Indagine in Procura
La notizia di oggi del Fatto quotidiano è: la Procura di Cagliari avrebbe un’indagine aperta sulle vicende immobiliari del Presidente della Regione.
Conseguenze
Se è vera, la notizia ha delle conseguenze di prospettiva che provo a sintetizzare per puro gusto di magistero critico.
1) Se l’inchiesta c’è, essa è precedente l’inchiesta del Fatto Quotidiano. Nessuna Procura apre infatti un’inchiesta in un giorno e lo fa sapere subito.
2) Se l’inchiesta della Procura precede quella del Fatto, significa che le carte di cui Il Fatto è entrato in possesso erano in giro per Cagliari da tempo.
3) Se le carte erano in giro da tempo, significa che i giornali sardi le avevano e che stanno aspettando gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria per parlarne.
4) Se l’inchiesta è incardinata da tempo, Solinas lo sa e con lui i suoi avvocati.
5) Se l’inchiesta è incardinata da tempo senza sviluppi eclatanti, significa anche che le carte non hanno, per il momento, l’evidenza del reato, cioè che non vi è stato alcuno scambio evidente di utilità tra il Presidente e gli imprenditori coinvolti. Mi spiego meglio.
Tizio può sopravvalutare i propri beni in vista di una vendita o di un prestito bancario e non per questo commettere un reato.
Tizio può ricevere acconti sulle sue vendite e poi non vendere e non commettere alcun reato.
Tizio può incassare gli acconti delle sue vendite e poi, a vendita mancata, restituirli oppure no.
Tizio può ricevere e incassare acconti e non scambiare altro con gli acquirenti che i beni oggetto della vendita. E, a onor del vero, l’idea grossolana secondo la quale Solinas avrebbe scambiato soldi in cambio di appalti è a dir poco inverosimile. Solinas ha una mente sofisticata, un’operazione di così bassa lega, così volgarmente esplicita e brutale, lo infastidirebbe concettualmente.
Tornando a Tizio, però, Tizio, per questo suo agire barocco, è un soggetto oggettivamente attenzionabile dall’autorità giudiziaria, perché il suo agire non è ordinario e quindi sollecita alla comprensione dei moventi e degli scopi delle sue azioni e delle forme costitutive e accumulative del suo patrimonio. Tizio attizza le indagini a filo di cui vado a parlare.
Previsioni
Stando così le cose, nei prossimi giorni può accadere o che il Presidente rilasci una dichiarazione oppure che continui a tacere.
Se rilascerà una dichiarazione significa che è convinto che il magistrato abbia impostato un’inchiesta one shot, cioè orientata solo a verificare se vi sia stato uno scambio oppure no, e poiché lo scambio non c’è stato è lì per chiudere.
Se invece tacerà, o rilascerà una dichiarazione breve e laconica, allora significherà che gli avvocati non hanno ancora chiaro che cosa abbia ricostruito il magistrato, ossia se il magistrato stia conducendo un’indagine a filo .
Che cos’è un’indagine a filo?
È un’indagine che parte dall’accertamento di una cosa e a ritroso, seguendo il filo, cerca di darsi conto di tutti i fattori che concorrono a comporre quella cosa.
Un’indagine a filo parte da un abuso edilizio, per esempio, e va a verificare i titoli di proprietà dell’immobile, in quale patrimonio è collocato, come si è costituito il patrimonio, quali corrispondenze si hanno tra la capacità reddituale e l’incremento patrimoniale registrato, verifica i movimenti bancari, verifica i lasciti ecc. ecc. E poi verifica quanto le tappe di valorizzazione patrimoniale intersechino le tappe del percorso politico dell’interessato. L’indagine a filo è un bel mal di testa.
La questione politica
Resta una questione politica.
Io credo che l’opposizione dovrebbe dimostrare di attenersi a un altro modello di uomo politico, un uomo che se fa politica e ha incarichi pubblici non mercanteggia o, se lo fa, lo fa lontano dagli ambiti sociali ma anche geografici del suo ruolo politico.
La questione morale in tutto il mondo è il mondo di mezzo tra il potere politico, regolatorio dei mercati e delle finanze pubblici, e il potere economico esposto ai rischi dei mercati, ma anche alla possibilità di aumentare vertiginosamente le proprie ricchezze.
Stare con un piede qui e uno lì non è un modello della Destra, come alcuni sostengono, è un modello di uomo politico. Il Presidente della Regione Sardegna immobiliarista è un modello politico.
Si tratta di dire se questo è anche il modello dell’attuale opposizione.
Se non lo è, come io mi auguro che non lo sia, allora l’opposizione deve portare il dibattito in aula e raccontare in aula il Presidente immobiliarista, descrivere in aula come il gomitolo delle relazioni tra politica e impresa condizioni e impoverisca la Sardegna, deve rompere una catena secolare che in Sardegna genera i ricchi dai privilegi di mercato, dai favori della politica e dalle rendite della politica.
