Gentilissimo senatore,
mi è capitato di vedere in rete il video della festa della squadra di calcio del Monza (lo trovate in calce a questo articolo), nel quale Lei racconta una, a suo modo di vedere, simpatica storiella.
Io non ho né riso, né sorriso, e Lei, giustamente, nel suo lessico, potrà pensare: ” E chi se ne frega!”. Appunto.
Ma Lei è un senatore della Repubblica, è stato un ex Presidente del Consiglio ed anche un pretendente deluso alla Presidenza della Repubblica. E dunque io ho un certo diritto a parlare delle sue storielle perché Lei, mio malgrado, mi rappresenta (art. 67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione….”).
Sono certo che Lei sappia che nessuna donna farebbe mai sesso a pagamento.
Lei è padre e sono certo che non si è mai sognato di dire ai suoi figli che prostituirsi è un mestiere come un altro. Sono certo che soffrirebbe malamente se una persona a Lei cara si prostituisse.
A questo punto Lei mi dirà che la prostituzione esiste da quando esiste il mondo, che è esistita anche la prostituzione sacra, che sono ancora reperibili interviste di prostitute che dichiarano di aver scelto il loro mestiere, che era meglio quando i casini erano aperti perché la ‘gente si sfogava’ e ‘i treni arrivavano in orario’. Avrei molto da ridire sul piano della storia e dell’ermeneutica storica, ma la domanda è la stessa che si farebbe a un bambino: posto che il male esiste, tu perché lo fai? Posto che la prostituzione esiste, tu perché la alimenti e te ne servi?
Come vede, come ci ha insegnato Popper, tutto ciò che è collettivo e asettico nella descrizione a posteriori di storici e sociologi, si traduce per gli individui sempre in una scelta personale.
Di questo, volevo parlare con Lei, senatore.
Lei è mai andato a ‘troie’, come dice Lei?
Lo sa Lei e solo Lei, ma poniamo di sì.
Poniamo che Lei si sia denudato, abbia toccato e giaciuto con una donna cui ha dato dei soldi perché Lei, e solo Lei, facesse i suoi comodi.
Cosa pensa che questa donna pensasse di Lei mentre la toccava o la baciava?
Se non lo sa, può chiederlo a chi ha fatto quel mestiere e ne parla senza menzogne.
Provava schifo, uno schifo così profondo da ritirarsi dal suo corpo, da lasciarlo in uso.
Chi va a prostitute fa una cosa oscena, necrofila, usa un corpo senz’anima, un vivente reso cadavere dalla protervia di un altro essere umano.
Ma il punto di vista della prostituta a Lei forse non interessa e dunque stiamo su quello del cliente pagante.
Cosa prova uno che paga una ‘troia’, come dice Lei?
Il sesso è una cosa semplice, resa complicata dalle culture dei vari popoli. Nel sesso ricondotto alla sua naturalità, non c’è alcun dominio, alcun possesso, alcuna gerarchia. Il sesso è il dialogo emozionale, fisico e giocoso di due mondi diversi, ma alla pari, che usano linguaggi piacevoli se concordati.
Poi ci sono le culture che attribuiscono al sesso quei significati simbolici che soddisfano livelli più infimi dello spirito umano.
Il primo è il piacere del dominio.
Il secondo è la convinzione di piacere e la ricerca di conferme.
Il terzo è la soddisfazione pura del solo proprio istinto che viene censurato nella vita sociale.
E qui bisogna aprire una parentesi. Molti uomini di potere recitano la parte dei gentili e dei civili in pubblico. Fanno gli esteti del bon ton.
Per esempio, dicono di Lei che le capitava di ospitare importanti uomini politici che non sollevavano la tavola del water quando andavano a urinare con poca mira, e che Lei provvedesse a andare in bagno prima che altri vi si recassero per pulire e togliere dall’imbarazzo gli altri invitati.
Lodevole, se vero.
Ma poi capita che chi (non dico Lei, ma uno con attenzioni simili alle sue) è così attento ai dettagli del decoro (e dell’igiene), chi in pubblico appare civilissimo senza mai perdere la calma, senza mai usare una parola di troppo, abbia bisogno di fare la bestia per riconciliarsi con la sua natura più recondita che ha nascosto, e non risolto, dentro di sé.
