Lo sappiamo bene e lo difendiamo con forza: non di solo pane vive l’uomo, diversamente un uomo di 21 anni di nome Michelangelo non avrebbe scolpito la Pietà e un uomo come Jan Palach non si sarebbe dato fuoco contro l’invasione russa della Cecoslovacchia il 19 gennaio 1969. L’uomo vive soprattutto di libertà e desiderio.
Non sarò certo io a affermare che le risorse spese in spettacolo sono risorse spese male. Ho insegnato alle mie figlie a ascoltare musica, a andare al cinema, a frequentare i musei, a leggere libri sin da quando erano bambine. Lo spettacolo pubblico è solo la trasposizione plurale del piacere personale del bello.
Però spendere centinaia e centinaia di migliaia di euro pubblici per Mengoni, Zucchero, Renga ecc. mi pare una cosa volgare, uno sperpero sfacciato, non perché questi non siano artisti, ma perché il rito di capodanno non è arte, è circo, è il nuovo Colosseo. Mi sembrano spettacoli con le fiere con tante più paillettes quanto più sono prossimi alle elezioni.
Può sembrare paradossale, ma l’arte più profonda si sta allontanando dai luoghi pubblici, che invece sono diventati i luoghi del commercio, non della relazione umana. Ci si ritrova con un pretesto comune (ascoltare musica) per non ritrovarsi come persone; si sta attoniti dinanzi alla colonna sonora, ma a dire niente e a spendere molto. È vero, la Rete ha distrutto il mercato discografico, il digitale ha solo parzialmente compensato, per cui gli artisti hanno ripreso a vivere di concerti, ma mi pare abbiano anche perso, spesso, la misura del bello per passare a quella del marchio. Molti hanno fatto scelte diverse, hanno scelto le scuole, i teatri, le università, i piccoli ambienti dei paesi, la musica e la poesia, non il solito giro di re.
Se le stesse risorse investite per le star le investissimo nel sistema culturale stabile, avremmo una Regione di straordinaria offerta artistica.
Ovviamente, molti diranno che sono un trappista. Pazienza. Il mio spettacolo di Capodanno sarà abbracciare i miei cari, stringere i miei amici, alzare un calice a chi non c’è più e piantarmi a terra a resistere dritto o storto come sono nato, poco importa, ma vero, perché solo così so vivere, solo così mi interessa vivere.
raramente apprezzo il prof. ma questa volta condivido il suo pensiero-
Avrei voluto scriverlo io questo articolo. Grazie di avermi letto nel pensiero
Che dire! La ciliegina senza la torta. E tutti contenti mangiare la ciliegina.
Buon anno a tutti quelli che non si accontentano della ciliegina, che pretendono una buona fetta di torta perché hanno pagato per questo.
Condivido !!!! Se pensassimo per un minuto a quanti vivono nella disperazione e nella ristrettezza ,se pensassimo solo a quante buche nelle strade si potrebbero colmare , se riuscissimo in uno sforzo collettivo ad utilizzare parte di quei soldi , che certamente andranno oltre tirreno , ad utilizzarli per valorizzare talentuosi artisti locali che , forse e meglio ,potrebbero intrattenere il popolo nella notte di capo d’anno ,se utilizzassimo la residua somma per alleggerire il costo degli aerei , si riuscirebbe davvero a festeggiare il nuovo anno con maggiore serenità ed allegria di quella fugace , che verrà comprata dai vari Mengoni Zucchero e c.
C
Buon anno e buona vita!
Per non parlare del fatto che Cagliari vanti il primato non invidiabile del livello di tassazione IMU più alto d’Italia. Sconcerta Vederli spendere in riti da luna park
Bravo Paolo! Che articolo!
Ti auguro un buon anno
Andrew Luiz
Caro Paolo, condivido appieno i bei pensieri che hai espresso, senza bisogno di essere Monaci Trappisti, anzi
Naturalmente, devo ammettere, da ultra settantenne, che se avessi potuto, a quei tempi, ascoltare dal vivo il mitico concerto della PFM con DE ANDRÉ, in particolare il fantastico brano AMICO FRAGILE, nulla per me sarebbe stato più bello allora, ma lo sarebbe ancora oggi, quella era vera arte musicale con pochi soldi…
Buon 2024 Paolo…
Buon 2024 Paolo … A Te e al resto dei Sardi