La politica ha creato nel tempo in Sardegna piccoli monopoli che hanno generato grandi ricchezze; la politica ha generato, per esempio in sanità, nicchie di privilegio concessorio che hanno generato grandi ricchezze e grandi poteri. La politica urbanistica ha generato valorizzazioni e plusvalenze indecenti.
La politica ha generato patrimoni di uomini politici che non si giustificano con la sola loro attività politica.
L’opposzione deve dire se intende contestare questo modello oppure no.
Se intende farlo, le questioni immobiliari del presidente sono un ottimo viatico per illuminare il gomitolo che ci opprime.
La questione giornalistica
Infine la stampa.
Bisogna dircelo chiaro: un conto è la cronaca giudiziaria, un conto quella politica e un altro ancora quella di costume.
Il fatto che in una vicenda ci sia o non ci sia un reato non elimina l’obbligo deontologico di parlarne. Il Presidente immobiliarista è una notizia, una grande notizia. Ed è stata una notizia censurata.
Si può legittimamente non fare cronaca giudiziaria quando si ritiene che una notizia non abbia valore giudiziario, ma si è ciechi se non si è capaci di vedere nelle questioni immobiliari del Presidente un grande tema politico e di costume, un tema che illumina un mondo sconosciuto ai lettori e che non è privato.
Io contesto questa scelta di girarsi dall’altra parte, di non raccontare le tracce del mondo del potere, gli indizi della sua identità, i suoi costumi.
Articolo bello e anche molto condivisibile. Suggestiva e profonda la descrizione del “gomitolo” di relazioni tra politica e impresa. Descritta come una struttura che si interfaccia tra i due mondi trasformandoli in un unico organismo, a due teste ma con lo stesso corpo bulimico. Questo mostro è estremamente potente e intrusivo. In Sicilia è la mafia che assolve a questa funzione, in Campania la camorra, in Sardegna…
Ma il presidente della nostra bellissima regione è solo la manifestazione estrema, il capitolo finale di una storia di malaffare, insipienze, debolezze umane, errori politici che inizia tanto tempo fa e che viene trasmessa da un presidente all’altro, da una consiliatura all’altra (a prescindere dal colore politico). Una eredità che contiene in sé tutte le sovrapposizioni dissonanti e tutte le distorsioni che tu stai denunciando.
La scomparsa della democrazia dalla gestione dei partiti (e quindi la assenza di opposizione) li ha trasformati in Califfati con leader che hanno un potere decisionale assoluto sulla vita politica dei seguaci privati del tutto del diritto di replica. Per non parlare delle leggi elettorali che in Sardegna, come in Italia, fondono e confondono il destino della maggioranza parlamentare (potere legislativo) con quello del capo dell’esecutivo. Questo, di fatto, sterilizza l’opposizione che non solo non ha nessun ruolo nel governo della sua terra, ma nemmeno di controllo di quello che fa l’esecutivo e quindi è costretta a fingere e simula un ruolo che, per legge, non gli è concesso.
Cosa ci si può aspettare con tutti questi presupposti? (tanto per citarne solo due)
Questo è.
La Nuova di oggi riporta l’intervista fatta ieri da due suoi giornalisti (uno è il direttore) al cosiddetto presidente. Quello che viene riportato è l’equivalente di uno spot elettorale, a partire dal titolo: Treni, strade, energia. Ecco l’isola che verrà.
Si parla di incendi e nessuno nomina i ritardi e il malfunzionamento della campagna antiincendi; si parla di sanità e, senza che venga riportato alcun contradditorio, lui racconta che durante la pandemia tutto ha funzionato e funziona al meglio; si parla della Sassari-Olbia, della Sassari-Alghero, e giù promesse di un radioso prossimo futuro per tutto quello che marcia con ritardi epocali, ma che evidentemente sarebbe poco delicato riportare; si parla di collegamenti ferroviari, evocando incalzanti domande degli studenti della Nuova@Scuola (quali?), e lui se ne esce con un futuribile collegamento Sassari-Cagliari in 60 minuti, alimentato a idrogeno; si parla di continuità territoriale e, poverino, lui rivendica chiarezza nelle competenze, forse perché di incompetenza ne sa molto di più. Domande sulla fortunata campagna immobiliarista? Neanche una. Ma non ci si vergogna a fare la figura dei cagnolini da compagnia del potente di turno?
Solinas avrà pure una mente sofisticata ma io sono autorizzato, per comune esperienza, a NON bere la storiella secondo la quale è possibile incappare (ben inciso, in via del tutto casuale e fortunosa) in persone così stolte da concordare sul valore di un terreno agricolo di 100.000 euro per ettaro a Capoterra.
Od ancora sul valore decuplicato di un rudere acquisito al prezzo originario di 50.000 euro.
Questi fatti sono ancora attuali per chi si affida all’e-commerce ed alle truffe dei prezzi troppo convenienti (non mi pare che questo fatto abbia questa caratteristica), come pure a sprovveduti del web.
Solinas avrà pure una mente sofisticata ma pure un gran culo a trovarli tutti lui.