La notizia è oggettivamente attraente: 84 università italiane sono classificate in base al grado di nepotismo, ossia la contemporanea presenza di parenti nel corpo docente. Per la Sardegna il dato che emerge è preoccupante ( Sassari 2°, Cagliari 3°).
Troppo bello per non stimolare un dibattito sulla meritocrazia inesistente.
Peccato che la notizia sia vecchia di quasi tre anni. Ci sono cascati quasi tutti: ieri sul web, oggi sulla carta stampata isolana.
Allora: c’è chi cita la fonte della notizia (http://www.linkiesta.it/universita) che a sua volta la riprendeva da una pubblicazione statunitense (http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0021160).
L’articolo pubblicato da Linkiesta è datato 20 agosto 2011 (è scritto in piccolo e non se ne deve essere accorto chi ha cominciato questa catena di Sant’Antonio dell’informazione).
L’articolo di Plos One è del 3 agosto 2011.
E Trieste festeggia (http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/01/16/news/universita-la-sissa-di-trieste-ultima-in-classifica-per-nepotismo-1.8480129).
(CG)
e ci casca anche Focus che nell’anno 2014 riprende la pubblicazione di Plos One del 2011. Al di la del tema specifico, il nepotismo, ribadisco il concetto. Qui si spacciano come nuove notizie vecchie di tre anni!
A me piace molto l’approccio di Focus al nepotismo nell’università italiana: finalmente una ricerca seria senza luoghi comuni: http://www.focus.it/scienza/nepotismo-l-accademia-italiana-non-ne-e-immune_C12.aspx
Un algoritmo buono giusto giusto per una pubblicazione. A parte l’interesse computazionale, poco altro.
Si basa solo sui cognomi, se ho capito bene.
I favoritismi verso un nipote, cugino, cognato, amico, ex-alunno con un cognome diverso dal mio non entrano nel calcolo. Coloro che diventano amanti e poi parenti sul posto di lavoro falsano l’analisi…e così via.