E dunque oggi il Pd affida la sua fatwa contro Matteo Renzi a Graziano Delrio.
La cosa è emetica.
Lungi da me essere un sostenitore di Renzi. Potrei dire di essere una vittima indiretta dei suoi anni luminosi, quando era difficile trovare un piddino sardo che non stesse ai suoi piedi.
Ricordo ancora l’incontro per le elezioni politiche con un emissario allora renziano: l’ex sindaco di Torino Fassino. Quando, alla presenza del senatore Cucca, gli dissi che noi eravamo indipendentisti, sobbalzò, manco avessimo avuto la lebbra. Dovetti spiegargli che eravamo pacifisti, libertari, antiinsurrezionalisti, antinazionalisti, ma capii che era tutto inutile.
Nei suoi occhi brillava lo spirito indomito di Vyšinskij e la sua naturale tendenza a radicalizzare le differenze per eliminarle. Finì come finì: lì il Pd scelse di perdere le regionali oltre che le politiche.
Allora il Pd inseguiva bavoso il Psd’az e Solinas li infioccinò non per convinzione (aveva fatto un lungo percorso di avvicinamento con Soru; aveva garantito la seconda vittoria di Zedda candidato sindaco; si apprestava a entrare in Giunta con Pigliaru facendo fuori noi e altri) ma per sondaggio. La Lega aveva la vittoria in tasca, gliela mise sotto il naso e l’uomo meno fedele a qualsiasi convinzione al mondo si allocò al Senato. Noi, che incontravamo il Psd’az nella speranza della Convergenza Nazionale sarda, capimmo che si era girata pagina.
Perché ne parlo? Perchè oggi il Pd sta realizzando puntualmente la desertificazione della sua area liberal.
Il disegno politico è rifare una Sinistra non liberal, una Sinistra dogmatica, presuntuosa e di potere, costituita con i Cinquestelle e con Leu. Si arriva, sull’altare di questa follia a mandare in Tv uno come Bonafede, che determina in persone normali come me, che conoscono la devastazione del diritto prodotta da questo ministro della Giustizia, un senso di contrapposizione civica irremovibile. Bonafede ha su di me lo stesso effetto peristaltico di Davigo, roba da diverticolite acuta.
Questa è la Sinistra che da sempre demonizza e distrugge sul piano personale gli avversari, come sta facendo ora con Renzi (che a sua volta lo fece con i suoi oppositori, fin dalla ‘rottamazione’ iniziale, patendone oggi la pubblica vendetta).
È questa sinistra produttrice di passaporti di moralità e civiltà e di condanne politiche e morali devastanti che oggi santifica Conte.
Renzi sarebbe inaffidabile e invece Conte santo.
Solita semplificazione derivata dagli schematismi tattici post comunisti. Non conta il vero, per un comunista di formazione, né il possibile, né il ragionevole, conta solo l’utile per il potere.
E Renzi oggi è un fastidio per il potere della Sinistra. Ammazzato Renzi, si pensa di potersi poi rivolgere contro la Meloni, vero pericolo italiano. E invece anche i ciechi vedono che la Meloni si rafforza terribilmente dalle faide sovietiche scatenate dal Pd.
Ma si sa, a Sinistra si odia più l’avversario interno di quello esterno (potrei scrivere un libro sull’orda di cani famelici scatenatimi contro dai tempi di Soru e oggi a cuccia, pronti a scatenarsi su altra preda).
La beatificazione di Conte è repellente.
La Sinistra dimentica la prossimità di Conte a Trump, la nasconde, ma è lì, sotto gli occhi di tutti. La celebre conferenza stampa del 2018 nella quale i due si abbracciarono e si dichiararono reciprocamente uomni che presiedevano governi del cambiamento. Le lodi di Trump per la politica di Conte sui migranti, che era la politica di Salvini e che oggi Conte dimentica insieme agli imbarazzanti ‘non ricordo’ di Toninelli al processo siciliano sulla Nave Ricciotti.
Conte, che parlamentarizzando la crisi vuole apparire come il garante della Costituzione italiana, è lo stesso degli incontri con i servizi segreti americani a non si capisce bene far che cosa (ma si è capito che il generale Carta non deve aver dato la sponda giusta se poi è stato mandato via dai Servizi); è lo stesso che ha privatizzato le immagini della Presidenza del Consiglio non più gestite dal servizio pubblico (si fa per dire) della Rai, ma registrate e fornite da una società esterna funzionale alla propaganda di Stato; è lo stesso che voleva tenere il Recovery Fund come una cosetta riservata tra lui e un gruppo ristretto di manager alla Arcuri; è lo stesso che ha ondeggiato tra aperture e chiusure sulla pandemia; è lo stesso che non ha partorito uno straccio di riforma strutturale del sistema Italia manco a pagarlo; è lo stesso che non ha risolto una che sia una crisi industriale italiana.
