di Paolo Maninchedda
Domani a Monastir, Centro di aggregazione sociale, ore 18.30, parteciperò a un incontro con gli amministratori locali sul tema: Governance territoriale o Caos?
Al centro un argomento ormai ineludibile: la nascita della città metropolitana, insieme alle restrizioni delle politiche di finanza pubblica, hanno acuito enormemente non solo le difficoltà finanziarie delle aree non urbane della Sardegna, ma hanno anche alterato l’orizzonte di senso di una vasta area che avverte di non essere attrattiva per la residenza proprio per la condizione ancillare sui servizi, e direi su tutto, rispetto a Cagliari.
Ci sono aspetti informali del privilegio urbano che contano più delle leggi.
C’è un’estetica della città sarda, ormai orientata verso le diverse movidas notturne, che promuovono la friggitrice come nuova infrastruttura, che sta desertificando sia le città che i paesi.
C’è una crisi dei servizi sanitari e scolastico-educativi che sta assumendo proporzioni non più sostenibili.
Non ci sono più le mura della capitale del Regno, ma è più forte di prima la delegittimazione di significato dello stare a vivere nei paesi piuttosto che nella città.
Ma trasformare la Sardegna in una grande estesa e infelice periferia di Cagliari, da Stintino a Monastir, non è una prospettiva politicamente e socialmente sostenibile.
Di questo si parlerà domani.