Questo è l’accordo stipulato ieri a Sassari sul prezzo del latte.
Nella sostanza è l’attuazione dell’accordo di Cagliari, tra sardi, sui 72 centesimi.
L’aggancio del prezzo del latte al prezzo del Pecorino Romano è frutto non di un atto del Governo italiano, ma dell’accordo tra le parti. Il Prefetto è stato scelto come garante, posto che non può essere attore? Lo sarà per tutte le questioni agricole? Che poteri di sanzione ha nel caso di violazione? Non c’è risposta.
Il valore del litro di latte a 1 euro è legato alla possibilità che il Pecorino Romano arrivi a 8 euro al chilo entro l’anno, dai meno di 6 attuali. Non c’è proporzione tra questo risultato e la forza messa in campo durante le proteste per “1 euro subito”.
Resta irrisolta la questione posta da quei pastori che conferiscono a caseifici che non fanno Romano.
Resta tutta irrisolta la questione della forza dei poteri che egemonizzano l’intermediazione.
Resta completamente nell’ombra il tema importantissimo delle banche al fianco dei produttori e non solo dei trasformatori.
Resta nel limbo la sospensione dei mutui in scadenza.
Il decreto del governo è diverso nel testo da quello circolato in bozza; gli errori che avrebbero danneggiato la Sardegna sono stati corretti.
L’unico atto messo in campo del Governo italiano è il finanziamento del ritiro delle scorte, cioè il provvedimento segnalato sin dall’inizio della protesta come unico praticabile nel breve periodo. Ciò che per noi era l’obiettivo di breve periodo è divenuto obiettivo strategico. Amen.