Non dimenticare chi ha governato La protesta dei trattori ha sorpreso la Destra sarda al potere. Sì, perché al potere, in Sardegna da cinque anni e in Italia da due, c’è la Destra.
La Destra sarda è quella che, per non sbagliare, non ha partecipato alle riunioni a Roma, al Ministero, strategiche per la Sardegna, nelle quali si sono decise le politiche per i prossimi dieci anni.
La Destra sarda è quella che ha perso 50 milioni di euro di risorse solo distraendosi dal nuovo Refresh 2022.
La Destra sarda è quella che si è fatta scippare la gestione della PAC che adesso è governata centralmente a Roma e non più a Cagliari.
La Destra sarda è quella che ha messo la prima patrimoniale Irpef della storia sugli agricoltori italiani e sardi.
Truzzu il muto immemore La Destra sarda oggi ha scelto di farsi dimenticare: ha sacrificato Solinas, lo ha sostituito con Truzzu e a Truzzu ha raccomandato di farsi vedere in giro ma di non dire niente.
La Destra sarda ha affidato per cinque anni l’agricoltura alla Lega e oggi si presenta con la Lega per governare altri cinque anni con le stesse improbabili figure che hanno danneggiato in modo gravissimo l’agricoltura sarda. Zente cun zente e fae cun lardu, si dice in sardo. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, ripetono gli italiani.
La Destra di Truzzu non sta chiedendo il voto per ciò che ha fatto nei cinque anni precedenti; lo sta chiedendo in nome della forza di Giorgia Meloni.
Truzzu sa di non dover dire che cosa intende fare. Deve invece solo mostrarsi sicuro e indurre i deboli a votarlo sperando di partecipare alla sua forza.
Non è un caso che molta destra liberal abbia intenzione di votare Soru e non Truzzu. Truzzu non convince chi ha competenze, chi vive del proprio lavoro, chi non ha bisogno di favori e di incarichi.
L’emblema di Truzzu è la via Peretti di Cagliari, la via di una strage stradale di giovani che si sarebbe potuta evitare se solo ci fosse stato un sindaco che non avesse badato solo ad apparire in via Roma e non a governare bene tutta la città. Apparire non è governare.
Il gioiello di Truzzu è il clima disordinato, incerto e invivibile della Marina, laddove si era promesso ordine e decoro e invece si è continuato col disordine e il disdoro della friggitrice di patatine come presunta infrastruttura di sviluppo.
Truzzu convince la piccola borghesia senza arte né parte, quella che fa politica per avere un ruolo che diversamente nessuno gli riconoscerebbe. Truzzu è la Destra che ha dato redditi altissimi, quelli di parlamentari e assessori, a persone che senza quei ruoli non avrebbero redditi. Non è una cultura del lavoro, è una promessa di sistemazione ai soli militanti.
Oggi Lollobrigida, quello che voleva candidare in Sardegna il direttore della Coldiretti, fa marcia indietro sull’Irpef imposta agli agricoltori, ma non ha uno straccio di idea su come accompagnare chi lavora la terra e alleva animali verso le nuove sfide.
La proposta di Soru Soru una proposta, praticabile e concreta, l’ha fatta: dare valore economico alla anidride carbonica (CO2) catturata dai campi. È una cosa semplice, praticabile, monetizzabile e che fa giustizia dell’ingiustizia del refresh. Mentre i funzionari ministeriali, con la complicità del sonno eterno in cui la Regione è precipitata con gli assessori della Lega, hanno consentito che la superficie dell’ombrello delle querce venisse detratta dalla superficie calcolata per i premi comunitari, Soru propone che alberi e erba concorrano a calcolare la CO2 catturata e che questa si traduca in denaro. Non più un premio basato sulla capacità produttiva dei terreni, ma una cifra proporzionata al vantaggio ambientale che le campagne producono. È una cosa seria, è una cosa fattibile ed è una cosa utile non solo per i pastori e i contadini, ma anche per quei paesi che hanno intorno a sé boschi. Gli alberi pagheranno gli stipendi di chi li coltiva.
Truzzu propone di votare la sua forza; Soru propone denaro vero. Bisognerebbe cominciare a parlare di portafoglio in questa campagna elettorale.
se si fosse candidato avremmo potuto votare Solinas, che il problema della manutenzione del patrimonio boschivo l’avrebbe risolto così come nel Montiferru….
macchina dei soccorsi modello Paperopoli
non abbiamo subito perdite umane, quindi bene, avanti così… quattromila ettari di problema in meno
Condivido pienamente i diversi commenti e credo nel senso di responsabilità di tutti i Sardi nel difendere la loro terra e non farsi incantare dalle promesse che vengono da fuori e dalle persone mandate da fuori, perché sono fuori dalle realtà esistenti nella nostra Sardegna.