E questo Conte sarebbe il prediletto dal mondo cattolico? Ma da quale mondo cattolico, da quello di potere, da quello dei vescovi uguali ai direttori generali dei ministeri, non certo dai cristiani affascinati da Gesù Cristo e quindi molto distanti dagli intrecci di questo mondo. Chi è cristiano non è di questo mondo, ci vive, ma con un distacco che non giustifica la foia di taluni a trovare soluzioni quasi sempre conservatrici, quasi sempre orientate a lenire, sedare, comprimere e a integrarsi nel successo, tra coloro che vincono.
Una cosa deve sapere il Pd: sta facendo di tutto per aumentare la fascia di coloro che, se domani si dovesse andare a votare, non saprebbero a chi dare il voto.
Non pensino di affidarsi al giochino “O voti me o vincono i fascisti” perché non funziona più. Devono cambiare loro, in profondità, finirla di essere dei volgari opportunisti dell’occupazione del potere, finirla di promuovere mediocri a ruoli di responsabilità in nome della fedeltà alla parte (e da qui la genealogia dei mediocri, con il portavoce del ministro Franceschini – Francescini lo ricordo nei corridoi di Marini e da quella impostazione non si è mosso – nominato nel CdA del Museo Archeologico di Cagliari. Perché? Boh, non si sa. Certo il suo CV è infinitamente inferiore a gente come Attilio Mastino, Momo Zucca, Rubens D’Oriano, per fare tre nomi, ma lui è il portavoce di Franceschini, e che cazzo!).
Il Pd deve finirla di essere centralista, sabaudo, ministeriale: deve pensare una nuova Italia, federalista, un’Italia che la finisce con la menzogna dello Stato unitario. E invece no. Oggi il paradosso è che Delrio pugnala Renzi, uno che lo ha fatto grande, e Zanda, un vecchio arnese come Zanda, dice la verità. Questo è il Pd: lo scempio della ragione con un odio latente per la dissidenza interna. Auguri.
Credo che la personalizzazione della politica abbia fatto disastri. Benché conosca molti di sinistra, rigidi, dogmatici , convinti di conoscere solo loro il verbo, non credo tutto nasca dal PD. Questo radicalizzazione del confronto con offese gratuite e inventate nacque con Berlusconi. L’insulto è stata la strategia linguistica più praticata, anche nei confronti di settori economici, vedi docenti e PA. Ciò ha creato tensione ed ha impedito di vedere bene.
… Certo che a Sinistra di Fratelli d’Italia riscuoti sempre meno simpatie : questa su Fassino non la conoscevo …miskinetto ! Del Rio invece è “compatibile”, visto che tiene famiglia numerosissima. Però il fatto che il PD sardiGnolo stia “perdendo” la sua area liberal, visto che non è il solo a perderla mi pare da ottimista come sono una buona notizia … quasi insperata. Le altre cose sul PD local sono intrinseche e fanno da sempre a pugni con il loro tacitato DNA quantomeno autonomista : sanno che sbagliano e continuano a sbagliare. Come quando Zedda il Grande espulse il Psdaz dalla sua Maggioranza ( …credo di esser stato l’unico tesserato di allora ad essere contrario all’accordo cagliaritano, come per quello
Oristanese… ed infatti …) .Il resto è sempre la stessa politica estera becera e autolesionista tipicamente ItaGlianStyle… poveracci !
“Vittorini se né ghiuto e soli ci ha lasciato”.
Non cambieranno mai!
Analisi pienamente condivisibile. Il problema di trovare un valido assetto di governo secondo me è ancora più grave per la Sardegna. I cinque stelle, che alle ultime politiche erano di gran lunga il primo partito, in soli due anni sono riusciti, da noi, a distruggersi completamente. Il profondo vuoto, soprattutto di credibilità che si è generato verrà comunque colmato. L’ ennesima occasione da non perdere per le forze sinceramente indipendentiste.
Uno dei tuoi post più intensi, costringe a ragionare e rappresenta tutto il disagio di chi sperava nel cambiamento
Che dire? coincide esattamente su come anch’io la pensi sul PD.
Non conta il vero, per un comunista di formazione, né il possibile, né il ragionevole, conta solo l’utile per il potere.
Parole sante Paole’ 👏👏👏