E allora va a prostitute e le prostitute, con l’ebrezza (finta ma tangibile) di dominio, di potenza e di compiacenza, che procurano, diventano una droga, l’unica droga per sconfiggere le ansie, le paure, le decadenze, il peggio di sé.
Ma Lei insegnerebbe ai suoi figli a fare gli eleganti in pubblico e le bestie in privato usando il corpo altrui e ferendone a morte l’anima? Credo di no. Spero di no. Lei insegnerebbe a usare le persone, comprandole, come droga della propria psiche irrisolta? Credo di no, spero di no.
Ognuno sa di sé, in privato, senatore Berlusconi, ma sappia che Lei nella sua storiella non ha rappresentato gli italiani (anche quelli come me che si sentono italiani solo pro tempore), Lei ha rappresentato le bestie. Ci pensi, se crede, e pensi a quanto tristi siano apparsi i suoi commensali a ridere di una battuta assolutamente ignobile pur di compiacerla. Si ricordi, senatore, che gli antichi hanno insegnato che chi vuole tutto e prende tutto, anche le persone, non guadagna nulla nell’unico luogo dove si contano, non in denaro, i profitti di una vita.
1. Anni fa, in un paese scandinavo, in un supermercato, un commesso giovane mi chiede da quale paese vengo. Rispondo: dall’Italia. Si mette a ridere.
2. Nel 2012 l’attore britannico Sacha Baron Cohen, molto noto ed apprezzato, interpreta, nel “Dittatore”, un emiro dittatore, per l’appunto, il quale in una scena, congedando una prostituta, dice, riferendosi anche ad altre, “ora vi faccio salire su un aereo e vi spedisco dal premier italiano”. I film di questo attore sono ferocemente satirici. Chi potrebbe essere il suo omologo italiano? Forse solo Crozza. Altri italiani hanno definito la persona in questione patriota e la indicavano come degna di diventare Presidente della Repubblica. Il suo matrimonio o quel che è, con la giovane dama ossigenata che si vede accanto a lui nelle filmino (avrà riso anche lei?), deve essere un vero e puro idillio.
Dario, non sono minimamente d’accordo, ma mi rendo conto che non serve convincerti.
Paolo, ma in che mondo vivi? Sveglia, nel mio condominio ce n’è una che con i soldi che ha fatto ha mandato la figlia a studiare a Milano, ormai per lei è un lavoro come gli altri. E quelle che vengono dall’Est, si caricano di soldi prostituendosi in Italia e poi in patria col ricavato riescono ad aprirsi un’attività? E le studentesse che mettono annunci per pagarsi le rette sempre più alte? E le minorenni che la danno agli imprenditori solo per comprarsi abiti firmati e fare vita di lusso? Comoda poi, fare le povere vittime. Per me il male alberga anche nel cuore di molte prostitute. Anche Gesù disse alla prostituta: Va’, e non peccare più. Non peccare più significa che il male lo commetteva anche lei. Quindi finiamola per favore col difendere tizie che volontariamente si vendono e si sono assuefatte a questo vizio per comodità. La colpa non è solo dei clienti, se una vuole davvero uscirne va anche a fare altre attività, non continua per anni e anni. Sono vittime solo se ci sono sfruttatori chiaramente identificati che le tengono legate a sé con la violenza.
Dario, se non fossi educato, le risponderei malamente.
Non è comunque vero che proprio tutte le prostitute provino solo schifo per quello che fanno, specie se sono escort di lusso. Non esageriamo col femminismo adesso. Ok rispetto, ma ci sono anche le maiale, la perversita’ sessuale della donna non è solo una favoletta.
Nulla di nuovo nello squallore dei comportamenti umani, resta assordante il nostro silenzio.
