Nei giorni scorsi è stata diffusa questa lettera aperta dei Pastori Sardi.
Al di là della genericità della sigla, accompagnata però da una firma chiara e vera, la novità è che la lettera è scritta da tecnici competenti e che dice cose molto gravi per la Sardegna.
In buona sostanza si scopre che a gennaio è stato varato il nuovo Piano di Sviluppo Nazionale della Politica Agricola Comunitaria (PSN/PAC). Si tratta del perimetro generale che distribuisce su diversi assi le risorse dell’UE per l’agricoltura.
Questo piano non nasce dal nulla, ma viene pubblicato dopo una lunga fase di concertazione che avviene ai tavoli del partenariato, ai quali partecipano anche le Regioni.
Ebbene, i tecnici dei pastori sardi, che finalmente comprendono che il sapere fa più del potere del camioncino della Coldiretti, hanno scoperto che non è previsto alcun premio per il benessere animale per il settore ovi-caprino per gli anni 2021-2027; mentre è previsto che siano erogati premi per il pascolo brado di maiali e vitelli, non vi è nulla per le pecore. Stima dei soldi persi: 133 milioni di euro.
Non solo. I tecnici hanno finalmente capito ciò che stiamo denunciando da anni, e cioè che un’azienda sarda dello stesso settore e delle stesse dimensioni di un’azienda italiana percepisce meno aiuti europei di quest’utlima (circa la metà). Ciò accade per errori e distrazioni gravi del passato divenuti prassi.
Ora la domanda è: dov’era l’assessorato all’Agricoltura nei tavoli del partenariato? Era presente e non diceva nulla o non c’era del tutto? Questo è il punto: l’ignoranza del potere o l’ignoranza al potere, che è la stessa cosa.
I pastori, poi, fanno notare una cosa semplice e chiara: il mondo dei piccoli comuni è legato al mondo delle imprese agricole (ma questo i sindachetti in giubba non lo sanno o non lo vogliono sapere, e pensano che invece la sopravvivenza dei loro borghi dipenda dai rifacimenti annuali dei marciapiedi grazie all’abbondanza del Fondo Unico). Difendere le aziende agricole sarde significa difendere insediamento e paesaggio (dovrebbero capirlo anche i tanti nuovi esperti di sviluppo rurale che immaginano di farlo al netto del mondo agricolo e solo con la leva turistica).
Ora, mentre i tecnici dei pastori cominciano a denunciare l’ingiustizia enorme dell’esclusione del settore dell’ovi-caprino dal benessere animale (133 milioni di euro in meno in Sardegna) e della sperequazione tra aziende sarde e aziende italiane, i sindaci sardi hanno pensato bene, con un emendamento alla finanziaria discusso in fretta e per ultimo, di aumentarsi lo stipendio più di quello dei loro colleghi italiani. Infatti, l’adeguamento degli stipendi dei sindaci sulla base di quello dei presidenti della regione è stato definito nella Finanziaria nazionale 2022, ma non contenti di questo, i sindaci sardi si sono fatti un aumento tutto loro, per cui se un sindaco di un comune italiano sotto i tremila abitanti prenderà il 16% della retribuzione del Presidente della Regione, quello di un comune sardo prenderà il 21%. L’emendamento è stato giustificato per i costi aggiuntivi delle riunioni a S’Appikkoniu.
Chiedo scusa Prof. Maninchedda, non è esattamente come descritto nell’articolo e nella lettera. La nuova PAC, all’Ecoschema 1 – Benessere Animale, prevede il pagamento di euro/UBA 60,00 per gli ovicaprini. Questo andrà a comporre parte del nuovo Premio Unico Aziendale insieme al Sostegno Base (euro/ettaro 174,00), al Pagamento Redistributivo (solo per piccole aziende) ad altri Ecoschemi ed al Sostegno Giovani (50% del Sostegno Base fino a 90 ettari di SAU). Credo che con la Nuova PAC ogni imprenditore dovrà fare una seria analisi della situazione aziendale attuale cui fare seguire una altrettanto seria programmazione futura per inserirsi in almeno altri 2 o 3 Ecoschemi (anche piuttosto remunerativi come per es. l’ES4 che prevede un premio di euro/ettaro 110,00). Vorrei aggiungere che il limite al valore dei titoli di 2000 euro/ettaro (oggi ci sono aziende – non in Sardegna purtroppo – dove il valore di 1 titolo = 1 ettaro, arriva a 25000 euro/ettaro e fino a 40000 euro/ettaro e non inferiore a 174 euro/ettaro al 2026, con il meccanismo della convergenza, può consentire di garantire una adeguata remunerazione alle aziende agricole per i servizi resi.
Cordialmente, GD
Scusa Paolo, qui il tema non è che i sindaci siano retribuiti, ma che alcuni lo siano più degli altri, in Sardegna, e che quelli sardi siano più retribuiti degli italiani. Io ho conosciuto diversi sindaci di paesi montani e rurali d’Italia e ti assicuro che vivono situazioni finanziarie e logistiche meno floride di quelli sardi. Ragioniamo sul giusto. L’impegno politico non deve divenire una rendita finanziaria. Bene gli stipendi, non i privilegi. Io da consigliere regionale ho votato la legge che ha dimezzato i compensi. Forse bisognerebbe continuare a cercare un giusto equilibrio in modo che la politica, che è una scelta, sia sempre libera dal bisogno ma non venga assimilata a una normale professione retribuita.
Buongiorno, leggo costantemente i tuoi post che trovo molto interessanti, puntuali e pertinenti.
Ti assicuro per conoscenza diretta che i SINDACI che descrivi sono una piccola minoranza, la maggior parte ha a cuore la sorti del tessuto produttivo agro zootecnico, ed è quotidianamente impegnata a cercare di dare risposte sui problemi (sono tanti) che affliggono le nostre piccole comunità, dove anche cercare di riparare una buca o un marciapiede diventa una corsa ad ostacoli, e il Fondo Unico il più delle volte viene eroso dai tantissimi servizi che bisogna offrire ad una popolazione sempre più vecchia, altrimenti abbandonata.
Dove fare il medico, psicologo, addetto al cimitero….e cento altre incombenze è la quotidianità.
In mezzo a tutto questo c’è il sindaco del paesello, quasi sempre o da solo o con pochissima compagnia (non sarà un caso che sempre in più comuni non presentano liste di candidati) che si vede anche escluso dagli adeguamenti di indennità previsti dalla Legge nazionale che tu citi.
Concordo che ci sarebbero storture da correggere (Iglesias più di Quartu) ma se per un volta il consiglio Regionale prende una posizione coraggiosa nei confronti del Governo centrale, ben venga.
Con affetto Paolo Ledda
Bella e forte s’immagine, pius da calesisiat discursu: concas de ainu elevadas a sa potenza ‘e tres e faccias de culu elevadas a sa potenza ‘e deghe. Bravu Paulu!