di Paolo Maninchedda
Avantieri ho risposto ufficialmente alla mail inviatami dal sindaco di Olbia, spiegando che:
1) le leggi individuano chiaramente le responsabilità rispetto agli interventi urbanistici comunali e rispetto alla vigilanza e manutenzioni del sistema idrografico dei Comuni. Queste responsabilità non sono della Giunta regionale e sono del Comune;
2) esiste una prossimità della Regione al Comune di Olbia rispetto al rischio idrogeologico che si è esplicitata in finanziamenti pari a 16 milioni di euro dal 1996 ad oggi;
3) esiste una storia di ferite urbanistiche inferte al reticolo idrografico di Olbia che è tutta e interamente in capo alle amministrazioni comunali;
4) esistono situazioni di pericolo la cui rimozione è stata finanziata dalla Regione (si veda il rio Gadduresu) ma che ancora persistono e non sono state rimosse dal Comune;
5) la Regione negli ultimi mesi ha accolto tutte le richieste del Comune di Olbia, dall’istituzione del tavolo interassessoriale all’individuazione della data del 16 settembre, proposta dal Comune di Olbia, per le conclusioni dello Studio Idraulico condotto dal prof. Mancini, il quale studio, finalmente, potrà determinare le priorità degli interventi (e pertanto, per volontà del Comune di Olbia, prima del 16 settembre non sarà possibile determinare il Piano degli interventi);
6) la Regione ha modificato la norma varata dalla Giunta Cappellacci in modo da poterla utilizzare anche per il ripristino delle opere pubbliche danneggiate;
7) la Regione ha incontrato tre volte gli amministratori comunali di Olbia; la prima volta, a fronte della manifestata opportunità di stanziare 2 milioni di euro, il sindaco e gli altri amministratori presenti (alla presenza di funazionari regionali che possono confermarlo) aveva dichiarato la insufficienza dello stanziamento e aveva proposto 3 milioni e mezzo. Ne sono stati stanziati 5;
8) i criteri di riparto sono tutti interni alla delibera e ampiamente verificabili, l’unica eccezione è proprio Olbia che ha una dote finanziaria di cui può disporre liberamente alla luce delle risultanze del tavolo interassessoriale sullo Studio Idraulico.
Detto tutto questo, la Regione sarà sempre vicina a Olbia per la ricostruzione, sempre lontana da gazzarre che vogliano occultare tentativi di chiamata di correità rispetto a un disastro urbanistico sul quale questa Giunta non ha alcuna responsabilità. Pertanto, se la richiesta del Comune di Olbia è una lex specialis per la ricostruzione, io sono d’accordo, ma l’interlocutore è il Consiglio regionale, nel quale non mancheranno però le legittime richieste anche di altri territori. Se il Consiglio regionale della Sardegna è in grado di reperire le risorse per la ricostruzione (425 milioni di euro stimati dal Commissario), la Giunta regionale è pronta a fare la sua parte.
Viceversa, se si dovrà procedere con i pochi soldi disponibili, allora è sempre possibile porre in legge un meccanismo di riparto sulle sole zone colpite da eventi alluvionali e non anche su quelle esposte a rischi di varia natura, in modo da non affidare il riparto alla valutazione degli uffici ma a un meccanismo automatico.
Infine, se invece si manterrà l’impostazione attuale, che finalmente e per la prima volta dispone di una mappa che incrocia i rischi censiti dal Pai e quelli del Piano stralcio delle fasce fluviali e si vorrà procedere finanziando di anno in anno il finanziabile, si accetti la fatica difficile del fare in condizioni di restrizione finanziaria e non si insegua questo o quel capopopolo che eccita gli animi in casa e abbassa la coda all’ ‘estero’.
Infine, leggo di un invito di un amministratore di Olbia a guardarmi in casa rispetto a scempi urbanistici. Lo faccio volentieri e a testa alta. La mia casa e quella di mio padre che ho ereditato, non sono in zone protette, non insistono su canali tombati, non sono vicini a fiumi o al mare; la casa di mio nonno a Maddalena è nel centro storico. Io sono pronto a verifiche pubbliche del mio operato, per cui continuo a dire che in Gallura negli anni si è sbagliato, si è costruito male e dove non si doveva costruire e oggi il conto delle responsabilità non può essere scaricato su una Giunta che in cinque mesi ha fatto quello che il Governo nazionale e altre istituzioni non hanno fatto in anni.
Non ci stiamo a sentirci dire: “Se piove e succede qualcosa è colpa vostra”. Non è colpa nostra, ma noi siamo in campo a lavorare per risolvere problemi non per cercare colpevoli.
Muore il bue e l’asinello, muore la gente piena di guai, ma i… non muoiono mai!
Chiarezza… e trasparenza!
A INNANTIS