di Paolo Maninchedda
È arrivato il momento. D’altronde arriva sempre. La vita è un incrocio di tanti bivi sovrapposti: ogni giorno una scelta.
Abbiamo fatto un partito nuovo.
Stiamo candidando persone nuove, buone, competenti e oneste.
Il requisito della bontà non è meno importante degli altri. Sto girando la Sardegna come una trottola e vedo tanti bisogni materiali, ma anche tante solitudini. C’è bisogno di una rete di persone semplici e buone che si faccia carico praticamente e quotidianamente di abbracciare, sostenere, accompagnare e confortare un mare di persone sole e abbandonate.
Non c’è lo Stato in Sardegna perché la miseria e l’eccesso di competizione hanno distrutto la fiducia.
Non c’è lo Stato perché non può esistere uno Stato dove la paura, lo scontro e l’abbandono hanno distrutto i vincoli affettivi e morali, dove l’abitudine al favore concesso ha distrutto il piacere del risultato ottenuto con proprio impegno.
Adesso inizia il momento in cui la lotta politica mette alla prova la nostra forza morale.
Adesso c’è chi ci dirà: “Le regole del gioco sono queste. O vi adattate o venite sconfitti”.
Tra le regole c’è la pubblicità politica. Costa molto.
C’è già stato chi mi ha telefonato dicendomi che dobbiamo fare degli spot televisivi per aumentare la nostra visibilità; chi mi dice che dobbiamo noleggiare i camion; chi mi dice che dobbiamo far fare pubblicità attraverso il telefono con i call center (io li odio); chi mi chiede chi pagherà i santini, i fac-simili e i manifesti ecc. ecc.. Questo è il gioco, mi dicono.
Io sono rimasto un consigliere regionale pulito perché non ho mai accettato la logica di quanti ritengono giusto adattarsi al gioco sporco pur di vincere. Io so che cosa è il male e so che è un’illusione pensare di frequentarlo dominandolo: chi lo frequenta ne diventa succube.
Spendere e spandere in campagna elettorale è male, è all’origine dei mali.
Vogliamo fare un esempio? I fondi dei gruppi giacenti in cassa per l’ultima volta. Quanti soldi usciranno in questo mese da quei conti per pagare tipografie, buoni benzina, persone, eventi, locali ecc. ecc.? Quanti soldi verranno spesi per comprare pagine di quotidiani? Quanti soldi verranno spesi per organizzare eventi?
Noi dobbiamo essere diversi. Dobbiamo inaugurare un modo di fare propaganda che renda la democrazia partecipabile dai poveri e dalle persone normali (categorie che oggi coincidono, o quasi). Un altro esempio: i rapporti con le imprese. Chi chiede soldi alle imprese, che libertà avrà domani dinanzi al naturale conflitto degli interessi?
Chiedo aiuto.
Usiamo facebook.
Se ognuno di noi segnala, condivide, ritrasmette e rilancia, col cellulare, col computer, con i segnali di fumo, il simbolo del Partito dei Sardi facendo scoppiare una febbre di trasmissione, dicendo che è un simbolo nuovo per gente nuova, pulita, sincera e credibile, noi potremmo raggiungere migliaia di persone a costo zero e altri imparererebbero da noi. Se ognuno di noi dicesse la verità su di noi e spiegasse che trasmettendo quel simbolo si cambia la politica, la si toglie dalla disponibilità esclusiva di chi ha molti soldi e la si restituisce a chi non ne ha ma ha più competenze dei potenti ufficiali, allora noi avremmo cambiato la storia.
Ho un sogno in testa.
Chiedere a Pinuccio Sciola di scegliere una pietra (grande) da piazzare in un grande spazio aperto dove si veda il mare e la montagna della Sardegna, su cui incidere tutti i nomi di quanti, facendo questa campagna elettorale dei poveri, hanno fatto lo Stato della Sardegna. Questa pietra, con tutti i nomi di quanti ci aiuteranno, sarà visibile per tutto il tempo per il quale il basalto o la trachite o il granito sono in grado di riesistere al sole e al vento.
Voglio piantare una pietra, come noi sardi facevamo millenni di anni fa, ricordare con quella pietra migliaia di uomini liberi, sedermici sotto e sentirmi libero e in grande compagnia.
Non abbiamo soldi.
Comments on “Non abbiamo soldi.
E allora? Chiediamo aiuto alle persone normali, ma non ci pieghiamo.
Una pietra con i nostri nomi per sempre”
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Si sembra una buona iniziativa, tante cose devono funzionare. Tante che non funzionano troppi gli interessi personali, Tante persone che non lavorano, tanti emigrati che non tornano, Tanti amici DI emigrati, Tanti turisti, continuità Territoriale che non esiste, tasse, la regione deve opporsi siamo sardi facciamoci valere, se no stato di Sardegna dobbiamo decidere noi delle nostre cose, dei nostri valori, delle ricchezze che abbiamo e non funzionano x colpa delle persone che si fanno i propri interessi e non fanno gli interessi del popolo. CHI sa se….
Ottima idea! Questo vi fa onore !
Sono d’accordo con A.M. Bisogna attivare un IBAN. Nel Blog del Partito dei Sardi, c’è lo spazio “Contribuisci”. Bisogna attivarlo e renderlo operativo, per accogliere i contributi Ciao
Penso sia una iniziativa importante. Io ci sto!
Se Lei pubblica un IBAN magari qualcuno che vuol versare i suoi 5, 10 o cento euro lo potrà fare; si potrebbe ideare una pagina on line in cui in tempo reale si visualizza quanto entra (e da chi) e quanto esce (e perchè) da quel conto. La trasparenza è un ottimo biglietto da visita