Ieri a Ittireddu, mi pare, si è celebrato l’asino di razza sarda.
Deve essere che qualcuno di questi bellissimi animali è scappato ed è andato a sedersi nelle sempre più confuse stanze dell’assessorato dell’Agricoltura.
Questo è il verbale di uno degli incontri che si stanno svolgendo per individuare i criteri per il riparto dei celebri 40 milioni di euro del camioncino della Coldiretti dinanzi al Palazzo del Governo, quel camioncino senza adeguate scalette di accesso che tanta fatica hanno fatto fare ai meno agili, con frizzi e lazzi degli astanti.
Si prevede di impedire l’accesso alle provvidenze alle imprese che abbiano le seguenti caratteristiche:
Bovino da latte
- sono ammesse a beneficiare le aziende che abbiamo in allevamento un numero di animali superiore a 9;
- le aziende escluse con meno di 9 capi sono 66 con 257 capi complessivi, su un totale 46.198;
- beneficiano dell’aiuto le bovine femmine di età superiore a 12 mesi presenti, che sono 34.858 in 342 allevamenti;
- il parametro unitario di intervento è fissato in 270 euro.
Bovino da carne
- sono ammesse a beneficiare le aziende che abbiamo in allevamento un numero di animali superiore a 15;
- le aziende escluse con meno di 15 capi sono 3.957 con 26.186 capi complessivi, su un totale di 240.138;
- beneficiano dell’aiuto i bovini di età superiore a 12 mesi e i vitelli da ingrasso, che rispettivamente sono 143.705 e 10.000;
- i parametri unitari di intervento sono fissati in 50 euro per bovino di età superiore ai 12 mesi e 70 euro per vitello di 12-24 mesi in allevamenti da ingrasso.
Ovino e caprino
- sono ammesse a beneficiare le aziende che abbiamo in allevamento un numero di animali superiore a 100;
- le aziende escluse con meno di 100 capi sono 6.479 con 222.072 capi complessivi, su un totale di 16.582 allevamenti e 3.293.850 capi censiti
- beneficiano dell’aiuto i capi ovini e caprini adulti, che sono 3.071.778 in 10.103 allevamenti;
- il parametro unitario di intervento è fissato in 7,3 euro.
Primo commento: si è deciso di escludere dalle provvidenze il 40% delle imprese ovine? Ma si sta diventando matti? Cosa bevono all’assessorato? Quale disegno diabolico si sta mettendo in campo? Forse quello di ridurre il numero dei beneficiari per aumentare il premio ai grandi proprietari? Questa è prepotenza bella e buona, non politica.
Poi c’è una questione semplice semplice: si chiama uguglianza di fronte alla legge.
Le aziende escluse tra i bovini da latte e da carne e tra gli ovini sono tutte ben censibili. Ciò significa che sono in regola, che hanno rispettato la legge, registrato gli animali ecc. ecc. Da quando in qua una misura in itinere, pensata per ristorare un comparto con un intervento a pioggia (perché altro non si può metter ein campo facendo politiche agricole dai camioncini), prevede di escludere chi è in regola di fronte alla legge in ragione delle dimensioni? La legge pensata e votata dal Consiglio regionale non prevede queste restrizioni. Esse nascono dalla volontà di far arrivare più soldi a chi manovra già molti soldi e non è difficile capire chi sia, ma nascono anche dall’inconsitenza politica, culturale, amministrativa di chi guida le politiche agricole. Mai il nulla è stato incoronato come in questa legislatura.
Tiat èssere chi totu cudhos chi tenent unu fiotu de bestiàmine pro si campare no tenent diritu a s’azudu, ma si lis bisonzat cosa chi essant a pedire sa limúsina?
La solita spesa pubblica improduttiva. Disastrosa. Ai piccoli allevatori, non rimarrà altro che il reddito di cittadinanza.
Ormai agricoltori e pastori stanno diventando veri e propri dipendenti regionali con tutti i soldi pubblici che stanno ricevendo. Anzi no, lo stanno diventando le mucche, le capre e pecore.
Sì. Ricreano i latifondisti.