di Paolo Maninchedda
Giovedì mattina si è riunita l’Autorità di Bacino della Sardegna, da me presieduta per delega del Presidente.
Abbiamo approvato in via definitiva il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, ma soprattutto abbiamo approvato la revisione del Piano di Gestione del Distretto idrografico, nel quale, in ragione dei mutamenti climatici intervenuti e della siccità in atto, abbiamo inserito norme di gestione degli invasi molto più stringenti delle precedenti. L’anarchia degli scarichi, dei turbinamenti annunciati con un semplice fax è finita. Adesso adotteremo una delibera di Giunta attuativa, ma il principio è sempre lo stesso: l’acqua è bene primario pubblico ed è il pubbico che svolge la funzione di regolatore (non l’Enel).
Leggo oggi che la Giunta sarebbe inerte rispetto alle furbizie di Terna. Non è vero. Se fosse stato possibile registrare e sbobinare i colloqui tra il Presidente (e i suoi uffici), il Ministero e Terna, avremmo acquisito agli atti un pezzo di una lotta titanica che è in corso e che ha un contenuto molto forte: la Sardegna non vuole lasciare il suo sistema elettrico appeso al filetto interdentale del cavo Sapei, non vuole farsi chiudere da altri i suoi distretti industriali, non accetta decisioni imposte sulla pelle del proprio futuro. Non solo: la Sardegna vuole liberarsi le mani per poter aggredire il tema energetico secondo la migliore legislazione europea delle isole energetiche, non chiedendo il permesso ai due colossi parastatali (il prefisso è tutto in questi casi) che vogliono desertificare le zone industriali della Sardegna e farci credere che i loro filo interdentale marittimo sia in grado di diventare anche il perizoma che copre le loro vergogne.
Tanto, prima o poi, faremo l’Agenzia Elettrica Sarda, perché ci riprenderemo il Taloro e tutti gli invasi, rafforzeremo le società di Benetutti e Berchidda e regoleremo gli scambi sul posto tra i produttori di energia. Come pure sia chiaro che l’idea di una multiutility sarda di acqua, energia e rifiuti è molto in campo e prima o poi se ne parlerà in Consiglio per avere il mandato per realizzarla.
Detto tutto questo, però, attaccare la Giunta sull’essenzialità è stupido: la Giunta è duramente in campo e in particolare il Presidente; magari, se si restasse uniti, si otterrebbero più risultati.
Ieri è stata una giornata di lavoro romana molto proficua. È stata individuata una procedura per far riprendere l’esame della SS 291 Sassari-Alghero e si è studiata con Anas e Protezione Civile una strada per sbloccare alcuni interventi rimasti non conclusi nella gestione commissariale post alluvione. Infine, abbiamo avviato delle procedure per accelerare tutte le fasi di progettazione e accantieramento delle opere in ritardo di realizzazione. I prossimi mesi diranno se gli strumenti pensati sono efficaci.
Viviamo in uno Stato disordinato (l’Italia) e in una fase storica molto confusa. Non affidiamoci alla disperazione o alla sua forma derivata, l’indignazione inconcludente. Lavoriamo, lavoriamo, trasformiamo la realtà, non rassegnamoci al degrado, e vedrete che il coraggio della responsabilità e dell’autogoverno diventerà un sentimento diffuso.
* Nella foto, il nuovo inquilino della campagna di un amico
Quando ero piccola esisteva già la società elettrica sarda poi come per magia come tutte le cose in Sardegna, perché non siamo in grado di farci rispettare, spariscono nel nulla. Confido in tutto ciò che hai scritto caro Onorevole e ti auguro un buon lavoro.