Verrebbe da iniziare in modo diretto e azzimato: perché non ve ne andate nel più cupo degli affanculo del vostro mondo parassitario e sanguinsughesco? Ma suonerebbe male, andrebbe a confermare la maldicenza sul mio cattivo carattere ecc. ecc.
Per cui iniziamo in modo tradizionale: occorre immaginarsi l’ipostasi dell’uomo politico in tutte le sue rotondità fessurate, con occhi naso e bocca ben collocati sul naticoforme volto, insomma occorre immaginare la migliore faccia da culo istituzionale che possa essere concepita non da Morandi o da Dalì, no, direi da un misto tra Botero e Paolo Eleuteri Serpieri e Andrea Pazienza, una faccia da culo chiaroscurata, anche a colori, con un suo fascino diabolico, caravaggesca, non puttanesca, ma meretriciotto andante.
Ecco, fatto questo esercizio figurativo (la mente pensa e conosce meglio per immagini) siamo pronti a esaminare il Progetto di Legge n.82, presentato il 25 febbraio 2025 come se fosse un’educanda di un collegio svizzero e, come accade a tutti gli aspetti dell’umanità che mentono sulla propria natura, trasformatosi in itinere in una maitresse da bordello portuale di Antigua nel XVII secolo.
Il presentatore è il nostro amico Roberto Deriu, noto ai lettori di questo blog come su mazzone ‘ezzu del Consiglio, scetticamente furbo, dubbioso su se stesso e sugli altri, dotato di una vescica natatoria che garantisce un galleggiamento che manco Luna Rossa, teorico dell’ineluttabilità dell’uso del male in politica ma solo se esercitato con la dovuta contrizione morale e estetica, insomma un proteiforme che manco il demonio, il quale, però, ha, in un certo qual modo, un suo senso della misura e dunque ha presentato una ‘banale’ legge di proroga delle elezioni provinciali per dare il tempo ad alcuni comuni di decidere se stare o no nelle città metropolitane. Sia chiaro, secondo l’estetica Deriu, tutto deve sembrare banale, ma niente deve esserlo, per cui chiaramente la proposta era anche il tentativo di allungare un po’ la vita dei commissari e degli amministratori delle province. Insomma “dal letame nascon i fior” e dunque cospargiamoci un po’ di letame che male non fa, ma con stile e contrizione.
Fatto è che questa educanda svizzera con perizoma e top opportunamente occultati, giunge in commissione dove, diciamolo pure, non è che si pasteggi con posate d’argento e servitù in livrea, il ruttino scappa, c’è chi usa il gomito e non il tovagliolo, insomma, il livello si abbassa, e il lodo incipriato di Deriu ha fatto fatica a tenersi gonna e camicetta, taillerino e cappellino in mezzo ai capi di Nassau nel XVIII secolo. E dunque cosa ti ha combinato questa allegra brigata di uomini di braccio e di panza? Ti ha zaccato lì un bell’articolo 3 bis con il quale, poiché alcuni loro sottotenenti incaricati di fare i commissari e gli amministratori delle vecchie province rischiavano di dover tornare a lavorare, te li ha collocati a stipendio invariato dentro un fantomatico “Organismo per il riordino territoriale”, organo consultivo della Giunta, che avrebbe il compito di concludere il lavoro che i commissari e gli amministratori non hanno ancora concluso. È nato un nuovo, comodissimo poltronificio Todd.
Servono spiegazioni ulteriori? Credo proprio di no.
Viva i pirati! Viva la pirateria! Viva il parassitismo istituzionale! Suvvia, intoniamo all’unisono:
Quindici uomini sulla cassa del morto
io-ho-ho, e una bottiglia di rum!
la bottiglia e il demonio han pensato al resto
io-ho-ho, e una bottiglia di rum!»
Abbiamo perso l’ottimo esercizio della riflessione,la pubblicità che ha condizionato al messaggio visivo e immediato,i nostri politici,tutti,giustificano i loro alti stipendi,tesi più sostenuta dalle sinistre che destre,sia dovuta al pericolo della corruzione( che arriva lo stesso),in tutti gli altri Paesi europei gli stipendi sono di molto inferiori dei nostri eletti, fa pensare che in loro la paura della corruzione non esiste,oppure sono i nostri che sono deboli verso l’onestà,per questo prendono la medicina? Meditate gente meditate.
Ci sono molti modi di delinquere:
per me fra questi ideatori e soprattutto gestori di poltronifici e gli ideatori ed esecutori di assalti ai furgoni non ci sono differenze. Sono convinto che i primi purtroppo sono numerosissimi, troppi, fanno scuola. Allora che dire?
“Chi ti currat sa giustizia de Serramanna”.
Ovviamente in senso metaforico mi.
Si può dire …sa matta chi bi ettene!
3 bis, Un profondo senso di nausea!
Vergogna!
