Oggi i giornali scoprono la notizia vecchissima della Sardegna in alto mare sui vaccini. Una notizia che dovrebbe portare alla decisione attesa da tanti, la sostituzione dell’assessore alla sanità, e che invece porterà a nulla: è la verità di un giorno, di un’ora.
Sono lenti i giornali, troppo preoccupati di non dire troppo, troppo abituati a rimacinare comunicati e a non trovare notizie, troppo attenti a sottopagare i giornalisti e i corrispondenti, ma piano piano ci arrivano.
Il problema è che non sono più quotidiani, non raccontano l’attualità, ma, quando va bene, la storia recente, con tutte le opportune censure del caso (in ambito giudiziario, se si vuol sapere cosa pensano le procure, bisogna leggere i giornali. Ogni tanto, ovviamente, parola alla difesa). Ora c’è da chiedersi: perché acquistare una sintesi mal fatta di ciò che già si sa? Perché leggere commenti che per essere ammessi devono avere le stigmate dell’ovvio? Domande con una risposta semplice ma drammatica.
Ovviamente non è una carattersitica della sola stampa sarda.
Come non sottolineare che i giornaloni italiani non hanno scritto una parola sulla sentenza del Tar del Lazio che ha annullato la nomina del procuratore capo di Roma? Ma allora Palamara aveva e ha ragione! La puzza di complottino aggiustologo intorno alla Procura di Roma, il sospetto più che legittimo che Palamara sia stato indagato, pedinato, spiato e poi colpito perché non funzionale a una soluzione preordinata ha più di un fondamento. Tuttavia, solo Il Riformista ha dato la notizia col giusto rilievo.
Lo scempio di educazione e responsabilità istituzionale andata in scena due giorni fa in Consiglio regionale, con il Presidente in fuga dal Recovery Plan (non è vero che non c’è, c’è, io l’ho visto e fa schifo, è un titolo con sotto una lista disordinata e rivela l’incapacità di mettere insieme una visione strategica, l’assoluta insipienza rispetto ai rischi incombenti sulla programmazione pregressa) e alcuni consiglieri impegnati a bisticciare sul ruolo dato dal Consiglio ai congiunti defunti (una pena, roba da ricovero vero, alla neuro però), tutto questo avrebbe meritato un racconto e un durissimo commento, e invece tutti i giornaloni hanno fatto cronache edulcorate e tutto per quattro soldi erogati dalla Regione.
I giornali si rifiutano poi di fare anche le operazioni logiche più elementari. Mi faceva notare ieri un osservatore attento che se i colori pandemici dipendono anche dal rapporto tra campioni processati e positivi rilevati, è evidente che se la Regione fa 40000 tamponi in uno o due giorni e zero nei successivi, prima o poi ci torna in arancione, ma non per le reali condizioni pandemiche, ma per imbecillità colposa.
Difficile raccontare queste cose? No, semplicissimo, se si sentisse una responsabilità che vada oltre quella dei vecchi ripetitori dell’emittente unica Tele Villa Devoto. Ma non si sente nulla: cuore e cervello si sono appiattiti nelle redazioni. Restano singole individualità che sopravvivono in nome della dignità.
A riprova di quanto scrivi oggi L’Unione Sarda titola in prima pagina a lettere cubitali “Sardi immuni entro agosto”, seppure con una scusante che, ovviamente, non dipende dalla capacità teutonica della Regione, ma dai nemici esterni: “sempre che vengano rispettati i tempi di arrivo delle fiale”. Sarebbe bastato fare due conti e, qualcosa, si sarebbe potuto obiettare all’Assessore alla Sanità ed al Piano Vaccinale della Regione Sardegna invece di prestarsi a fare da “cassa di risonanza” a cose che non potranno mai accadere.
Alla data attuale (ore 19:00 del 21-02-2021) risultano somministrate 73.786 dosi di vaccino, vale a dire 1.447 dosi al giorno. A questi ritmi, “sempre che vengano rispettati i tempi di arrivo delle fiale”, la popolazione sarda (1,65 mln abitanti) verrebbe vaccinata in 2 anni e 2 mesi e 7 gg.
Cosa significherebbe vaccinare tutta la popolazione sarda entro agosto, come affermato dall’Assessore? Essendoci 159 gg e essendo rimasti 1,486 mln di sardi da vaccinare, significherebbe, “sempre che vengano rispettati i tempi di arrivo delle fiale”, vaccinare in media 9.348 persone al giorno, sabati e domeniche e giorni di vacanza compresi. Per avere un termine di paragone l’Emilia Romagna, finora ha somministrato 325.567 dosi, ossia 6.383 al giorno. Nei prossimi mesi dovremmo fare meglio dell’Emilia Romagna.