Continuiamo a fornire una lettura divergente dei fatti che l’attualità politica produce, sperando in questo modo di concorrere a formare uomini politici nuovi e sempre più adatti alla funzione di cui la Sardegna ha più bisogno: il Governo.
Ieri La Nuova Sardegna ha promosso su Facebook un confronto in diretta tra l’Assessore e la Coldiretti sui temi dell’agricoltura. I dati utilizzati sono quelli pubblicati da noi. Nessuno li ha contestati. Ne consegue che il Partito dei Sardi sta svolgendo una funzione di conoscenza e di tutela degli interessi legittimi degli allevatori che nessuno sta svolgendo. Continueremo a farlo, ma le domande restano tutte lì, irrisolte: come si intende far recuperare al sistema delle imprese sarde i 22 milioni di euro direttamente sottratti dal refresh al sistema Sardegna? Cosa si intende fare per gli allevatori di vacche, scomparsi dal novero degli allevatori sardi? Come si intende garantire pagamenti tempestivi dei premi in modo da impedire che le imprese si indebitino nei periodi di flessione del prezzo del latte? Chi ha la responsabilità dell’eccessivo numero di domande finite in anomalia? Come difendere le imprese che utilizzano terre sottoposte a uso civico o terre pubbliche in concessione dalla rinnovata burocrazia? Chi ha verificato quali misure hanno funzionato e quali no per l’aumento del prezzo del latte (noi lo stiamo facendo e i primi risultati dicono che gli interventi assistenziali oltre che mettere nei guai le imprese che finiscono nel campione poi sottoposto a controlli, non generano effetti economici significativi)? Cosa si intende fare dell’Aras?
Grandissimo imbarazzo dei partecipanti quando il giornalista ha posto le domande sullo sciopero elettorale dei pastori. Tutti in difficoltà. Perché? Perché non si riesce a avere una forte coscienza nazionale della e sulla Sardegna, al punto da concepire una forma di dissenso civile rispetto a elezioni politiche che stanno parlando di tutto ma non della Sardegna.
Il grande assente dalle elezioni è la Sardegna; il grande problema rimosso è la crisi finanziaria del mondo agropastorale sardo.
Passiamo ad altro.
Avantieri la mitica Corte dei Conti (qui trovate il Piano della performance che vi dice di quale mostro burocratico stiamo parlando) ha criticato in modo sommario e a tratti arbitrario il bilancio 2016. Raffaele Paci ha preso carta e penna e, sebbene in felpati modi curiali, ha fatto il professore e ha ricordato alla Corte dei Conti che i giudizi sommari rivelano intelligenze sommarie, perché i risultati limitati nel bilancio regionale dipendono largamente dalla normativa statale e i successi dipendono invece da un grande sforzo dell’Amministrazione e della Giunta sarde che nella furia sommaria del giudice di Stato non è stato né colto né capito. Ecco la lettera.
Infine, una sfida.
Sfido chiunque a trovare da qualche parte lo stipendio dei nuovi dirigenti di struttura complessa nominati da Moirano e calcolati sul sistema di pesatura dei Servizi varato dallo stesso Augusto Imperatore. Ho la sensazione che i Servizi più pesanti (e dunque più pagati) siano casualmente stati assegnato ai componenti del “Camice magico”. Chi riesce a farlo e me lo manda, vince una bottiglia di vino (buono).