di Paolo Maninchedda
Se scorriamo i ‘capitoli’ della pace del 1354 tra Pietro IV il Cerimonioso e Mariano IV d’Arborea, troviamo un metodo politico molto utile anche per noi del Partito dei Sardi in vista delle prossime elezioni amministrative.
Mariano non era il signore della Sardegna, sebbene Capoterra fosse sua (anzi, della moglie) come pure, alla fine, Orosei, come pure evidentemente il Giudicato, la Marmilla, il Marghine e il Goceano (e anche Ardara ecc. ecc). Tuttavia egli tratta col re catalano per ‘tots los sards’, tratta per la vita degli abitanti di Alghero (assediata), tratta sui comportamenti dei magistrati catalani, insomma tratta non solo per sé ma con in testa un’idea di Sardegna che superava le circostanze. Si nota anche un cambio di tono nei documenti: mentre quando si leggono quelli relativi al padre Ugone e al fratello Pietro, si nota la ‘pompa’ catalana in tutto il suo sguaiato e magniloquente splendore, interamente volta a subordinare i signori sardi (i quali, nei due casi precedenti, non esitano a subordinarsi pur di mantenere un potere nato primario e originario e da loro trasformato in subordinato e feudale), il tono dei catalani verso Mariano è più cauto, più rispettoso, più alla pari.
Noi del Partito dei Sardi dobbiamo partecipare alle elezioni amministrative con una consapevolezza: per noi sono solo un’occasione per costruire un altro pezzo dei presupposti per l’indipendenza della Sardegna. Per noi sono un’altra occasione per rafforzare i legami di alleanza con altri partiti e orientarli verso la nascita del Partito della Nazione Sarda. Per noi le elezioni amministrative sono un episodio preparatorio della vera battaglia. Bisogna dirlo. Deve risultare chiaro che partecipiamo con in testa un’idea più grande, una visione ampia, originale, capace di configurare chi vi partecipa non come erede della stagione autonomistica ma come protagonista della stagione fondativa dello Stato sardo.
L’ho voluto ribadire perché quando le cose diventano inevitabilmente piccole, minute, faticosamente comuni, occorre rimettere sul pennone la bandiera e ricordare le ragioni del proprio impegno, che, per quel che ci riguarda, non sono mai occasionali, momentanee e circoscritte al solo perimetro di una competizione elettorale.
Comments on “Noi e Mariano IV”
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E invece Lei, signor MR, solito ignoto sputasentenze, chi é? Lei che lancia accuse generiche verso ignoti destinatari, chi è Lei? Si mostri, su, in modo che gli altri possano usare verso di Lei la sua stessa ferocia.
Belle parole, non c’è che dire, ma sarebbe altrettanto bello se alle parole corrispondesse un’azione coerente: come fate a concorrere insieme a certa gente (e non parlo del Sindaco uscente)?