Sardegna: ultima in innovazione
di Paolo Maninchedda
Purtroppo non siamo abituati al valore positivo degli scrutini, ma gli scrutini servono alla qualità.
Spesso la diciamo grossa sullo stato della ricerca e dell’innovazione in Sardegna. Ogni successo di un singolo ricercatore o di una singola azienda ci dà soddisfazione. Ma dispogliamo lo sguardo dal sistema: non ci piace che la Sardegna sia valutata (e con lei anche i suoi dirigenti).
Fatto è che gli altri fanno gli scrutini anche a noi e gli scrutini ci bocciano.
Bisogna trasformare le zone industriali in Zone Economiche Speciali
di Paolo Maninchedda Ieri, una persona che stimo molto, mi ha sollecitato a riprendere la battaglia per il fisco giusto in Sardegna. Non nascondo che l’uso strumentale che si fece alla fine della scorsa legislatura di questo tema, mi aveva disgustato. Però ha ragione il mio amico: è una battaglia da riprendere. Noi abbiamo grandi…
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Avviso agli evasori fiscali: lo Stato usa carota e bastone con i grandi e solo bastone con i piccoli
di Paolo Maninchedda
Ci sono evasori ed evasori. Evasori che evadono per malvagità egoistica ed evasori che evadono per sopravvivenza.
Anche in Sardegna non mancano gli egoisti malvagi, che sono tantopiù malvagi quanto più ignorano colpevolmente il dramma che stiamo vivendo. Bisogna elevare la censura morale e civile verso questi atteggiamenti.
Come siamo messi per la nostra salute? Dite voi
DATI AGENAS 2013 – PIANO NAZIONALE ESITI
Cosa emerge per la Sardegna?
Siamo in coda, primi solo al Molise, per gli standard di efficienza e qualità.
Solo il 15% degli ospedali sardi rispetta gli obiettivi richiesti.
La maggior parte non rispetta i volumi minimi richiesti per garantire la sicurezza minima.
C’è puzza
di Paolo Maninchedda
Qual è l’Italia che ha in mente Renzi e che posto ha nel suo disegno la Sardegna?
L’Italia di Renzi è un’Italia senza Regioni, ma fatta di Stato, Comuni e Prefetti. Ficchiamocelo in testa. Il brodo primordiale ideologico da cui è uscita la nuova classe dirigente italiana è l’Anci, il sindacato dei Comuni, quel luogo dove si discute soprattutto di come dividere la ricchezza esistente per produrre servizi, ma nel quale non si sa una cipolla di come produrre nuova ricchezza.
Il Capo ha messo su una legge di stabilità da brivido: 15 miliardi a debito (una follia cui solo l’abitudine alla piaggeria italiana può plaudire) e 20 miliardi di tagli. Per far cosa, però? Non c’è un pelo di strategia per far riprendere le produzioni. Zero. Non si compra una macchina industriale in Italia da tempi immemorabili.
I selfie di Renzi e V come Vendetta
di Paolo Maninchedda
Questa storia dei selfie del Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana non è una banalità. Quando un Governo è a corto di idee (perché i grandi buchi finanziari, in Italia, sono centrali, non periferici) e procede a saccheggiare con destrezza le casse delle Regioni (alla Sardegna l’Italia deve 1,2 mld di euro di compartecipazioni e io non smetterò di dirlo e di ripeterlo, e prima di fare accantonamenti – cioè prelievi indebiti – il Governo italiano dovrebbe restituire soldi sottratti con destrrezza istituzionale e furbizia volpina), facendo pagare loro la propria propaganda, significa che si è davanti a un uso consapevolmente manipolatorio della comunicazione. È il solito conflitto tra Cesare e il Senato.
La diga di Monti Nieddu e l’incompiuto sardo
di Paolo Maninchedda
Oggi riceverò il comitato cittadino del Partito dei Sardi di Sarroch che ha raccolto 2.000 firme affinché si realizzi la Diga di Monti Nieddu.
Dopo di loro riceverò Vincenzo Tiana di Legambiente, di parere esattamente opposto.
Il tema è politicamente molto chiaro: da una parte la popolazione e, mi dicono, l’Amminsitrazione, che vogliono un futuro dall’acqua e non dal petrolio. Vogliono la ripresa dell’antica vocazione agricola del paese; vogliono la ripresa della pesca; vogliono l’avvio di una destinazione turistica inibita dal gigante petrolchimico. Dall’altra alcune associazioni ambientaliste che ritengono l’opera gravemente pregiudizievole dell’ambiente.
Necrofili e biofili della Pubblica Amministrazione
La brutta figura fatta da noi della Giunta su Narbolia e il post di ieri hanno scatenato un po’ di simpatiche polemiche che non intendo in alcun modo placare. Per cui riporpongo un articolo di Mochi Sismondi del 2013 che rappresenta bene la lotta tra il bene e il male in atto nella Pubblica Amminsitrazione italiana e sarda.
di Carlo Mochi Sismondi*
Spesso il necrofilo[1] si riconosce da una mania fobica per la pulizia: lo vedi con lo straccetto imbevuto d’alcol che sterilizza dovunque si poggi. Non è una sana attenzione all’igiene, ma il terrore di qualsiasi contaminazione: difficilmente vi stringe la mano e, se lo fa, poi va di corsa a disinfettarsi. D’altronde in obitorio tutto è asettico.
Il necrofilo amministrativo, che di questa sindrome è un caso di specie interessante, si riconosce invece dalla costante paura della responsabilità e dal tentativo di sterilizzare qualsiasi scelta facendola diventare un adempimento obbligatorio, dettato da leggi eteronome, che svincoli il vertice amministrativo da qualsiasi contaminazione.
L’ingorgo delle leggi regionali
di Paolo Maninchedda
A circa due mesi dalla distribuzione delle linee guida sulla legge per la riforma dell’ex Ato, la prossima settimana porterò in Giunta il relativo Disegno di Legge. La gestione commissariale dell’ex Ato scade a Dicembre.
La settimana successiva, porterò in Giunta la nuova legge regionale sugli appalti.
Giaciono in Commissione Lavori Pubblici le leggi di riforma delle procedure per la compatibilità con il Pai dei piccoli lavori in area urbana e la leggina di riforma di Area.
Nel frattempo è in Aula la riforma delle Asl (noi non ne voteremo mai l’aumento).