Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, sta attraversando il crepuscolo della sua esperienza politica e offre a tutti noi un’occasione per riflettere sul modello delle liste civiche, le quali hanno sempre rappresentato una tentazione per tutti coloro che si sono cimentati nella vita pubblica.
Le coalizioni civiche, con la loro dichiarata ostilità ai partiti, si sono sempre proposte come alternativa di partecipazione, democrazia e trasparenza, quasi che l’assenza dichiarata dei partiti fosse anche garanzia di assenza dei vizi tipicamente umani che intossicano la politica: l’ambizione, l’invidia, il calcolo.
Invece, come è naturale, il tempo svela che il civismo in sé e per sé, cioè svuotato di contenuti politici e nutrito solo da indicazioni programmatiche, non è minimamente in grado di fare da argine al riproporsi della malattia della democrazia: l’egemonia della maggioranza.
Mi spiego.
La democrazia è un sistema che affida il governo a chi goda del maggior consenso nel popolo.
Tuttavia, la stessa democrazia non è in grado di aumentare i ruoli di governo in modo da renderli in numero perfettamente uguale alle ambizioni di quanti hanno concorso alla vittoria. Quindi, inevitabilmente, si vince in cento, ma si governa in dieci. Come si fa? Badando ad avere sempre la maggioranza della maggioranza, cioè i dieci che vanno a governare devono controllare i 51 dei cento che hanno vinto. Questo è il meccanismo che porta dieci persone a governarne diecimila. Non a caso, ciò che caratterizza gli ordinamenti occidentali non è il solo meccanismo democratico (il popolo viene chiamato a votare anche nelle autocrazie orientali), ma il sistema dei diritti civili e politici garantito dalle costituzioni liberali: l’egemonia inevitabile di chi governa è compensata e controllata dalla libertà di tutti.
I dieci che governano vanno progressivamente incontro alla crisi delle loro energie politiche e umane e, come sempre accade, anziché pensare di ritirarsi, favorendo il ricambio, pensano di passare di ruolo, o meglio, di avanzare nei ruoli: il sogno di tutti è divenire consigliere regionale. A questo punto, la maggioranza della maggioranza implode, perché le funzioni esercitabili sono in numero eccessivamente inferiore rispetto alle ambizioni attive. È esattamente ciò che sta accadendo a Nuoro: l’alleanza nata per rinnovare il governo della città sta finendo in una guerra civile interna perché non c’è spazio per tutte le carriere politiche che l’esperienza civica ha fatto vagheggiare. Soddu deve arrivare alla candidatura alle regionale, come consigliere, senza troppi concorrenti della sua stessa parte, ma la sua parte ha generato almeno altre due ambizioni concorrenti e il giocattolo si è rotto.
Ora, però, si deve dire la verità: il governo del sindaco Bianchi aveva un contenuto politico, non personale. La proposta Soddu rivela invece che il disinteresse e la volontà di rinnovamento ostentati dall’alleanza civica erano strumentali rispetto a una incontenibile volontà di affermazione personale che oggi appare l’unico, e povero, contenuto proposto all’elettorato. Di questo civismo come maschera del narcisismo, se la mia analisi è esatta, rimarrà ben poco ed è importante capire che se il civismo è povero di contenuti politici (diritti, doveri, libertà, produzione e distribuzione della ricchezza, accesso e esercizio del potere) inevitabilmente impoverisce piuttosto che arricchire le istituzioni.
