Oggi la stampa sarda rivela il suo lato più debole: l’asservimento ai potenti. La vicenda è quella del cardinale Becciu, raccontata dai due quotidiani in modo tristemente acritico, assolutorio, con toni ben diversi da quelli riservati ai poveri cristi maciullati dalle magistrature ordinarie per ipotesi di reato ben più incerte di quelle ipotizzate per il cardinale pattadese. Quando i Carabinieri o la Guardia di Finanza azzanna qualche povero diavolo, i quotidiani lo condannano a almeno una settimana di passione gognatica. Su Becciu, difesa d’ufficio a oltranza, al punto che il cattivone ora sembra il Papa.
Personalmente invece penso che se Becciu ieri avesse taciuto avrebbe fatto bene, perché la sua difesa è stata una pezza peggiore del buco.
Giustissimo dire di aver diritto alla presunzione di innocenza e al diritto alla difesa. Ma la candida ammissione dell’occhio di riguardo ai fratelli di sangue piuttosto che ai fratelli di fede dà largamente ragione al Papa. Non di reati si parla, ma di buon gusto, di misura.
Giustissimo far notare che non vi è alcun peculato.
Ma si può dire che si sente da lontano una certa aria di familismo?
Si può dire che si sente una certa aria di protettorato feudale a favore della propria diocesi di provenienza, che magari ha percepito per la Caritas più di quanto avrebbe dovuto percepire?
E quale geniale strategia economica sta dietro un contributo per la realizzazione dell’ennesimo panificio, quando tutti i panifici della Sardegna regalano pane alle Caritas diocesane?
E allora si pone una domanda.
Io che ogni anno do il mio 8 x mille alla Chiesa Cattolica, sono invogliato a continuare a farlo vedendo che esso è esposto alle debolezze familiari di monsignor Becciu? Oppure sono più invogliato a farlo dal rigore di Papa Francesco?
È difficile essere cristiani e lo si è sempre più per Grazia che per merito. Ognuno arriva ad esserlo per mille strade diverse e io non sono nessuno rispetto a monsignor Becciu, ma in questa canea che stravolge tutto, mi sento di dire nudo e crudo che sto col Papa, che sto con lui contro la prosopopea di molti vescovi italiani, contro la pigrizia pingue di molti vescovi sardi, contro la riduzione della fede a superstizione ripetitiva o a sociologia buonista.
Mi spiace per monsignor Becciu ma, soprattutto dopo la conferenza stampa di ieri, penso che il Papa abbia fatto bene a togliergli i diritti cardinalizi.
Ho conosciuto gesuiti sardi odiati dai propri familiari per il loro distacco rispetto ai ‘bisogni’ della famiglia di origine. Per non parlare di alcuni francescani conventuali che ho avuto l’onore di frequentare. Per non parlare anche di alcuni vescovi che hanno un paio di scarpe all’anno, che se vanno dai parenti lo fanno per mangiare bene almeno una volta al mese. Giganti sconosciuti.
Da giovane organizzai, insieme ad alcuni altrettanto giovani preti, un convegno a Aritzo sulla chiesa sarda alla melassa, quella dei dolcetti, delle feste, delle cerimonie, delle mediazioni politiche, delle curie, dei sorrisi stampati, della fiducia nelle sorti progressive del mondo.
Tutti i preti che vi parteciparono vennero sistematicamente perseguitati. Tutti, nessuno escluso.
Incontrai poi uno dei vescovi persecutori al corso di preparazione al mio matrimonio e la mia disistima aumentò vertiginosamente, al punto che oggi preferisco stare molto lontano da questi ambiziosi successori apostolici, li trovo tronfi e vacui e, sia detto senza offesa, spesso anche tragicamente inutili.
Sto col Papa; sto con lui perché è tra i pochi in questo mondo che ha il senso tragico dell’esistenza, perché non è attratto dalla mondanità, dal fascino del dirigismo, dalla mistificazione del potere, perché non fa finta di non vedere il male, perché accetta la sfida del non senso del dolore e della malattia, perché è un uomo serio. Sto con lui perché sa di non essere Cristo in terra e si comporta di conseguenza.
Sto con lui perché è un credente, crede davvero nell’Unico che è tornato e ha aperto una strada diversa per il destino dell’umanità.
anche io sto dalla parte del Papa… è uno dei pochi che vive seguendo l’esempio evangelico… non ha condannato nessuno ha tolto un titolo dato sulla fiducia
Deo gratias, Paulu!
Ignazio, ti rispondo io. Non deve dimettersi nessuno se non chi viene giudicato e condananto. In Italia, la cultura del sospetto ha già fatto troppe vittime. Il Papa ha dimissionato Becciu perché si è sentito tradito su questioni che possono anche non risultare in alcun modo dei reati.
“Non di reati si parla, ma di buon gusto, di misura”
Buon gusto e misura sembrano effettivamente sconosciuti all’uomo visto in conferenza stampa.
Non traspare da quella persona l’autorevolezza che ti aspetti da chi ricopre una carica di tale livello.
Ma la vicenda offre uno spunto di riflessione per questioni più vicine agli italiani.
Chi ricopre incarichi istituzionali, se coinvolto come imputato o indagato in questioni legali, deve dimettersi? Penso al presidente della regione Lombardia.
Con la vicenda Becciu per l ennesima volta si scopre l acqua calda.
Ci si rende conto che dopo secoli si è dovuto muovere il Papa?
Che c’è di male ad aiutare i miei familiari? Questa sarebbe la giustificazione? Ma va là. Espia facendo il turnista alla Fiat e poi ripresentati
Forse sbaglio, ma il mio 8xmille va da anni alle Comunità ebraiche italiane. Lava il mio senso di colpa
Molti preti e suore hanno allontanato dalle chiese, anche molti devoti, per il loro poco cristiano comportamento verso chi sta nel bisogno, anche solo di compassione.
Senza conoscere le carte è difficile assolvere o condannare. Il silenzio che non ha mantenuto Becciu lo mantengo io, ben sapendo che le miserie umane esistono.
Il Papa è solo? Di fronte all’immane compito di ricordare a tutti che c’è un altro modo di pensare e vivere.
Il mio 8%%° va da tanti anni alla polisportiva Gavoi per il suo eccellente lavoro nel calcio sardo e nel settore giovanile, il Vaticano è uno degli Stati più ricchi al mondo non ha bisogno del denaro degli italiani.