Proff l’esito del Referendum del 2012 serve a qualcosa dato che i sardi avevano deciso di lasciare solo le quattro province storiche abolendo quelle istituite dalla Regione mi pare proprio di NO, i Comuni del Sassarese e Cagliaritano ed Oristanese hanno già deciso a quale provincia aderire credo di NO , le province sono un altro poltronificio
Obelix colpisce ancora,ma lo sa che gli enti pubblici pagano grazie alla Consip l’energia elettrica delle scuole e di tutti gli enti ,costretti dal cappio Consip a € 0,60 a kilowatt.. fatti tutti i conti????
Finirà mai l’orrendo poltronificio creato e gestito da questa allucinante amministrazione regionale? Finiranno mai i soldi? Quando indagherà la Corte dei Conti su questo spaventoso scempio?
HONESTÀ HONESTÀ HONESTÀ! 🤮🤮🤮
Un ulteriore commento sulla inutilità delle province del Nord Sardegna. Tutte le funzioni sono state attribuite alla MULTISS per cui il vero presidente, assessore etcc è il Direttore Generale della Multiss ,area PD, che tra l’altro è consigliere regionale. Continua di fatto, poiché è sempre presente in azienda, alla faccia della incompatibilità, a dirigere il tutto . Si è fatto sostituire dalla Presidente del consiglio di amministrazione che è stata nominata da Lui.
Le cosiddette province del Nord Sardegna sono un Ente pagatore, senza nessuna valutazione economica dei servizi prestati, della predetta Multiss
Sì, ma la procheriola non l’ha fatta Deriu, non scordiamocelo, lui ha solo fornito il driver.
Quando osservo Deriu che parla in consiglio mi arriva , e lo riconosco me stesso, un insolito pensiero: Ma non sarebbe meglio che fosse sostituito da una “Intelligenza Artificiale”?
Si, lo ammetto è un concetto distopico , ma se si possono fare a meno di alcune categorie di lavoro perché non anche gli operatori istituzionale? Tanto la politica lì si è ampiamente dileguata da anni.
Ma chi Don Deriu? Con la voce suadente e dimessa macina nomine nomine e Kit di sopravvivenza per se è i suoi adepti
Che schifo
Il 7° rinvio delle elezioni provinciali in Sardegna.
“Se tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”: Questa famosissima frase del Gattopardo è diventata l’emblema del Consiglio regionale della Sardegna, considerato che non si perde occasione per parlare di “rinnovamento”, di “cambio di passo”, di “alternativa”, ed invece, da undici anni si fa finta di cambiare le regole e le leggi in atto, per un interesse generale superiore, ma al contrario, si tratta sempre della cronica incapacità di decidere definitivamente con norme giuridiche capaci di rendere operative l’ istituzioni provinciali. Le stesse “costituzionalmente garantite” si vorrebbe rinnovarle con banalissimi discorsi e improbabili modifiche legislative nazionali, che tardano ad arrivare, mentre in tutto il paese, altre 82 province funzionano regolarmente dal 2015. L’ultimo esempio? La richiesta di rinvio in Sardegna delle elezioni provinciali, per la settima volta, per un altro anno. Questo è l’ultimo disegno di legge presentato, in data 24 febbraio 2025, dal consigliere regionale Deriu e condiviso dalla Commissione Autonomia, in cui si chiede il rinvio, compresa un’altra proposta di legge “nazionale” che dovrebbe essere approvata dal parlamento italiano per cambiare il sistema di elezione “indiretta”, a quello di elezione “diretta” degli organi di governo provinciale in vigore dal 2014 (L.56/14) e perfettamente funzionante fra tutte le provincie italiane, fin dal 2015.
Nel ricordare le vicissitudini che travolsero il concetto di “provincia”, compreso il referendum del 2012 con per ciò che resta delle stesse, in Sardegna sono state sempre “governate” da diversi commissari straordinari incaricati dalla Presidente della Giunta regionale, “in contrasto con gli artt. 48 e 51 della Costituzione, i quali riconoscono il diritto di elettorato attivo e passivo poiché ai sardi è stato sempre impedito non soltanto di poter adempiere da ben 13 anni, al diritto/dovere di esprimere il loro voto , ma gli è stata anche preclusa la partecipazione attiva delle decisioni riguardanti le vecchie e le nuove Provincie”. A parte l’abrogazione referendaria del 2012 con la quale venne decisa l’abolizione delle stesse, poi ripristinate dal 2014 con la legge di “carattere economico e sociale” la n. 56/2014 (c.d. legge Delrio) , che ha disciplinato sia il riordino delle stesse, dal comma 51 fino al comma 100 dell’art. 1, sia l’istituzione delle città “metropolitane”, delle regioni ordinarie nonché quelle a statuto speciale, che hanno dovuto adeguare i propri ordinamenti interni nei “dodici mesi successivi dalla entrata in vigore della medesima”.