Il 25 si vota, facciamo la scelta giusta, Soru non ci deluderà!!!
Le liste che accompagnano Soru nella campagna elettorale sono le uniche votabili per comporre un Governo credibile per una Sardegna libera, solidale e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
Mi pare che meglio di Truzzu e Soru ci sia la Todde……..non fatevi ingannare….andate a votare…💪💪💪💪
Semplicemente! Soru ha una proposta credibile e realizzabile. Le altre non sono proposte ma slogan , ripetuti per confondere le idee. Sottovalutano però il fatto, che la gente ha una testa pensante. Forza Soru e forza tutte le liste che accompagnano questo nuovo percorso
Benissimo, si vede una rotta che può portarci fuori dalle nebbie, Soru avrebbe dovuto abbandonare il PD a suo tempo, partito che lo ha affossato in quanto non subordinato. Speriamo bene, timoniere avanti tutta!
Questione di poteri
L’argomento affrontato da Renato Soru ci fa giungere sempre al medesimo punto morto: noi sardi non abbiamo voce sull’ennesima risorsa sarda.
Le foreste di Sardegna e Toscana consentono allo stato italiano di poter produrre CO2 in funzione degli accordi di cui al protocollo di Kioto.
Non vi siete mai interrogati sulla distribuzione estremamente disomogenea degli operai nei cantieri forestali? (N* operai/ettaro)
È l’ennesimo colonialismo. Soru giustamente rivendica il diritto di trattare con lo stato il valore di queste quote tramite le quali, giova ripetere, si dimensiona la quantità di emissioni di CO2, ovvero la possibilità di mantenere in piedi il tessuto industriale pesante. È una questione di poteri.
Ignazio s’Antigu
Bene meda! Bene mannu sa Sardigna “ìsula birde” de antiga memória in tempos de oe chi seus morindho meda de incuinamentu si no ancora de asfissia!
Ma a prus de unu bonu Guvernu dignu de custu nùmene bolet chi is Sardos impareus a èssere gente prus responsàbbile e dh’acabbeus cun sa maladia e is disastros de is fogos, ca no pagos funt postos apostadamente che gente chi ódiat su logu e sa gente inue istat!
Ca si est abberu chi unu “irmarru” est sèmpere possìbbile fintzes cun totu s’atentzione e contivìgiu, funt medas is fogos postos apostadamente e calesiògiat su motivu e comportamentu de gente iscunsiderada chi no ischit o no faet contu de su dannu.
E nemos mi ndhe dhu bogat de conca chi no dhue siant is aprofitadores e ispeculadores po fàere dinare cun sa “industria” de is fogos!
E mi pregonto sèmpere cun cale critériu benit giada sa faina de preventzione e istudamentu.
Ca si su critériu est chi «prus fogos istudas e prus tempus dhue pones a istudare» (chi bolet nàrrere cantu prus est su logu abbruxau e su dannu fatu) e prus dinare ti pigas paret chi sa “produtzione” e bene de fàere est cussu de abbruxare cantu prus!
E inveces sa produtzione e bene de fàere est cussa de su abbruxau cantu prus acanta a su zero! E cussu est su trabballu che depet èssere pagau de prus e no a chilómetru cuadrau abbruxau! Duncas, istabbiliu unu critériu po su servìtziu, prus pagos funt is fogos e prus pagu logu abbruxant e prus pagu dannu si faet e prus arta est sa paga chi ti pigas. A is ispeculadores e aprofitadores de disastros puru iat a cumbènnere a si calmare.
..strada che, fortunatamente, si sta percorrendo anche in Sardegna con iniziative in atto ed in sinergia con diverse realtà di ricerca che coinvolgono anche l’aspetto energetico e la sua gestione comunitaria..manca solo la capacità politica ed amministrativa di capire e di assecondare questi sviluppi salvaguardando l’interesse della collettività e sottraendoli all’attività predatori, questa si, presente e forte in modo trasversale!
Impiantare nuovi boschi e curare quelli esistenti, oltre a creare lavoro (molto) nelle zone interne a rischio spopolamento fornirebbe una quantità enorme e a basso prezzo di biomassa per la produzione di energia in ogni comunità energetica del territorio, migliorerebbe la sentieristica, la viabilità rurale e la fruibilità delle sorgenti e dei numerosi siti archeologici oggi in totale abbandono, senza trascurare l’utilizzo in funzione “antincendio” di questa frequentazione umana dell’agro.
Ciò vorrebbe dire valorizzare noi le nostre
terre prima che ci costringano a svenderle…
La destra propone di votare la forza. Soru propone di votare l’intelligenza. E non è poco!