Nelle campagne sarde serpeggia un vorticoso giramento di gemelli troncopenduli, e non basta, a dar sfogo alle eliche giranti, l’arioso velluto moderno indossato al posto dell’antico impenetrabile orbace a microclima costante. L’energia eolica è incontenibile. Il fattore scatenante dell’epidemia orchitica è la Giunta regionale, nella persona del presidente, che ha sbagliato due assessore su due all’Agricoltura, e dell’assessora agricola in carica che, tra una inaugurazione e l’altra, tra uno spicchio di Camembert e un calice di prosecco, ha candidamente confessato di non essere a conoscenza di questa situazione e che si sarebbe informata. Successivamente ha rilasciato questa dichiarazione, posta come premessa a un comunicato Argea: “Aggiungo questo pezzo di comunicato rispetto l’originale per rimarcare ancora una volta quello che ho sempre detto durante i miei tanti incontri con gli allevatori e agricoltori e che ho sempre denunciato apertamente e al microfono: dobbiamo riformare le agenzie agricole, così come sono non funzionano sui pagamenti, l’organismo pagatore mi lascia perplessa, chi mi conosce sa che questo è uno di quegli aspetti che rimarco ogni volta! Sono contenta di questi ritardi? NO. Sapevo prima che ci sarebbero stati? NO. Sono arrabbiata per la situazione? NERA!”.
Peccato che l’assessora abbia usato una risposta di Argea per i ritardi nel pagamento del CSR per giustificare i ritardi nel pagamento della Pac.
Perfetto!
Abbiamo l’assessora a sua insaputa.
Abbiamo l’assessora a sua insaputa che è risultata assente al primo Comitato di sorveglianza del nuovo PSR (ma presente a tutti gli eventi enogastronomici: Chicago, Bruxelles, Barcellona, Milano, Bra e anche a Genova per i pesci), cioè è risultata assente all’unico incontro annuale dove si poteva cercare di attenuare i danni delle assenze pluriennali dell’assessora che l’ha preceduta, allorquando il nuovo PSR è stato drasticamente ridotto per la Sardegna. Fare l’assessore è diverso dal fare il turista, ma lei non lo sa.
Andiamo al dunque.
Faccio un esempio per entrare subito in argomento: un azienda di circa 40 ettari attendeva a novembre circa 8.500 euro come anticipo di un contributo totale di circa 13.000 euro.
Ne ha ricevuto circa 300. Trecento euro piccoli piccoli. Quindici ettari sono entrati in anomalia.
Il problema è tutto qui.
Stanno arrivando, con un ritardo incredibile (altre regioni sono già ai saldi della Pac) e incredibilmente decurtati, gli anticipi sulle erogazioni annuali del primo pilastro della Pac (Politica agricola comunitaria).
Non solo.
Chi ne riceve pochi è anche un privilegiato, perché i beneficiari degli aiuti diretti sono circa 27.000 imprese. Il 25% di queste, circa 5.000 imprese, hanno le domande di contributo incagliate in questioni burocratiche che il sistema di gestione dell’Argea, l’ente pagatore, segnala come anomalie della pratica.
Se si mette il naso su che cosa siano queste anomalie, si entra in un mondo kafkiano, un mondo dove l’assurdo è la regola e l’ingiustizia è la norma.
Per esempio: se un allevatore ha gli armenti al pascolo su terreni che stanno su due comuni non limitrofi, il sistema riconosce il carico del bestiame solo su quelli di un comune e non sull’altro. La pratica o viene decurtata o si incaglia.
Altro esempio.
Se si hanno le greggi in zona denominata “Natura 2000”, cioè dove vive e nidifica la gallina prataiola, il carico del bestiame andrebbe ridotto, ma il sistema è più radicale e esclude totalmente la sua presenza. Il risultato è lo stesso: o riduzione o anomalia.
Ovviamente un allevatore/trice cosa fa? Cerca di capire e si rivolge ai CAA, ai Centri di Assistenza Agricola, queste nuove esattorie che vivono sull’aggio che incassano per le pratiche presentate. Il CAA che fa? Scarica ogni responsabilità su Argea e scrive?
Argea risponde e che succede? Scarica la responsabilità sul CAA.
Un esempio.
Il CAA segnala a Argea che la tal pratica è incagliata. Argea risponde indicando al CAA che cosa dovrebbe fare per correggere le anomalie. Uno dei passaggi della procedura di correzione si intitola: “Andare nel riquadro Parcelle istruite-Anomalie”. Le particole sono o verdi, se ammissibili, o marroncine se in anomalia. A sinistra appare quale è l’anomalia responsabile dell’incaglio e/o della decurtazione. Il CAA dovrebbe entrarci dentro e correggere. Il CAA ci va dentro e scopre di non poterla risolvere.
Tutto si ferma.
