Un ergastolo e una storia di poteri / 2: l’intercettazione
È una storia tragica: l’8 gennaio 1991, tre persone vennero uccise e una ferita gravemente nelle campagne di Burcei.
Il processo fu deciso dalla testimonianza del sopravvissuto, il quale prima sostenne che il killer aveva il viso coperto da una calza, poi, affermò invece che aveva agito a volto scoperto e che era Beniamino Zuncheddu.
Tra la prima e la seconda versione, si inserirono le indagini di un ispettore di polizia, che abbiamo denominato, appunto, l’Ispettore.
Su richiesta dei difensori di Zuncheddu, la Procura generale della Repubblica avviò nel 2019 una serie di verifiche e il 27 febbraio 2020 decise di interrogare il sopravvissuto alla strage, il quale rientrato in macchina, parlò, seppure con prudenza, con la moglie, e svelò che i sospetti dell’Autorità giudiziaria sulle modalità del suo riconoscimento del killer erano fondati. L’Ispettore gli aveva mostrato la foto di Zuncheddu prima del riconoscimento.
Questo il testo dell’intercettazione ambientale (…)