Ieri l’Assessore dell’Agricoltura ha rilasciato questa dichiarazione:
ANSA: «Non possiamo che essere soddisfatti per la dichiarazione di risoluzione del problema del refresh da parte di Governo e Unione europea, annunciata oggi dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina. Così come avevamo già comunicato qualche settimana fa, a differenza di chi diceva il contrario, le cose si sono risolte grazie al lavoro costante e a volte silenzioso dei nostri uffici. Questo risultato determinerà lo sblocco di numerose pratiche dei pastori sardi su Domanda unica e PSR dove erroneamente erano state segnalate delle anomalie». Così l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, che ha aggiunto: «Il riconoscimento del Pascolo locale tradizionale (PLT), elemento distintivo delle produzioni sarde di elevata qualità, è prerogativa indispensabile per le buone pratiche dell’allevamento dei nostri pastori, soprattutto di quelli che operano nelle zone più rurali della Sardegna: Nuorese e Ogliastra. Proprio lo scorso 31 gennaio l’Assessorato dell’Agricoltura aveva inviato all’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (AGEA) gli aggiornamenti sulle superfici utilizzate per il PLT che invece, in alcuni casi, erano state classificate in buona parte a bosco e quindi non eleggibili a finanziamento comunitario».
Domande
Noi dicevamo il contrario.
Tuttavia iniziamo col porre alcune domande.
A quale Domanda unica si riferisce l’Assessore Caria? Si riferisce, per caso, a tutte le domande presentate dal 2014 ad oggi ? A noi risulta che i 274.000 ettari del refresh 2014 siano persi e che le novità sulla Pratiche tradizionali riguardino le particelle residue dal 2015 in poi.
Sbagliamo?
Vorremmo davvero capire, visto che il Decreto Ministeriale delle Pratiche tradizionali è del 2015 e riconosce le particelle solo dall’entrata in vigore dello stesso. O sbagliamo? E se cosi non fosse, Martina ci riconosce pure quelle particelle dichiarate Bosco prima del 2015 da una RTI che ha lavorato per AGEA? Se così fosse, dovremmo citare Agea per danni o Agea dovrebbe citare la RTI per aver svolto male il lavoro. O sbagliamo?
Ci spieghi l’Assessore dell’Agricoltura come fa a far tornare indietro una particella che da bosco al 50% è diventata totalmente bosco? Tagliando la metà degli alberi?
Lo stesso Decreto dice che tutte le nuove particelle dovrebbero avere un codice 218 e che questo codice va agganciato dal sistema Agea su tutti i fascicoli degli agricoltori.
Questo già accade?
O quando lo si fa?
Che percentuale di tare sono state indicate sul codice 218 e su quali codici si è lavorato?
Si sta forse dicendo che tutti i vecchi codici refresh diventano codice 218 o cosa? Che tara si applica sulle particelle 218? Si dice che nel primo elenco comunicato dalla regione erano indicate particelle con tara al 70% e nel secondo tare al 50%. Si possono avere notizie utili a capire questo stato permanente di confusione militante? L’Assessore inoltre afferma che tutti i boschi sono pascolabili; a nostro parere dire che tutti i boschi sono pascolabili è un azzardo perché ai Sardi si precluderebbero tutte le misure silvocolturali e le forestazioni.
A noi risulta più banalmente che, per l’appunto, le domande 2017 siano state identificate con tara 70%; ora tutte le 190.000 particelle individuate nel 2015 sono state ricomunicate con il decreto di gennaio con tara 50%. Sono state poi aggiunte oltre 32000 particelle. In sostanza si è lavorato non a recuperare le terre perse col refresh 2014, ma a correggere i dati sulle terre sopravvisssute.
La problematica del refresh è più vasta e per decidere di risolverla bisognerebbe identificare e comunicare tutte le nostre peculiarità territoriali, eliminando il pascolo polifita tipo alpeggi, che niente ha a che fare con la Sardegna, magari identificando le pratiche consociate con gli arboreti, per poter riconoscere ulteriori seminativi, o riuscendo ad avere la duplice valenza (es. olivo e seminativi sotto) come accade realmente in molte parti dell’Isola.
Questo groviglio richiede pazienza e competenza, non propaganda o facili annunci.
Sempre pronti a ricrederci dinanzi a chi accettasse di affrontare i problemi e dimostrasse di saperlo fare.