Tutto torna in capo a Argea che da poco ha assunto dalla graduatoria Laore un centinaio di giovani addetti, i quali si perdono dentro le perfidie del programma di gestione di Argea (che peraltro è gestito da Roma (Leonardo) e non qui.
Tutto si ferma, tutto si ferma nel momento peggiore per l’agricoltura della Sardegna, quello del drastico crollo delle somme stanziate per il PSR, passato dal miliardo e quattrocento milioni della precedente programmazione ai poco più di ottocento milioni dell’attuale.
Queste sono le rovine lasciate dall’entusiastico voto dei pastori per Salvini nelle elezioni del 2019.
Argea ha provato a fornire una risposta a questi ritardati, decurtati e mancati pagamenti. In realtà si è arrampicata sugli specchi e il rumore delle sue unghie in scivolamento rapido sono udibili da lontano.
Sembra che il problema siano i soldi.
No il problema è la politica.
Il problema è la pochezza politica del centrodestra, specialista in favori, dilettante quanto a visioni, pianificazioni e organizzazione. Tanti favori messi insieme non risolvono un problema, ma la Destra non lo vuole e non lo sa capire.
Il problema è la formazione del personale di Argea, le sue procedure e i suoi programmi di gestione, per non parlare della mentalità di alcuni, non di tutti, più convinti di appartenere a una sorta di Guardia di Finanza, vocati più a godere dell’errore rilevato che a concorrere alla sua soluzione.
Il problema è chi si vota alle elezioni: se si votano ignoranti sbrigafaccende non ci si può poi lamentare che le cose non funzionino. La mela non cade mai troppo lontano dall’albero.
Mi dicean: ” Fulano è ricco, ha molti armenti, vigneti fiorenti, pomari ai poggi e al piano, è assai ricco Fulano”
Capita quando si affida un assessorato complesso come quello dell’agricoltura a una qualsiasi Gabriella Murgia, a cui auguro di dimostrare la propria innocenza, ma la cui gestione è stata un disastro. Peraltro le avevano affiancato Efisio Arbau, suo ex capo nella “Base” e poi sardista, che tra i tanti difetti, di cui il trasformismo è il principale, ha il pregio di essere competente in materia agro-pastorale. A quanto sembra non toccò palla. È indubbio che Salvini si sia mosso da abile demagogo nei confronti dei pastori, poi però “Salvinas” come di consueto è riuscito a rovinare tutto mettendo a comandare in quell’assessorato, come fatto in altri settori, la persona sbagliata al posto sbagliato. A quanto pare però non c’è mai limite al peggio.
@ Mugoni Appena? Otto appena? Abbiamo unità di misura differenti. Che poi l’11% della lega non sia tutto di pastori è sicuro, ma resta il fatto che loro hanno prevalentemnte sostenuto quel partito e se non quello, sicuramente quella coalizione.
Nelle elezioni regionale del 2019 la Lega ha ottenuto l’11,4%, sono stati eletti appena otto consiglieri, quattro nelle circoscrizioni di Sassari e Cagliari, uno in Gallura, uno a Nuoro, uno ad Oristano ed uno nel Medio Campidano; la Lega ha ottenuto percentuali simili sia in ambito urbano che rurale, nella Barbagia come nel Campidano, nella turistica Gallura e nella tanto “decantata terra di pastori”che è Alghero. Questo si evince analizzando i dati elettorali, in realtà i pastori hanno votato Lega quanto i commercianti e quanto qualsiasi altra categoria di lavoratori.
sì. Aggiungerò che c’è ancora molta simpatia per la destra. Le nefandezze fatte agli altri soddisfano, infatti. L’arroganza della destra, l’idea che si stanno fregando altri, piace.
Se Argea indagasse sulle terre date come proprietà ed invece proprietà di altri, sugli abusi, sulle proprietà spezzettate fra parenti non attivi in agricoltura, solo per avere i contributi… Perché non si può dire che anche i pastori sono stipendiati per lo Stato, ma senza assolutamente lavorare per altro bene che il loro. Non tutti, mi si dirà, con ragione. Molti, con altrettanta ragione.
@ Michele Pala Io c’ero in quelle elezioni e le assicuro che tutte le organizzazioni di categoria e il movimento del latte per terra si pronunciavano all’unisono per Salvini. Ovviamnete ci saranno state eccezioni, senza dubbio, ma il grosso ha votato a Destra, questa Destra.
Reale riassunto,unica cosa che non vera ,e che i pastori il 2019 anno votato Salvini…..Salvini e stato votato dal popolo sardo,una percentuale anche di pastori,pari alla percentuale di ogni elettore di tutte le categorie…..io e il 70 % dei pastori presenti alla protesta chi non è andato proprio,e chi a votato altro….quel 30%si a contribuito,e mi vengono per loro….dire i pastori anno votato Salvini falso,