Questo il testo di un’agenzia uscita un quarto d’ora fa:
“Cagliari, 6 gen. (LaPresse) – È fallito il tentativo di mediazione tentato dai Progressisti in vista delle elezioni regionali del 25 febbraio in Sardegna: Alessandra Todde, candidata di 5 stelle e Pd, si è detta non disponibile a ridiscutere la sua candidatura per l’unita della coalizione, mentre Renato Soru ha dato la disponibilità a un confronto mantenendo intatto il suo progetto politico.
Il 4 gennaio, alle 13, in Piazza Galilei a Cagliari, nella sede e su iniziativa dei Progressisti, si sono incontrati da un lato Renato Soru, Eliseo Secci, Luciano Uras, Massimo Zedda e, dall’altro, Alessandra Todde, Ettore Licheri, Piero Comandini e Giuseppe Meloni.
I progressisti hanno proposto di scandagliare la possibilità di trovare un punto di caduta comune, azzerando le candidature, trovando le convergenze programmatiche comuni e un/a candidato/a condivisa.
Pur richiamando l’attenzione sull’importanza del progetto avviato di costruzione di una forza politica e culturale sarda che ha l’ambizione di proporsi, anche per il futuro, come soggetto di governo, Renato Soru ha dato la sua disponibilità. Alessandra Todde no, ribadendo che la sua candidatura è da considerarsi non negoziabile. La riunione si è sciolta, lasciando al momento invariate le posizioni”.
Finalmente c’è un fatto che fa chiarezza sul leggero vento calunnioso spirato in questi mesi e che voleva Soru colpevole della rottura dell’area del Centrosinistra.
È accaduto che i Progressisti hanno fatto la proposta che covavano da tempo: ritiro di entrambe le candidature, convergenza programmatica e convergenza su una nuova candidatura condivisa.
Soru che ha fatto?
Soru, dipinto dalla feroce propaganda Pd (alimentata dalla paura del ridimensionamento notevole che il Pd sta subendo tra i suoi elettori) come indisponibile al dialogo e cocciuto, ha invece detto, come va dicendo da mesi, che a lui interessa il progetto di una forza politica democratica tutta sarda, e che questo progetto resta in campo, ma che per provare ad andare uniti alle regionali, dinanzi alla proposta dell’azzeramento delle candidature, lui è pronto a rinunciare alla sua e a concorrere con tutta la sua coalizione a trovare un punto più avanzato di sintesi.
La Todde, invece, ha detto no. Ha detto che se c’è un punto fermo non negoziabile è la sua candidatura.
Adesso la domanda si pone: chi ha davvero spaccato l’area democratica sarda? Chi è così prepotente da subordinare tutto alla propria ambizione?
La risposta è nei fatti.
Non è che un fatto di questo genere cambierà le cose. Ma almeno aiuterà la verità delle cose. L’unità del fronte democratico sardo è stata rotta dalla prepotenza indiscutibile dei Cinquestelle e dalla debolezza un po’ vile del Pd. I Progressisti che faranno? Lo sanno solo loro, ma adesso poco importa, gli elettori hanno tutti gli strumenti per capire da che parte sta la ragione.
Scusate ma di programmi sui quali pronunciarsi con un voto non ne parla ancora nessuno? E su cosa mi dovrei esprimere? Quanta amarezza…..
@ Roberto Anedda
Non mi resta che sperare di aver sbagliato…
@ Il Medievista Non sono d’accordo. A mio avviso l’addio dei Progresssisti è un tradimento annunciato che doveva consumarsi da tempo. Sono opportunisti da sempre e pagheranno un prezzo altissimo per questo gesto. Tuttavia la coalizione di Soru si rafforzerà, perché arriveranno altre forze (Sardisti senza Solinas?) e se in Piemonte, come è altamente probabile, i Cinquestelle romperanno col Pd, l’alleanza subordinata e accucciata della Sardegna, scricchiolerà. La partita è apertissima questa volta: i candidati veri sono tre,
Se i Progressisti andranno con la Todde, ci sarà poco da fare per Soru.
L’unica sarà sperare nel voto alla persona, perché la Todde non mi sembra capace di trasportarsi dietro un grande consenso di popolo.
Sui Progressisti potrebbe aver ragione Biolchini, pur nel suo rancore personale: inaffidabili e opportunisti. Ma spero di essere smentito dai fatti.
O Todde o morte oppure porto via il pallone e gnegnegnè. Insomma, il solito massimalismo infantile dei grillini. Inutile candidare una ex Ceo di una società di comunicazioni se poi si è ancora quelli che andavano sui tetti. Una nota canzone di Marco Masini è il miglior viatico per questa gente povera di spirito e assetata di potere. E anche per chi volesse seguirli nel nome di suggestioni novecentesche.
Quindi adesso cosa faranno l progressisti?
Se prima, di quell’incontro, non fosse stato ancora chiaro per alcuni, adesso è/dovrebbe essere chiaro per Tutti… avanti così Soru…
Purtroppo i progressisti andranno con la Todde, è troppo allettante per loro avere il sostegno per la candidatura a sindaco di Zedda. Spero che i sardi puniscano l’arroganza e l’ipocrisia manifestato in questa campagna elettorale.
Veri responsabili di tutto questo : comandini e meloni, due mediocri epigoni che avranno la responsabilità di altri 5 anni di latrocinio di una destra inguardabile..
I progressisti alla fine andranno con chi gli promette di più. Gli elettori non sono interessati a sapere la verità,,,, la sanno già, ma, andranno a votare con il paraocchi ( la maggior parte). Poi dopo le elezioni,, tutti a lamentarsi
Prof. Ma è prevista una convocazione dell’assemblea del pd? Io credo che oltre i progressisti sia il pd a dover intervenire e sfiduciare in direzione o in assemblea isolando di fatto i 5 stelle e aprendo a Milia (o Soddu o Usai).
Giuseppe
Emerge ciò che è stato chiaro fin dall’inizio: e cioè che il PD , come molti altri partiti sardi, ha smesso da tempo di fare politica, limitandosi a gestire il potere. E per rimanere attaccato all’autobus, non essendo più in grado di esprimere idee, per una sorta di patologia simile a quella che affligge gli analfabeti di ritorno, ha trovato difficoltà a rimettersi a pensare, delegando fase decisionale e strategica al M5S e sperando di sopravvivere in attesa di tempi migliori, mantenendo le posizioni. E adesso non sanno come uscirne, essendosi privati del potere di decidere.
Anche perché sanno perfettamente che in uno scontro Soru Todde il risultato sarebbe scontato. Con gravissime ripercussioni sul piano Nazionale, peraltro solo rimandate a dopo le elezioni.
Non solo sono deboli. Ma ne sono pure consapevoli. Ma non possono fare altro
Come sempre, i fatti, rendono le piccole calunnie e le mezze verità, sparse a piene mani dai chierici sardi delle liturgie romane, fuochi fatui.
La favola del lupo cattivo, sempre e comunque, non regge alla prova di una Cappuccetto Rosso che non accetta di non essere al centro del palcoscenico.
Purtroppo non è una questione di genere, sulla quale sarebbe bello potersi battere a sostegno, ma solo di una banale confusione del noi con il proprio io.
Todde avrebbe potuto rinegoziare. Ci sarebbe stato modo di contribuire positivamente. Zedda ha fatto bene a cercare di unire.
La destra ci governerà ancora?