Siamo smarriti. Tra le pieghe di un’informazione che qualcuno vorrebbe centellinare e filtrare, come nei momenti più bui della democrazia, assistiamo a fatti cui mai avremmo creduto di dover assistere: il caso emblematico, forse, è quello degli anziani sepolti nelle case di riposo, lasciati morire tra atroci sofferenze, soli come cani. Immagini indegne di una comunità umana: e a Pasqua vale la pena di dirlo con più forza, di fronte all’ipocrisia di regime.
Col personale sanitario costretto, troppo spesso, ad affrontare l’emergenza a mani nude, si è contato unicamente sulla capacità di resilienza della popolazione, confinandola a casa: guidati da scienziati assorti a un ruolo quasi sacerdotale, di fronte ai quali i politici hanno pavidamente rinunciato a prendere le decisioni importanti (nonostante la scienza si sia mostrata tutt’altro che infallibile dall’inizio della pandemia), abbiamo assistito ai rituali di un’improvvisata medicina delle catastrofi.
In tutto questo, l’esercizio di nostri diritti e libertà fondamentali, garantiti dalla Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, è stato gravemente compresso in nome di un preminente bene comune. Si è creato un clima per il quale tutti siamo tenuti al sacrificio, senza protestare: che sarà mai la corsetta o la passeggiatina di fronte a una tragedia come quella che stiamo affrontando?
Quello che però non è ancora ben chiaro è la ragionevolezza e la proporzionalità delle misure adottate dal Governo, e non di rado inasprite schizofrenicamente dalle ordinanze degli amministratori locali, rispetto all’emergenza del momento (e la mancanza di informazione puntuale, certo, non aiuta).
Ad esempio: che senso ha multare un anziano sorpreso a vagare in compagnia della sua solitudine? O una madre che, seguendo le indicazioni del Governo, fa prendere una boccata d’aria al figlio dopo due settimane di clausura, stando attenta a non incrociare anima viva? L’immagine più grottesca di un certo sceriffismo intollerabile è forse quella di un serio rappresentante delle forze dell’ordine costretto a inseguire un runner isolatissimo sul litorale di Pescara: che male faceva?
Si è detto: siccome è difficile far rispettare la prescrizione di mantenere la distanza di un metro fra le persone (Italiani!), allora tutti devono restare chiusi in casa, non c’è diritto individuale che tenga. Si veda cosa pensa di questo modo di vedere le cose, rapportato a uno stato di diritto, Giangiacomo Pisotti, già Presidente della sezione civile della Corte d’Appello di Cagliari.
Più in generale, i giuristi sottolineano «la necessità di intervenire con una fonte primaria a disciplinare in modo organico la quarantena e le altre misure limitative di diritti e libertà fondamentali. In un paese con la nostra tradizione è francamente inaccettabile, pur in un contesto di emergenza, che la disciplina di simili misure, capaci di incidere profondamente sulle più basilari libertà, sia affidata a fonti di rango secondario, che si affastellano con una velocità impressionante, dando vita a un quadro normativo in continua evoluzione e già quasi indominabile» (Gian Luigi Gatta).
Infine: non sempre i nostri governanti danno il buon esempio. A Sassari, ad esempio, in un momento in cui emana misure ferree per chiudere in casa la popolazione, il sindaco di Sassari Nanni Campus convoca le conferenze stampa all’aperto. Perché non le fa da casa sua, o nel suo studio, usando internet? Naturalmente, ogni riferimento a Giuseppe Gioachino Belli è puramente casuale.
Gentile Maria, se quello che è accaduto al Pio Albergo Trivulzio a Milano o a Casa Serena a Sassari è liquidabile genericamente da parte sua con “Le case di riposo, i vecchi abbandonati alle badanti dovrebbero essere un tema sempre”, beh, lo vada a dire ai familiari delle vittime, e complimenti per il cinismo. E quelle vite non sono un tema laterale rispetto a questa pandemia.
Quanto al resto: io non sono un politico votato e pagato per trovare le soluzioni (per quanto, sarebbe facile indicare modelli virtuosi, anche in Italia: il Veneto). Come cittadino, mi limito a reclamare il rispetto della Costituzione, cui non si può derogare sulla base di fonti di rango secondario (nell’interesse di tutti). La invito a leggere con attenzione l’intervento di Gatta (che cito), e Sabino Cassese:
https://www.ildubbio.news/2020/04/14/cassese-la-pandemia-non-e-una-guerra-pieni-poteri-al-governo-sono-illegittimi/
Neppure in Ungheria, con tutto quello che è successo, si è arrivati a impedire ai cittadini di uscire di casa: si è chiesto di farlo con prudenza, rispettando la distanza di un metro. Senza fiducia nei cittadini, non si va da nessuna parte. Se però per lei tutto si può fare, in spregio delle garanzie costituzionali, buon pro le faccia.
Saluti a Monica.
A me l’immagine del runner che corre in spiaggia inseguito vanamente da un bolso panzone é sembrata una ventata d’aria fresca.
Gentile Maria, sarebbe già qualcosa se procedendo per esclusione si cominciasse col mettere da parte che cosa se non serve a nulla se non a farsi belli con l’elettore scemo.
Le case di riposo, i vecchi abbandonati alle badanti dovrebbero essere un tema sempre.
Ma su questa pandemia: come uscirne? Come riprendere a lavorare proteggendo la popolazione?
Queste sono domande a cui si deve rispondere ora.
Bisogna proporre.