Ma vuoi vedere che lentamente il bene trionfa?
Avevamo già dato notizia del documento con cui un gruppo di pastori, con a fianco – con tutta evidenza – tecnici qualificati, avevano segnalato la grave mancanza nella nuova Pac di misure per il settore ovi-caprino. L’errore, se così lo si vuole chiamare, era dovuto all’assenza colpevole della Regione ai tavoli di partenariato e, soprattutto, in sede di conferenza delle Regioni.
La novità è che un gruppo di pastori, senza versare il latte per strada, senza danneggiare nessuno, ma solo scrivendo un documento ricco di intelligenza e di buon senso, è riuscito a farsi ricevere dal ministro dell’Agricoltura. Ad accompagnarli, secondo un vecchissimo schema, non c’era la Coldiretti.
Fermiamoci un attimo. È presto per dire se i movimenti dei pastori sardi hanno realmente abbandonato la strada eversiva del menare le mani per ottenere risultati. È presto per dire se davvero si è di fronte a una innovazione dei metodi della partecipazione politica di un settore importante dell’economia e della società sarda che ha sempre attratto gli estremisti – come ai tempi del terrorismo – perché è un settore dove non mancano le persone determinate e ardite fino all’incoscienza.
Ma è anche vero che la novità va registrata: contenuti e metodi della proposta sono fondati, corretti e correttamente espressi. Adesso il problema è non far finta di niente, non umiliare lo sforzo, perché diversamente quelli che non apprezzano i ragionamenti e la cultura, quelli che semplificano tutto in una scontro di forze, inevitabilmente riprenderebbero il sopravvento.
Poi c’è la Coldiretti e la politica delle mobilitazioni con camioncino per ottenere milioni di euro per il settore. Paradossalmente, la Coldiretti, con questi metodi (far salire il politico di turno sul camioncino, proteggendolo dalla folla inquieta a patto che prometta denaro per tutti) ha una moneta più semplice e popolare, ma nociva, di quella dei bravi pastori di cui sopra, e dunque potrebbe reagire alla perdita di leadership imbarbarendosi, sebbene sia frenata, in questo senso, dalla redditività del camioncino e dall’abbraccio mortale col Psd’az di Solinas, condito con l’ipotesi di una candidatura alle regionali di una figura apicale in maglietta gialla.
È in questo scenario che servirebbe una seria politica per l’agricoltura sarda, un’alternativa alla gara a chi ottiene più sussidi.
Di questo l’opposizione non si sta occupando, non esiste una politica agricola del centrosinistra e del mondo dell’indipendentismo democratico (l’indipendentismo settario non ha proposte per definizione, ha sentenze inappellabili).
È questo il segno di una certa pigrizia della Sinistra che si sta registrando in questa legislatura, un certo senso di abbandono, di carenza di energie vitali, di salottismo pigro, della politica ridotta a consulentismo e amministrativismo.
Ci sono troppi consiglieri regionali che parlano come segretari comunali in erba: zero neuroni impegnati a concepire visioni e strategie di ampio respiro, e altissima competenza di codicilli e codicini a funzione perizomata, cioè usati per nascondere con un filo di competenza il vasto e chiappato vuoto di idee e di entusiasmi. Svegliatevi. Via i perizomi. Liberate il cervello.
Gentile Paolo, purtroppo dalle sue parole emergeva quell’equazione, sono felice che non sia così e che la mia impressioni risulti errata. Gli accompagnatori, chiamiamoli così, hanno preferito non uscire in processione con il tamburo per dare l’annuncio, anche se con la quantità di fotografie che girano sui social non sarà difficile individuarla. Lasciamo tutto così e respiriamo a pieni polmoni quest’aria.
Speriamo che adesso le varie associazioni,sindacati,politici furbacchioni,non si organizzano per mettere i bastoni tra le ruote…..(non credo proprio che gli piaccia che siano messi da parte)
Gentilissimo Davide, no, se ho dato la sensazione di sostenere l’equazione pastore = ignorante me ne scuso. Intendevo solo dire che la lettera prima, e il comunicato dopo, mostravano dei tecnicismi che rivelavano non solo l’intelligenza dei pastori, ma anche la presenza di consulenti. Non so chi abbia accompagnato i pastori; se Lei fosse così gentile da scriverlo e comunicarlo anche a noi, non potremmo che prenderne felicemente atto.
Bellissimo articolo, peccato per quel ” con a fianco – con tutta evidenza – tecnici qualificati”. Mi spiace che Lei non abbia colto una delle componenti dell’aria nuova in campagna che non si limita a un confronto garbato con il Ministro ma comprende lo studio, la comprensione e l’elaborazione di proposte. Pare quasi che Lei sia ancorato all’equazione classista pastore = ignorante. Per fortuna non è così, e questo incontro ne ha dato dimostrazione.
Ancora una cosetta che pare che tutti, commentatori compresi, evitano di rilevare e che a mio avviso è parte integrante “dell’aria nuova”. I pastori non sono capitati li per caso e non erano soli, ma chi li ha accompagnati ha ritagliato per se un ruolo di secondo piano, come è giusto che sia e come non era mai accaduto. Anche questa è aria nuova.
Spero che i pastori smettano di essere stipendiati dallo Stato, grazie alle tante sovvenzioni e che riprendano in mano le loro vite, libere.
Bravi, è ora di liberarvi dagli orbelli inutili e non costruttivi ( politici e associazioni) complimenti!!! è la prima volta che scrivo un commento
Penso che questa sia la dimostrazione di come si possa ottenere dei risultati col colloquio, ovviamente non si rinnega la protesta ,che è servita a fare in modo che i pastori venissero ascoltati dalle istituzioni; è presto per dire che è nato un nuovo sistema di comunicazione diretta , senza tramite delle associazioni di categoria, però e un buon segno !Bravi !!