Ho sentito; esterrefatto; l’intervento odierno (15.12) di un noto giornalista e direttore di un quotidiano nazionale (risentire la trasmissione) che commentando in diretta ; su radio 3; le notizie della stampa quotidiana ha interloquito con una insegnante che; anch’essa; in diretta durante una lezione di educazione civica ai suoi alunni delle medie inferiori; condannava come indegne le parole; apparentemente scherzose; del Senatore Berlusconi circa il possibile “premio” in prostitute ai giocatori del Monza. Il Direttore Stefano Feltri; stimata penna del giornalismo italiano; ha redarguito l’insegnante per un uso “improprio” delle comunicazione nel contesto scolastico e per aver voluto esprimere il suo “pensiero politico” su Berlusconi. Che macroscopico errore; per in giovane Direttore di giornale; confondere il piano politico del personaggio (la responsabilità delle cui azioni politiche rende all’elettorato) con il ruolo morale; civile ed etico di rappresentanza delle istituzioni; esercitato in tutte le manifestazioni rese in pubblico (la cui responsabilità ha nei confronti di tutta la società civile compreso i minorenni). Quindi non un pensiero “politico ” esprimeva l’insegnante ma stigmatizzava alla scolaresca; nel giusto periodo dell’età formativa; la scorrettezza (è un eufemismo definirla cosi’) del comportamento di un senatore della repubblica. Tutto cio’ senza voler scomodare gli anni nei quali le televisioni private della stessa proprietà hanno diffuso ampi messaggi sulla mercificazione del corpo e del ruolo della donna nella società contemporanea. Il vero sconcerto resta ; infine; non che un pezzo; si spera ridotto della società; condivida il pensiero ed i comportamenti del “senatore” quanto che il restante “pezzo”; sopratutto quello intellettualmente piu’ “allenato” (forse) non difenda; ma anche derida; l’operato di chi cerca di insegnare ai giovani in formazione i corretti rapporti di morale e etica tra di loro e con il resto dei loro simili.
Si chieda questa destra, ma soprattutto chi l’ha votata, se devono fare una riflessione sulla opportunità di aver sostenuto Berlusconi a presidente della Repubblica.
Trent’anni di miserie, di leggi ad personam, di truffe allo stato, di collusione con la mafia, di ricchezza carsica.
Una vita fra le nebbie e lo scuro!
Immedesimarsi nei panni dell’altro, fosse anche una prostituta, al fine di capirlo, è pratica nobilissima ma, ahimè, rara. Per questo, quando ne incontro un raro esempio, sorrido…. Grazie, Paolo
… POTENZA DEL DANARO (chi est sempre malu, mescamente fartzu ca est “elastico”) e faghet totu e a totugantos a merce, venduta e vendibile, comprata e comprabile. Totu mercadu, comporados e comporadores.
Deo, in su pagu chi conto (= bàlere), poto nàrrere chi Silvio a mie no mi at mai rapresentadu. No solu ca, comente apo chircadu de ischire e cumprèndhere carchi cosa de sa realtade istórica e política de nois Sardos e de sa Sardigna, fintzas intrendhe in ruolu (1979) coment’e docente de iscola in Sardigna apo rifiutadu de zurare «fedeltà alla Repubblica italiana» (tandho bi fit ancora su Decreto del Presidente della Repubblica chi l’imponiat a sos “pubblici ufficiali”) ma fintzas ca – sos annos cun àteros cumpanzos de Su Pópulu Sardu fimus intrados in su PSd’Az ca nachi fit indipendhentista – a propósitu de votatziones a su Parlamentu italianu deo naraia chi fit assurdu e irballadu a bi mandhare Sardos pro contare che a s’assu de bastos e a sighire a coltivare sa dipendhéntzia e, podindhe fàghere solu pagu, nessi una cantone apo postu a «Sos carrammerda sardos» (deo so créschidu in logu de muntonarzu e de bestiàmine e a su chi su campidanesu narat «carrabbusu» chi paret prus delicadu li naro cudh’àteru prus cadhotzu e fragosu).
E a su Parlamentu italianu no bi apo votadu prus a neunu e mai prus neunu mi at rapresentadu e ne rapresentat, ne ‘malos’ e ne ‘bonos’. In sa paghidade mia fato su chi poto (ma, creo, prus pagu de su chi tio pòdere); a donzi modu chirco de fàghere sos contos cun sa libbertade e responsabbilidade mia. Si neune mi rapresentat… andhent in bonora (ma semus andhendhe innoromala, si aimus cumpresu comente e proite e cun cale fàghere, trojas o no trojas e merce o no merce).
Ciò che veramente scandalizza è che gli italiani abbiano votato per tanti anni simili incompetenti come se avessero poca stima di sé e di tutti gli altri. Ridono pure.
Vecchio senatore cosa vai cercando
In quel portone
Forse quella che sola ti può dare
Una lezione
Quella che di giorno chiami con disprezzo
Pubblica moglie
Quella che di notte stabilisce il prezzo
Alle tue voglie