Oggi le cronache dicono che il sindaco Nizzi avrebbe affermato che il Piano Mancini era tecnicamente sbagliato e che quindi bisogna fare un nuovo Piano e che lui è pronto ad agire appena la Regione lo chiamerà.
Chi ha detto che il Piano Mancini è tecnicamente sbagliato?
Risposta presumibile di Nizzi: il Servizio di Valutazione Ambientale della Regione Sardegna che ha dato esito negativo alla VIA.
Ovviamente Nizzi non risponde di questo atto, di cui però deve rispondere il Presidente della Regione che sa perfettamente che la decisione negativa della direttrice del Servizio Sva, oggi in pensione, è avvenuta contro il parere degli istruttori e in contrasto con tutte le decisioni precedentemente assunte su progetti analoghi e in contrasto con le procedure applicate nella VIA nazionale.
Quindi, per essere precisi, il Piano Mancini è stato bocciato da “originalità amministrativa”, non da difetto tecnico.
Per carità, e solo per carità, mi astengo dal commentare le parole pronunciate in Consiglio regionale dall’Assessore ai Lavori pubblici che ha annunciato il parere di un ‘soggetto terzo’ (i primi due sarebbero il Piano mancini e quello del Comune di Olbia). L’unica obiezione che farei all’assessore è fargli notare che sta invocando un parere terzo rispetto a se stesso, cioè sta dubitando di sé, visto che il Piano Mancini è la Regione. Auguri! Kafka era un principiante.
Inoltre, sotto il profilo tecnico, il Piano Mancini si è sottoposto a tutte le verifiche – e le ha superate – negli organi deputati alla valutazione dei progetti senza alcuna interferenza politica. Non mi risulta che altri progetti abbiano avviato alcuna procedura per essere valutati tecnicamente.
Non solo: tecnicamente parlando, il programma elettorale di Nizzi 2016 riportava un’idea progettuale sensibilmente diversa da quella propagandata successivamente e mai sottoposta tecnicamente all’iter di una variante di Piano di Assetto Idrogeologico, quindi quando Nizzi ritirò, come Sindaco, la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale del Piano Mancini, su quali basi tecniche agì, privando Olbia dell’unico iter di protezione idrogeologica in atto?
La tecnica in questa questione non c’entra nulla. Nizzi e Solinas devono trovare il coraggio di dire che hanno bocciato il Piano Mancini per ragioni politiche senza aver istruito niente di alternativo al punto che Olbia è, ad oggi, ancora protetta dalle sole misure di salvaguardia varate dal Comitato Istituzionale da me presieduto a fine 2015. Ma se Nizzi questa responsabilità politica se l’ha sempre assunta – dovrebbe solo abituarsi a dire che il Piano Mancini a lui non piace, non che il Piano Mancini è sbagliato tecnicamente – e oggi la attenua con questa fesseria della bocciatura ‘tecnica’, il Presidente della Regione da un po’ è ammutolito, perché forse ha cominciato a capire che lui, in quanto Commissario per l’emergenza idrogeologica, non può agire solo politicamente, ma anche tecnicamente, e, tecnicamente parlando, avrebbe avuto il dovere di difendere il Piano Mancini e la città di Olbia. Invece, il saponettissimo, assente nella riunione di Giunta che boccia il Piano, tace.
Poi i giornali dicono che il sindaco avrebbe parlato della demolizione delle opere incongrue, le quali starebbero procedendo.
Qui mi sento toccato da sincera ammirazione per la faccia tosta, perché le deleghe per procedere all’abbattimento delle opere incongrue sono in possesso del Comune da ormai un quinquennio. Con quali criteri di urgenza e pericolosità si è agito per essere ancora imbrigliati in questa che è una grandissima urgenza? Con quali valori “tecnici” sono state decise le priorità? Quale impulso politico ha avuto questo segmento della storia tutto nelel mani esclusive dela Comune di Olbia?
Questo per dire che ‘tecnicamente parlando’ è meglio non scaricare sugli altri le proprie responsabilità, perché si rischia di svegliare e irritare anche chi ha scelto di ritirarsi dalle folle e si sente lontano mille miglia dal perverso meccanismo della politica di dover piacere al popolo.
Chiedere conto al Direttore del Servizio di Valutazione Ambientale mi pare cosa buona e giusta. Altrimenti non ha senzo la separazione (nei fatti teorica) tra politica e amministrazione. Il problema è che non fa notizia. Ma è sintomatico di una sudditanza degli organi mministrativi rispetto a chi li ha nominti. Gravissimo problema mai troppo affrontato,
… e si, invetze, ‘Giove Pluvio gIrato di palle’ est s’ocasione bella pro fàghere unu bellu muntonedhu de àteros afàrios, amigos, relazioni, piagheres, votos, acotzus etc.? Fare e disfare no est totu a fare? Tantu, a mòrrere tocat (a chie tocat tocat), cun sa cuntentesa, a fàghere torrare in paris sa ‘bilància’, de cudhos chi cun sos disastros comintzant a ríere. E si est a chircare unu ‘responsabile’… tia cherrer bídere si carchi magistrato agatat a ‘Giove Pluvio’! O si agatat su tempus.
E nois creindhe chi tenimus guvernantes, amministradores! (e sempre betendhe a méschiu che a sos votos, faghindhe, nadu a s’italiana, di ogni erba un fascio, ca a chircare de ischire e cumprèndhere est prus difítzile de fàghere tifu che a sas partidas e prus difítzile de ríere pro piaghere.)
Dio non voglia che Giove pluvio si svegli girato di palle