Mai avuto alcuna frequentazione con Enrico Letta. Sono dunque in svantaggio per fargli recapitare un consiglio, per di più non richiesto e non gradito.
Non ho le competenze per valutare la sua campagna elettorale, fondata sulla parola “Scegli”.
L’efficacia, tuttavia, mi pare bassa.
Sono di quelli che quando si sentono dare del ‘tu’ dagli sconosciuti si irritano.
Però, adesso, più passano i giorni più sembra che il segretario del Pd spinga verso la logica del voto utile, che è poi la logica del ‘turatevi il naso’, perché invita a votare Pd non per vere ragioni, ma per paura degli avversari.
L’ultima battuta infelice è stata dedicata al Terzo Polo, cioè a Calenda e Renzi. Secondo Letta votare loro significherebbe aiutare la Destra.
I dati dei sondaggi, invece, dicono che l’area moderata della Destra si sta orientando a votare Calenda perché ritiene che Forza Italia non sia più adeguata a rappresentare quel riformismo moderato e europeista di cui sembra sentirsi il bisogno rispetto agli avventurismi di Salvini e all’incertezza sulla tenuta ‘liberal-democratica della Meloni’. In buona sostanza, Calenda e Renzi stanno svuotando un deposito elettorale della Destra moderata, non della Sinistra. Viceversa, chi sta intaccando l’elettorato di sinistra del Pd è il Movimento Cinque Stelle che trova come argine non il Pd, ma Sinistra Italiana. Un vecchio comunista oggi è tentato di votare Sinistra italiana, un vecchio democristiano di Destra è tentato di votare Meloni, un vecchio sessantottino vota certamente Cinquestelle, a meno che nel frattempo non sia diventato ricco (è capitato a molti) e allora vota Lega. Quel 10-15% che in Italia votava socialista, repubblicano, radicale ecc., è tentato di votare Calenda-Renzi per creare così l’area dei conti-che-non-tornano. Il Pd? Il Pd è votato da chi ha paura (per la pensione, per la salute, per la libertà, ecc. ecc.). Può essere soddisfacente? No che non lo è. Si cambi e lo si faccia in fretta. L’avversario è la Destra non la differenza in area progressista.
Più si cerca di fare apparire la Meloni un pericolo imminente e grave, più lei diminuisce le presenze in tv, abbassa i toni, fa la moderata, dice cose di banale ma efficace buon senso.
Faccio un esempio.
Anche i vescovi sono scesi in campo – da par loro, con la solita ricettina facile facile sulle questioni che non riguardano il loro potere – per sostenere il dovere civico e umano di accogliere i migranti. Ma il tema etico diffuso non è se accoglierli, è come accoglierli nelle circostanze date. La Meloni e la Destra dicono la cosa più semplice: “Aiutiamoli a casa loro”. È egoismo caritatevole allo stato puro, perché in casa loro, spesso, governano la tirannia e il terrore da cui scappano, ma è semplice da dire e da comprendere. La Sinistra dice “Accogliamoli”, ma non spiega come intende integrarli in modo positivo e a Roma la polizia confessa che ormai il campo Rom della periferia della capitale gode di una sorta di extraterritorialità dove il diritto italiano non ha alcuna cittadinanza.
Si ha voglia di dire che la Meloni è stata fascista e con ogni probabilità lo è ancora! Ai più appare come una persona semplicemente sintonizzata sul senso comune, che si chiede fino a quale soglia il sistema Italia può accogliere senza implodere.
Io sono per l’accoglienza, ma l’accoglienza senza intelligenza, senza sistematicità, metodo, costanza, legalità e autorevolezza, è solo pasticcianza.
Questa storiaccia del voto utile, che è servita molto a portare i più prepotenti e i più cretini in Parlamento, deve finire. È troppo brutale e troppo smaccata per essere efficace. È troppo stupida per essere apprezzata.
L’area riformista italiana deve riprendere a parlare di chi ha il potere vero, di chi ha ricchezze spropositate, di chi condiziona i consumi della gente, di chi è arrivato a costringere la gente a pagare le banche per la custodia dei risparmi, di chi consuma le risorse del pianeta, di chi manipola le menti e non paga le tasse. Deve abbandonare per sempre Marx, che parla di un mondo che non c’è più, e riprendere i fondamenti del socialismo e dell’azionismo europeo. Ma soprattuto, deve riprendere a parlare delle cose diffuse, comuni, anche banali, ma popolari, senza avvertire che arriva Barbablu, ma dimostrando di avere una ricetta non solo per salvare le banche (proprie e altrui), ma anche e soprattutto per salvare l’uomo da se stesso.
