di Paolo Maninchedda
Ieri è stato molto utile il confronto con la Procura della Repubblica di Nuoro. La Regione ha avuto conferma che, avendo avuto in eredità dalla ‘mirabile’ stagione autonomistica un territorio infrastrutturato come se dovesse rimanere in eterno siccitoso, e trovandosi invece oggi a gestire un regime pluviometrico di ben altra natura, con piogge intense e concentrate in poco tempo e in poco spazio, deve procedere su due livelli: a) da una parte, dove può, deve adeguare la dotazione infrastrutturale e adeguarla ai cambiamenti climatici; b) deve attivare procedure di protezione civile molto efficienti.
Il risultato è stato una presa di coscienza del rilievo che assume una politica della protezione civile meglio supportata da interventi, anche strutturali, di limitazione o interdizione delle infrastrutture a rischio nei momenti più critici.
L’incontro è durato due ore e si è svolto a livelli culturali e giuridici molto alti. Incredibilmente per me, si è trattato di un incontro tra due istituzioni capaci di saper dialogare rispetto a temi veramente spinosi.
Ieri ho incontrato il Capo Compartimento dell’Anas e gli ho chiesto di mantenere gli impegni assunti d’estate sugli interventi manutentivi sulla SS 131 nord, tra Mulargia e Sassari. Prosegue il lavoro di monitoraggio e di segnalazione a tutte le amministrazioni e autorità coinvolte dei lavori sull SS 131 all’altezza di Serrenti (che comunque stanno procedendo) e sulla SS 128. La cosa ormai non più curiosa è che in questo Stato disordinato si agisce contro chi fa, se sbaglia e anche quando non sbaglia, ma nessuno agisce verso chi non fa e ritarda. Tuttavia, stiamo studiando forme di sanzione e di azione legale per le imprese che con grande disinvoltura sforano i tempi previsti di consegna dei lavori o comunque li svolgono lentamente, attenuando se non annullando lo sforzo della Regione di copertura finanziaria di interventi urgenti e necessari per la sicurezza delle persone e per l’economia e lo sviluppo della Sardegna.