Ho appena finito di guardare (casualmente) il TG1.
Sono stato costretto a ascoltare una dichiarazione-editoriale (si può guardare qui l’intero servizio dal minuto 14.37 in poi), piuttosto confusamente espressa, del ministro alla cultura Sangiuliano sulla morte di Toni Negri.
Rientra tra i compiti del governo fornire le chiavi di lettura delle persone e della storia?
A me risulta di no.
Anzi, mi pare che proprio degli ordinamenti democratici e liberali sia il relativismo etico (in senso positivo), la competizione tra le interpretazioni, la libertà delle espressioni. Un membro del governo che si erge a ermeneuta della storia significa il governo che suggerisce una sorta di lettura di Stato degli eventi.
Affermo, con la solennità del caso, che io mi frego allegramente in culo (sì, in culo, accademicamente in culo) le letture di Stato, e lo dico a voce alta perché sono sempre stato agli antipodi delle idee di Toni Negri, cioè lo dico non per difendere lui, ma difendere me da Sangiuliano e dalla Rai che fa operazioni così rozze e volgari di manipolazione della società italiana.
Non c’era alcun bisogno dell’intervento di un ministro della Repubblica per commentare la scomparsa di Negri. Non c’era alcun bisogno di una dichiarazione che distingue l’uomo dall’intellettuale, distinzione che Negri ha passato una vita a negare, preso come era dalla volontà di far coincidere vita e pensiero. La dichiarazione del ministro è una cialtronata, perché prima cerca di applicare a Negri la distinzione tra peccato e peccatore, per poi arrampicarsi sugli specchi, con grande stridore di unghie, a dichiarare che le idee non si giudicano. Io insegno a giudicare le idee e non mi pento, perché so che le idee nascono col piacere di essere giudicate. Ma non era certo la logica l’obiettivo del ministro; il suo obiettivo era tutto nella prima frase: “Negri è stato un cattivo maestro”. E sia pure, ma a dirlo non può essere un ministro della Repubblica nel telegiornale del servizio pubblico.
La grande tragedia non è il ministro improbabile ma L ‘ italia (minuscolo) che gli ha permesso di appoggiare le sue inutili natiche alla poltrona
Sangiuliano e la cultura, ovvero una contraddizione in termini.
Ha pure fatto affermazioni condivisibili secondo me… Capisco che ormai la propaganda elettorale sia diventata come il calcio mercato sempre aperta…Ma un ministro veramente non ha altro da fare che cercare di influenzare gli italiani in un modo così subdolo? Sembrava una conferenza stampa di Putin..
” Non sono d’accordo su quello che dici, ma darei la mia vita affinché tu lo possa dire”
Voltaire
Ditelo a Sangiuliano
Caro Prof., le figuracce del ministro ormai sono il suo tratto distintivo quello che l ha reso famoso , ogniqualvolta apre bocca ne dice una di min…capisco dal suo punto di vista l enormità ma in questo paese da qualunque parte ci si gira vede una specie di blob in cui tutto si fonde e confonde con il risultato che è un eterno show (politica giornalismo giustizia cultura costume etc). Saluti e grazie come sempre
In realtà è probabile che Sangiuliano, che ha frequentato la RAI come direttore del TG2, sia stato mandato davanti alle telecamere a scopo preventivo. Nei giorni in cui si svolge “Atreju”, rispetto alla cui veste la Meloni tiene tanto a sottolineare il valore del confronto tra diversità, si è forse voluto impedire che il tutto venisse sporcato dai soliti fascistelli da social con le loro intuibili invettive. Sotto questo profilo, forse l’intervento è stato utile, benché, su un piano formale, sommamente inopportuno.
Dai Paolè, ormai è morto …..