Se la cifra della giunta fosse solo massonica sarebbe persino una bella cosa ma siamo di fronte ad altro. Trasversalismo totale e manifesto senza pudore e rispetto degli elettori. Qui sta il vilipendio alla democrazia e alla
Scelta degli elettori. Pessima gestione della cosa pubblica, dai banali lavori di ripristino di piccoli dissesti stradali alle scelte “ingegnose” di realizzazione piste ciclabili dal percorso inutile. Opacità….anzi, spudorato clientelismo nelle scelte autorizzative, nessuna tutela del benessere dei cittadini (schiamazzi ad orari e decibel inconcepibili, soste selvagge, viabilità interrotta in orari di punta senza preavviso e magari per far transitare quattro cavalli quattro che qualunque sardo porterebbe da una parte all’altra della città senza fracassare i cosiddetti a nessuno). L’elenco sarebbe troppo lungo. Sulle capacità di autosostentamento degli eletti, nutro gli stessi fondati dubbi del Prof Paolo, a partire dai vertici della giunta che difatti gradirebbero campare ad libitum di lauti emolumenti magari con un deciso salto di qualità fino Cagliari. Insomma, un disastro e noi tutti a tirar la carretta. Banalità? Stiamo sempre a scrivere le stesse cose? Se è così diffusa l’abitudine ci sarà un motivo valido. Firmato un professionista di consistente cv, stimato, autosostentante, non eletto, non candidato e pure di bell’aspetto. Insomma, non gufo ne rosicone
No, certo che non son sicuro, ci mancherebbe, ma la sensazione è che costoro sarebbero ben lieti di liberarsi di Soddu & c. . Anche frate mitra si infiltrò nelle B.r., ma oltre a qualche arresto non determinò mutamenti ideologici o di strategia. E i cambi di casacca vi son stati anche tra le fila della maggioranza.. Sulla redditività non saprei, mi limitavo ad osservare che non vivono – né hanno vissuto precedentemente all’esperienza amministrativa – alle spalle di quel sottobosco politico, fatto di lacchè e voltagabbana, che sia io che Lei biasimiamo.
In generale, ogniqualvolta voi parlate di massoneria e la definite negli aspetti deteriori, io riconosco comportamenti mafiosi, assai diffusi. Molti di coloro che li usano, si adombrerebbero per questa mia definizione. Eppure, il controllo degli altri, esercitare potere per interessi privati, contrattare e cedere per avere in cambio… Come lo chiamereste?
Jean, sicuro sicuro che i massoni fossero con Bianchi e non allignino anche in alte posizioni nella giunta Soddu? Sicuro sicuro? Sicuro sicuro che il consociativismo sia stata una cifra del passato e non sia un contenuto esplicito della Giunta in carica, che oggi si regge sui voti del centrodestra? Sicuro sicuro che tutti gli amministratori abbiano un mestiere redditizio? Vorrei avere queste certezze, purtroppo ho certezza del contrario.
Parto dall’inciso secondo cui la giunta Bianchi avrebbe avuto un contenuto politico e non personale: e quale? La cappa di conformismo, il tanfo di consociativismo bipartisan con affaristi e massoni nel compiaciuto silenzio dei controllori, è stata la cifra della giunta Bianchi, divenuta il canto del cigno di un partito snob di vecchie cariatidi, presuntuoso, autoreferenziale ed egemonizzato da (post) democristiani e pseudo riformisti. La giunta Soddu ha rappresentato una boccata d’aria fresca, ha ridato speranza, senza spocchia o flirt con i piccoli potentati locali, e -anzi- ridimensionato questi poteri. Si poteva fare di più e meglio? Non c’è dubbio, nell’agire quotidiano così come nelle scelte di taluni soggetti, Non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca. Per quel che mi consta gli attuali amministratori hanno tutti una loro professione: ove non dovessero essere confermati pace, torneranno a quel che facevano prima, con buona pace di chi sembra rimpiangere i gattopardi precedenti.
La finta coalizione civica , che in realtà camuffava un monocolore personale, è stata molto utile per rivalutare il fondamentale ruolo democratico dei vecchi e vituperato partiti! Il monocolore SODDU sta estinguendosi x autoasfissia politica! Non lo rimpiangerà nessuno!
Non credo che, se non in questi tempi di grande degrado, le cose stiano così. La crisi della democrazia sta in questo cinismo. La domanda alla quale si dovrebbe rispondere è governare perché? Per controllare i 51? Povertà assoluta di previsione politica. Infatti, gli elettori non vedono nessun contenuto politico se non la volontà di primeggiare e controllare chi osa manifestare un’opinione.
Parlo in modo lato, e non mi sogno di dare giudizi sulle persone. Ma il disamore per la politica nasce dal fatto che molti hanno peccato di narcisismo e poca previsione politica. La maggioranza degli elettori ha capito, non vota, non ascolta, non legge. I pochi che lo fanno sperano in un ravvedimento. Che, vediamo, difficilmente ci sarà. Si giunge alla difesa dell’oligarchia, non per sangue o ricchezza, ma per controllo.