Nel disastrato panorama della sanità sarda, tra Aziende Uniche e Aziende Zero, tra Asl che muoiono e poi risorgono, in una confusione assoluta nella quale anche gli addetti ai lavori faticano a trovare una logica, arriva la notizia che rischia di scoppiare come una bomba atomica sganciata su una città già semidistrutta.
La notizia è uscita ieri, domenica 22 settembre, in un articolo pubblicato nelle pagine di cronaca di Cagliari dell’Unione Sarda, dal titolo: “Ora accorpiamo gli ospedali per salvare Medicina”.
Medicina è la facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, a parlare è l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu e gli ospedali da accorpare al Policlinico di Monserrato (cioè l’ospedale gestito dall’Università di Cagliari) sarebbero il Businco (centro di riferimento regionale per le malattie oncologiche) e il Microcitemico (specializzato in talassemia, malattie rare e oncologia pediatrica).
Perché questa rivoluzione? Per consentire al Policlinico di raggiungere un numero di posti letto sufficiente a giustificare il numero di studenti iscritti al primo anno (il rapporto, ora non rispettato, sarebbe di tre posti letto per ogni matricola) e quindi di tenere in vita la facoltà.
Nieddu nell’articolo parla chiaro:
“Il Policlinico universitario ha 300 posti letto in meno e quindi dobbiamo incrementarli. Le possibilità per farlo sono tre: accorpare il Brotzu all’azienda ospedaliero universitaria, seguendo il modello di successo di Sassari, unire solo Oncologico e Microcitemico o tutti e tre. Questa è la strada che io ritengo più utile e che ho sottoposto alla maggioranza, che così ha deciso”.
“Così ha deciso la maggioranza”? Quindi la decisione sarebbe di fatto del presidente Solinas. Ma c’è già un progetto di legge? Perché una decisione del genere altererebbe la rete ospedaliera e andrebbe persino votata dal Consiglio.
Ma andiamo avanti.
Tre anni fa l’allora consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu (ora sindaco del capoluogo), aveva lanciato l’allarme riguardo al rischio di dover chiudere la facoltà di Medicina di Cagliari (ecco l’articolo).
Regione e Università tranquillizzarono tutti, ma l’Università disse qualcosa di più, affermando che il problema (inesistente) si sarebbe comunque risolto aprendo il Blocco R al Policlinico, ovvero un nuovo padiglione che avrebbe riportato a Monserrato diversi reparti universitari ancora sparsi negli ospedali cittadini.
Il blocco R però ancora non è stato aperto e questo è un problema perché, secondo una fonte del Policlinico, per rispettare la famosa legge che ora Nieddu sventola, i posti letto dovrebbero stare proprio a Monserrato: delocalizzazioni o convenzioni non servono.
Ma se questa situazione è cronica, com’è stata gestita finora? Il problema c’era anche negli anni scorso? E se sì, come era stato risolto?
E ancora: chi è che si è svegliato all’improvviso, costringendo la giunta Solinas a mettere in campo una soluzione così drastica, mai neanche ipotizzata in campagna elettorale e che altera radicalmente la rete ospedaliera?
Microcitemico e Businco erano stati accorpati al Brotzu quattro anni fa e solo da dodici mesi questa fusione è diventata operativa. Il progetto di far gestire i due ospedali dal Policlinico universitario ha già scatenato le proteste dei medici e delle associazioni dei malati, esasperati da una politica che sembra trastullarsi con gli ospedali (e dunque con la salute dei malati) come se fossero delle pedine di un gioco da tavolo.
Nieddu però mostra tutta la sua irremovibilità: “Io ho il mio lavoro e non ho le pressioni di chi deve intraprendere una carriera politica ed è propenso a cedere ai compromessi”.
Compromessi o meno, qui è necessario giocare a carte scoperte.
Assessore Nieddu, esiste un documento ufficiale del Miur (cioè del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della Ricerca) nel quale c’è scritto chiaramente “Cara Università di Cagliari, o rispetti la legge o ti chiudiamo la facoltà di Medicina”?
A sentire il tono delle sue parole, sembrerebbe proprio di sì. E a sentire una fonte del Policlinico, che vuole restare anonima, “la sollecitazione a rispettare la legge è arrivata in maniera perentoria da Roma”.
Allora forse sarebbe il caso di rendere pubblica questa “sollecitazione” (di cui chiaramente nessuno mette in discussione l’esistenza) per iniziare a fare chiarezza.
Perché se al contrario questa lettera non esistesse, se non fosse mai arrivato alcun invito formale né all’Università di Cagliari né alla Regione Sardegna, allora l’ipotesi sarebbe un’altra, e sarebbe molto inquietante: tra accorpamenti e nuovi ospedali da costruire in città, il centrodestra sta giocando una partita che alla lunga produrrebbe solo un risultato: il drastico ridimensionamento (se non la chiusura) dell’Azienda Brotzu.
Non è così? Ne parleremo ancora.
Per il momento aspettiamo le risposte dell’assessore Nieddu e del rettore Del Zompo.