Uno Già non basta il bombardamento delle reti di Stato della Rai, che ancora pensano di educare meglio il popolo facendogli più paura, abbiamo ora anche la pedagogia del terrore in salsa sarda.
A cosa serve comunicare quotidianamente i numeri assoluti, come fa la Regione Sardegna? Serve a un grandissimo piffero. Come pure serve veramente a poco pubblicare, come è stato fatto ieri, la classifica dei dieci comuni sardi col maggiore numero di casi in valore assoluto e non rispetto alla popolazione.
Un collega che insegna statistica ieri ha elaborato questa piccola tabellina, dove trovate i primi dieci comuni sardi per incidenza dei casi Covid rispetto alla popolazione.
Tra questi ve ne sono alcuni, Nuoro e Quartu su tutti, dove domenica si andrà a votare per il calcolo cinico e feroce di svolgere le elezioni amministrative sarde in una data diversa da quella del referendum appena celebrato lo scorso mese di settembre.
Andiamo a votare nell’ottavo e nel decimo comune sardo più colpiti dal Covid, nel mezzo del picco pandemico, per esplicita volontà del governo regionale, con tanto di petto in fuori dell’Assessore degli Enti Locali. Una stupidaggine grave, che pagheremo cara, dovuta a semplice protervia ratificata da un Consiglio regionale egemonizzato da incoscenti militanti e giulivi.
È curioso bloccare la movida e organizzare contestualmente la movida elettorale. Anzi non è curioso, è stupido.
E vorrò vedere se qualcuno dovesse infettarsi nel seggio elettorale a chi potrà rivolgersi per le responsabilità.
Due D’altra parte, a Cagliari gira una storiella vera, che mascheriamo il tanto che serve per raccontarla in forma impersonale.
Un valvassino del re, incaricato di sbrigar faccende, quello che nel Medioevo era un coppiere, nei giorni scorsi era in ferie e si era recato all’estero in uno dei paesi europei più colpiti dalla pandemia. Il DPCM prevede che chi rientra da questi viaggi stia in quarantena volontaria, ma il valvassino, mosso da zelo per il suo re, è invece rientrato subito al lavoro, poi ha fatto il tampone risultato dopo un giorno negativo. Nel frattempo, due palazzi del re hanno chiuso per un giorno per essere sanificati in conto della casse del Regno.
Questa è la disinvoltura della corte, fottersene dei DPCM, ma anche ostentando il suo privilegio: fare il tampone e avere il risultato, dall’Ats, in meno di un giorno. È chiaro che quando si crea una nuvola di impunità così densa, cosa si vuole che sia usare male i numeri assoluti, far celebrare le elezioni durante il picco pandemico, acquistare mascherine a bischero libero di bracco infoiato (e per di più acquistare da un lupo truccato da mercante, e su questo ci sarà da ridere), e infine prevedere per legge l’elevazione dell’ignoranza a requisito retribuito in deroga alle leggi dello Stato e in barba ai pronunciamenti della Corte dei Conti?
Tre Sì, perché il parere della Corte di Conti che per comodità chiamiamo ‘Parere Racugno’ che ribadisce che non si possano retribuire i pensionati per incarichi nella Pubblica Amministrazione e nelle società controllate, ha messo ancor di più in evidenza la cialtronaggine reperibile nella legge di riforma della sanità sarda, quella che ha ripristinato le otto Asl e ha previsto il regime commissariale per il periodo di transizione. In questa legge, LR 24 del 11/9/2020, art. 47, comma 10, attraverso un’incredibile manipolazione di un pronunciamento della Corte Europea che non dice per nulla ciò che le si fa dire nella legge regionale, si prevede che «la Giunta regionale non applica l’articolo 5, comma 9, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95».
Avete letto bene.
La Sardegna ha una legge per la quale il Consiglio regionale autorizza la Giunta a non applicare un Decreto legge dello Stato italiano. E qual è il decreto legge? Guarda un po’, quello che impedisce di affidare incarichi retribuiti ai pensionati.
