impossibile a capirsi. Ma mi stupirei molto del fatto che i pastori, dopo l’esperienza della solenne presa in giro di Salvini del 2019, siano ancora disponibili a farsi gabbare dai parolai.
Il fenomeno è rubricato nei manuali di psichiatria: dicesi “mitomania”