Noi del Partito dei Sardi poniamo problemi non per ragioni elettorali (non siamo in campo), ma per risolvere problemi.
Le reazioni del Governo sardo ci lasciano, per dirla in forme composte, esterrefatti.
Secondo diversi esponenti della Giunta va tutto bene, in tutti i settori, oggi e sempre in saecula saeculorum, amen.
Viviamo evidentemente in una Sardegna diversa.
A fronte di annunci rassicuranti di Agea del 24 febbraio, su avvenuti pagamenti per 1500 imprese di pastori sardi (pagamenti il cui programmato ritardo sta intaccando la precarissima solidità finanziaria delle imprese sarde), ecco qui l’elenco di 500 aziende escluse dai pagamenti agroambientali, le cui pratiche sono finite in anomalia. Dove? Ovviamente negli uffici della romanissima Agea. Cose vere, cose provate, nessun annuncio, solo dolore.
L’Assessore della sanità della Sardegna ha diffuso un comunicato in cui afferma che in Sardegna per i diabetici va tutto bene, perché la Regione Sarda dispone, pensate un po’, di una Consulta (poco importa che l’ultima riunione – anche molto anomala – risalga al novembre 2016). E dunque se c’è la Consulta va tutto bene, la logica è stringente. Poi, argomenta felice l’Assessore, è vero che esistono limiti prescrittivi per i medici, ma poi afferma che i medici sono liberi di non osservarli. E già, è logico, in Sardegna ci si può curare in deroga alle prescrizioni regionali, eh!, di che lamentarsi? Pungetevi il dito 3600 volte l’anno; svegliatevi di notte; andate in iperglicemia per non svegliarvi; finite in dialisi prima del tempo, fate tutto questo sereni, perché c’è la Consulta e perché, se vi volete curare in deroga potete farlo, come sempre per ogni regola italiana.