Ma è più eversiva una molotov o una legge siffatta?
Non basta.
Al comma 9 dello stesso art. 47 si prevede che per essere nominati commissari delle Asl non si debba più essere iscritti all’elenco nazionale degli idonei alla nomina di direttore generale delle aziende e degli enti del Sistema Sanitario Nazionale, cui ci si può iscrivere dopo una selezione per titoli sulla base della concreta esperienza nella sanità. I genialissimi consiglieri regionali, preoccupati di far guidare le Asl da gente troppo competente, ha previsto che per i commissari basti invece possedere la laurea e una COMPROVATA esperienza dirigenziale per 5 anni in sanità o 7 in altri settori. Per dirigere la sanità sarda non servono i competenti selezionati, ma quelli un po’ meno competenti e comunque non tanto competenti ma che lo siano solo il tanto giusto per essere nominati. La legge predispone ai favori, così, senza tanti fronzoli, impunemente.
Quattro Perché tutto questo finisca, non servono nè le fallaci attese dell’azione degli apparati dello Stato, che sono quello che sono, perché sappiamo perfettamente di non essere tutti uguali di fronte alla legge, in Italia.
Serve diffondere una cultura dell’opposizione a questo scempio, un senso verticale dello schifo, una distanza civica, un muro di non comprabile dignità sempre più vasto, sempre più diffuso, fondato sul soccorso reciproco, su esempi di società cambiata, sulla dimostrazione quotidiana che è possibile esistere diversamente. Serve una sorta di amicizia delle persone normalmente giuste, non eroicamente impegnate, ma semplicemente normalmente umane, semplici, impegnate.
Molte di queste cose non si sanno: è bene che si sappiano. E poi, è vero, essere comunemente onesti, che è stato scandalo finora, forse può far la differenza se veramente si vuol cambiare qualcosa.
Concentrarsi sulle cose che contano per la maggior parte delle persone è importante: i trasporti!!!
In Sardegna non ci sono o, in qualche stagione, sono superaffollati. Ora ciò è divenuto, oltre che indecoroso, pericoloso. Noto che gli autisti, peraltro già distanziati dal plexiglass, a Cagliari si proteggono con catena, che fa sparire altri due posti dei pochi a sedere, e fa salire solo dalla porta posteriore. Ovviamente molti salgono al centro, scontrandosi con chi deve scendere. Sta all’educazione delle persone, ma forse non solo.
A proposito di norme usate come zerbino, che dire della delibera di Giunta Reg. n.48/2 del 25/09/2020, con struttura di riferimento nell’Assessorato al turismo?
Si distribuiscono tanti soldi…per grandi eventi che attirano turismo svoltisi nel 2020, anno fortemente condizionato in tal senso dal lockdown primaverile. E si distribuiscono a posteriori, cioè ad evento già avvenuto, poichè la delibera è di settembre scorso. Cosa non darei per vedere chi fa domanda e per che cosa! Per contro, programmare un grande evento da adesso al 31/12/20200 è cosa assai difficile, visto il termine di scadenza delle domande è fissato nell’ultima decade di ottobre (differenze secondo il settore di azione).
Ultima chicca: qual’è il criterio di selezione delle domande? Ma è l’ordine temporale di presentazione, perbacco! In base al noto principio ‘chi prima arriva meglio sta’.
Riflessione finale: penso male ad immaginare tale delibera come un’vestitino’ cucito su misura per soggetti già prestabiliti?
Chentu e una borta giustu, su chi tocat a fàghere ca serbit cussu coment’e cultura de opositzione e coment’e cultura de sa normalidade e netzessidade!
Ma resístere, agguantare e revudare su ‘bombardamentu’ e mercenarismu contràriu dominante!
Todos caballeros y todos ‘commissarios”!