Tale riordino, la Regione Sardegna, lo ha concretizzato con la L.R. n. 2 del 4 febbraio 2016, (legge Erriu) ottemperando così a tale disposizione legislativa nazionale, recependo senza modifiche, la composizione degli organi, quali il Presidente della Provincia, il Consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci. Questi organi, che dovevano essere composti ed eletti non più direttamente “fra” e “dai” cittadini di ogni provincia, ma “indirettamente” ed esclusivamente “da” e “fra” tutti i sindaci e consiglieri comunali dei comuni appartenenti alle vecchie e nuove provincie della Sardegna, senza ulteriori costi aggiuntivi, non sono mai stati votati ed eletti fino ad oggi. Con tale norma nazionale veniva anche eliminata l’elezione diretta dei suoi organi legislativi (consigli provinciali) ed esecutivi (l Presidente) mentre le giunte provinciali furono abolite. Non solo, con la legge regionale, furono definite esattamente, come nella legge Delrio, non solo le funzioni delle nuove Provincie, quali enti di area vasta, ma venne stabilita anche la data per poter procedere alle elezioni che si sarebbero dovute svolgere entro tra il 28 settembre e il 12 ottobre del 2016 (prima volta). In attesa di ciò, furono nominati anche i primi commissari straordinari in attesa degli organi elettivi.
Per diversi motivi politici, soprattutto legati alla abolizione delle Provincie con il referendum 2012, mentre si svolgevano regolarmente le elezioni provinciali in tutte le altre 80 provincie italiane, in Sardegna le elezioni, con la L.R. 11 novembre 2016, n. 29, venivano rinviate ad una data compresa ed abbinata a quelle delle elezioni comunali nel maggio 2017 (seconda volta), riconfermando così i commissari straordinari.
Ma anche nel 2017, pur svolgendosi regolarmente le elezioni comunali, furono accantonate quelle provinciali. Con un ulteriore legge regionale, la n. 5 del 21 febbraio 2018, all’art. 2, tali consultazioni vennero ulteriormente spostate in una data compresa “tra il quarantacinquesimo giorno successivo alla data del primo turno delle consultazioni per elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali e non oltre il 15 ottobre 2018” (terza volta). Le elezioni comunali si svolsero regolarmente, mentre per le provinciali furono nuovamente accantonate. Nuova riconferma dei commissari straordinari.
Con la L.R. n. 18 del 2019, dopo un ulteriore giro di Commissari straordinari le elezioni provinciali che avrebbero dovuto svolgersi entro il 1 luglio 2020 (quarta volta) furono ulteriormente rinviate.
Successivamente, con la L.R. 12 aprile 2021, n. 7, in considerazione dell’epidemia Covid, le stesse elezioni, nuovamente abbinate alle comunali che avrebbero dovuto svolgersi tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021. (quinta volta), furono nuovamente sospese.
Con L.R. 26 giugno 2024, n. 4 (appena 6 mesi fa) tali elezioni sono state fissate dal Consiglio regionale, in contemporanea alle quelle relative alle città metropolitane, al 30 aprile 2025. (sesta volta).
Oggi, per la settima volta, viene ulteriormente richiesto dal capogruppo del Pd in Consiglio regionale, per motivi speciosi, come quello che qualche “comune potrebbe chiedere, con un suo referendum lo “spostamento da una provincia all’altra”, l’ulteriore differimento delle elezioni provinciali che dovrebbero svolgersi “tra il primo aprile e il primo luglio 2026”! Tredici anni di “commissariamento”, in barba alla “democrazia “e alla “autonomia” e la “rappresentatività” di questi organi costituzionalmente garantiti come le Provincie. La stessa identica sorte per il Consorzio della Pubblica lettura Sebastiano Satta e l’Università nuorese in attesa della nascita delle “fondazioni”. Come pure il comma 6° dell’art. 29 della c.d. legge “Erriu”, la Regione sarebbe dovuta subentrare alla “Provincia di Nuoro nei poteri e in tutti rapporti attivi e passivi dell’istituzione denominata Man. Campa cavallo che l’erba cresce! (1° parte) continua….
Il re del poltronismo nuorese, una metastasi della politica, questo articolo pubblica una fotografia esatta
E il pudore, muto.
La situazione delle province è una situazione irreale soprattutto in Sardegna. I vecchi commissari se non erro male nominati fine 2016, e hanno operato in una situazione desolante (con poche risorse, vedi situazione delle strade, scuole, altro) al 2024, quando la giunta Todde assegna ai suoi fedelissimi gli incarichi. Ora si parla di nuove elezioni, forse ad Ottobre o direttamente al 2026, ma non si capisce esattamente l’andazzo, si studia per vedere al meglio l’evolvere e quale potrebbe essere l’esito, perché altrimenti converrebbe continuare a prorogare, l’importante non rischiare di passare la palla agli avversari.