Chiedo scusa ai lettori. I commenti al post di ieri sono stati pubblicati oggi, perché ieri mi sono trovato impelagato in un’emergenza sanitaria familiare. Sorvolo sul sistema sanitario sardo, perché non ho piacere di ripetermi.
Come i lettori potranno leggere, c’è chi mi minaccia di denunce per le cose scritte. Faccio questo ‘servizio’ di controinformazione da più di vent’anni, gratuitamente. Un magistrato di notevole statura autocertificata si è informato, durante un processo, sulle mie campagne elettorali e sui relativi finanziamenti. Prego, si accomodi. Tutto dichiarato, certificato e depositato. Il denaro non è la mia debolezza, come non lo è la paura (lo dico al gigante autocertificato).
Paradossalmente questo sito è nato come spazio di libertà ai tempi nei quali tutti i media erano con Soru e io, allora, dissentivo da lui.
A me piace chi resiste, chi si differenzia, chi costringe con la testimonianza, e non con la forza, a vedere le cose in modo diverso.
Tantalo mi piace più di Ulisse. Mia sorella dice che sono attratto da un certo tipo di perdenti. Verissimo: io sono certo che la verità ultima sia paradossale e che il mondo visto con gli occhi di chi perde sveli meglio la sua reale struttura.
I calcolatori mi fanno pena: vivono senza senso, ma si atteggiano a saggi; sanno vincere le gare, ma non sanno spiegare a cosa servano. Muoiono senza speranza.
Non mi piace né far del male, né dire bugie. Se scrivo o ho scritto cose inesatte, peggio se queste hanno fatto del male, questo spazio è a disposizione di tutti per smentite, rettifiche e repliche. Non c’è bisogno di odiarsi. Faccio l’opposizione alla Todde per ciò che dice e ha detto e per ciò che fa e ha fatto, non certo per ciò che è, perché nessuno è noto ad altri che a se stesso. Non ho un problema personale con la Todde, perché se lo avessi, lo risolverei lottando con me stesso, non attaccando lei.
Ieri la presidente Todde ha mandato una lettera-lenzuolo alla Nuova Sardegna nella quale si difende dalle accuse politiche che, con sempre maggiore frequenza, le vengono rivolte, rispetto alla sua incapacità di fronteggiare la speculazione energetica (ma direi, rispetto alla sua incapacità in generale). In particolare, la presidente si proclama innocente rispetto al ruolo svolto, quanto alle questioni energetiche, da sottosegretario di Stato e da Viceministro prima della candidatura alle elezioni regionali.
La Rete ha mille difetti, il principale dei quali è aver spianato la strada alla tirannia dell’Invidia.
Tuttavia ha anche dei pregi, tra i quali il migliore è aver aumentato a dismisura il numero delle persone impegnate a cercare notizie e riscontri (persone che sono comunque in netta minoranza rispetto ai complottari e ai mandacagaristi, i due opposti che si puntellano vicendevolmente). Proprio in Rete è stato recuperato il Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del luglio 2020 che elenca le deleghe trasferite al sottosegretario Alessandra Todde. All’art. 1, comma 3 si legge: «Alla dott.ssa Alessandra Todde sono parimenti delegate le iniziative e le attività relative alle infrastrutture e alla sicurezza dei sistemi energetici e geominerari».
Le infrastrutture sono le reti e gli impianti, compreso il Tyrrhenian Link, e la sicurezza è quell’insieme di misure di equilibrio tra energia prodotta da rinnovabili e da fossili che è proprio l’oggetto del dibattito attuale. Certamente non è stata la Todde a decidere il tetto delle rinnovabili assegnato all’Italia, ma la Todde è stata tra coloro che hanno fatto atterrare questo obiettivo europeo sulle regioni e hanno concorso a definire le procedure perché questo avvenisse. Credo che, in ultima analisi, sia accaduto questo: il battesimo in politica della Todde è stata la partecipazione al Governo della Repubblica italiana. Un battesimo repentino e da subito ai vertici dei ruoli politici, in perfetto stile Cinquestelle, senza apprendistato o con apprendistato fatto scontare ai cittadini (d’altra parte, la promozione a ruoli apicali di persone senza le adeguate competenze per quei ruoli è stata anche la cifra che ha caratterizzato da subito il suo governo regionale).
È proprio l’assenza di un minimo di esperienza, almeno autonomistica, ad aver caratterizzato l’operato della Todde sottosegretario di Stato, che ha inteso il suo ruolo come servizio alla Repubblica e ai suoi scopi, senza dubitare che essi siano o siano stati o potessero essere in contrasto con gli interessi (nazionali) dei sardi.
Dopo, e solo quando si è verificata la circostanza della convergenza tra le sue ambizioni e l’occasione delle elezioni regionali, la Todde ha sperimentato ciò che la cultura autonomistica e dell’indipendentismo democratico e liberale sa bene, e cioè il conflitto tra gli interessi dei Sardi e quelli della Repubblica italiana, conflitto che ad oggi è regolato non da un patto, ma da una gerarchica prevalenza italiana.
Anziché fare ma culpa e impegnarsi in un rapido cambio di rotta teorico e pratico, la Todde, a mio avviso, si è impegnata a nascondere le tracce del suo percorso precedente e qui è scoccato il corto circuito che oggi l’ha separata drammaticamente dalla gente, perché oggi è presa tra i due fuochi degli interessi in precedenza tutelati da un lato, e dall’altro i diritti, scoperti tardivamente, che non riesce a tutelare nel ruolo attuale.
Mi sbaglio? Pronto a ricredermi, ma solo dinanzi a ragionamenti non a minacce che, anzi, mi eccitano.
Per una giunta così debole politicamente e tecnicamente, bisogna risalire alla prima giunta Cappellacci. Qualcuno è in grado di spiegarmi il valore aggiunto dato dalle assessore tecniche Motzo e Barbara Manca? Sulla base di quale curriculum sono state scelte? E Bartolazzi, noto Rombo, grande professore e grande oncologo, quali proposte rivoluzionario ha portato in questi sei mesi in materia di sanità? Passando agli assessori politici, Cani non è mai stato eletto da nessuna parte, è sempre entrato in listini bloccati mentre è discutibile il peso politico di Satta. Ancora meno chiaro è il ruolo dell’assessora Portas: è un tecnico, funzionario amministrativo regionale (sono lontani i tempi in cui venivano fatti assessori i direttori generali con almeno 15 anni consecutivi di direzione, si ricorda Professore?) o politica (con quale curriculum politico)? Almeno Cappellacci dopo 6 mesi fece un rimpasto e subito dopo un altro provando a rimediare a un inizio disastroso, ma qui…
No, non si sbaglia, Professore. Anche senza considerare tutte le interviste rilasciate su televisione e giornali in cui, da Sottosegretario, si dichiarava palesemente estremamente soddisfatta del Decreto Draghi, basterebbe notare il suo assordante silenzio e la sua discutibile assenza a tutti gli incontri con i comuni e i comitati territoriali in cui si affronta il tema della speculazione eolica. La grande partecipazione popolare alla sottoscrizione della proposta di legge e al referendum servirà forse a poco, ma almeno le farà capire che, per parafrasare le sue stesse parole, AL POPOLO DI SARDEGNA le bugie non si devono dire.
Grazie prof. Per le sue osservazioni e le opportunità che ci dà in questa pagina, la Todde non l’ho votata ma non è una scusante, però mi aspettavo più dialettica e preparazione. Come da tutti quelli che vanno a governare, ma mi pare che dovremo aspettare altri cinque anni, spero di sbagliarmi.
È sempre un piacere leggere i suoi articoli per cui in questi giorni in cui ha preso ferie dallo scrivere mi sentivo orfano della sua penna graffiante.
Lei scrive che : “ questo sito è nato come spazio di libertà ai tempi nei quali tutti i media erano con Soru e io, allora, dissentivo da lui.”
ecco, su questo dissento!
Non ricordo, forse sbagliando, che tutti i siti parlassero bene dell’allora Presidente Renato Soru, anzi il mio ricordo è che tutti ne parlassero male soprattutto il quotidiano locale di Cagliari L’Unione Sarda.
Ricordo infatti che moltissimi articoli di fondo del giornale, a firma di Beniamino Moro, erano contro di lui. Qualsiasi cosa facesse, i giorni seguenti c’era puntualmente un suo articolo denigratorio e sprezzante nei suoi confronti.
È passato molto tempo ma questo lo ricordo perfettamente. Sono arrivati altri Presidenti della giunta sarda ma mai nessuno è stato denigrato in tal modo. Solo un mio punto di vista e di ricordo.
Con grande simpatia.
Nino
Come sempre pieno di umanità conoscenza dei fatti e adeguato all’ abbisogna. Superfluo aggiungere altro!
Una fotografia nitidissima , come sempre !!!! Centrare il bersaglio , non è facile se si presenta mobile ed evanescente come sempre !!
Anche stavolta ,Prof. ci ha mostrato la vera medaglia plurifacciale !!!! Non c’è nulla da aggiungere e qualunque aggiunta sarebbe superflua. grazie !!!!
A mio parere questo articolo merita una diffusione molto più ampia, mi è piaciuto e come sempre Lei Prof. Maninchedda va all’essenziale ed è aperto a qualsiasi dibattito.
Cordiali saluti a Lei e ai suoi lettori.
Grande come sempre, prof. Maninchedda, hai detto bene, siamo qui per sapere e capire le verità…e fu così che la Nuda Verità prima o poi esce fuori dal pozzo che e si riappropria dei suoi vestiti … Il resto sono chiacchiere. Grazie di ciò che ci dai…
Totu s’aprétziu e menzus istima a Pàulu Maninchedda, chentza tìrria e ne preventzione peruna contr’a neune.
Ma opositzione e impegnu de vida contr’a un’istória de sa Sardigna e de sos Sardos prus che sufrida a malas suspias, ma ignoràntzia e curpa su no la connòschere e pònnere in contu pro la cambiare in su chi si podet e depet cambiare, ca custu est sa libbertade e responsabbilidade de su èssere zente in su logu inue zughimus sos pes e in su mundhu, si zughimus conca e coro de cristianos e no de paru berbeghinu. E si semus pagos… semus sos chi semus ma cun sa matessi libbertade e responsabbilidade, e su èssere locos no lu zughimus in su DNA ma, e che a su èssere male unidos, est s’allevamentu a domìniu candho monàrchicu, candho fascista e candho demogràticu, ma sempre de domìniu matessi colore.
Porella, l’è di memoria corta! 😂😂😂