Io voterò convintamente Matteo Renzi e Carlo Calenda e il loro “Terzo Polo”.
Considerato che le loro proposte sono chiare, puntuali, pertinenti alla realtà e quantificate in termini economici.
E’ lodevole l’iniziativa di creare, o meglio, di individuare uno spazio per una formazione politica che guarda al gruppo liberale centrista Renew Europe, creato durante la nona legislatura europea. Raccoglie l’eredità dell’Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa. Al momento conta 108 membri ed è la terza forza politica del Parlamento europeo.e comprende rappresentanti da 22 stati membri.
Carlo Calenda e Matteo Renzi possono fare tanto e bene.
Aldo Moro, durante la prigionia, conobbe e capì cose per lui inedite della Dc. Se fosse tornato, non sarebbe stato quello di prima. Potrà sembrare paradossale, ma tra Berlinguer e Craxi, dopo la prigionia, avrebbe scelto Craxi. Oggi, sarebbe una voce fuori dal coro, come tutti quelli che ragionano.
Io senza se e senza ma voterò calenda, ovvero Renzi. Se intreccio la mio storia politica con quella della famiglia Renzi,, mi pare di stare nello stesso solco.
Altra rifessione: se fosse stato vivo Aldo Moro, secondo lei, professore, quale quadrante avrebbe scelto? Gradirei un suo pensiero.
Analisi difficilmente non condivisibile …
Nell esigenza mai rinunciabile di esercitare il nostro diritto di voto, noi sardi dovremmo privilegiare scelte di rappresentanti che abbiano capacità di visione delle esigenze del nostro territorio, seria volontà di impegno poltico- programmatico libero da tutele di posizionamenti personalistici ….
Le precedenti legislature non hanno visto emergere rappresentanti che meritino riconferme . Allora diamo forza e fiducia solo a chi ha dimostrato serietà , impegno e valore !!!
Si assiste ad una campagna elettorale banale, come se i tempi attuali siano talmente tranquilli e stabili da non doversi impegnare più di tanto.
Ecco, questo mi fa paura, non la Meloni o la destra al governo.
Mi impaurisce e mi scoraggia, come padre di un undicenne, che mio figlio, con tanti suoi coetanei, in un battere di ciglia diventerà maggiorenne in un futuro prossimo tremendamente incerto, che doveva essere pensanto e programmato ieri e al quale oggi la politica ha letteralmente voltato le spalle.
Dagli al PD, è gratis, quando non si sa cosa dire la soluzione si trova sempre. Dagli al PD Io voto Sinistra Verdi e mi permetto di ricordare che un tale diceva ai proletari UNITEVI. Ai Proletari, anche a quelli che lo diventeranno.
Bellissimo articolo. Condivido tutto
Buongiorno Professore, la seguo da tempo silenziosamente. Ma, oggi, dopo aver letto questa lucida e sintetica analisi (non facile combinare i due aspetti per la mente umana) volevo ringraziarla. Andiamo avanti, con fatica, determinazione e ostinata speranza.
Mi permetto di commentare senza aver riletto, il che è segno di superficialità da parte mia.
1. Nel computo tra il darle e il riceverle da parte di Renzi e Calenda, Letta le sta prendendo. Si sta dimostrando un signore.
2. Sui migranti condivido, non fosse che sono stati i giallo-verdi, se non ricordo male, a sabotare centri di accoglienza e tentativi, ancorché deficitari, di integrazione.
Assolutamente d’accordo. Il PD può se ha coraggio. È l’unico partito che può proporre una via per l’uscita da questa situazione di stallo in cui ci troviamo.
La Meloni, senza input, si mette nei pasticci da sola. Lasciate che possa parlare di come agire. Non sa, non vuole.
Hai ragione da vendere ed esprimi con chiarezza assoluta tutte le mie perplessità su un centrosinistra (o una sinistra?) che mi sembra priva di un progetto e di un programma. Da uno con l’esperienza politica (?) di Letta mi aspettavo tutt’altro e, dalla castroneria sesquipedale del “campo largo” mi sconcerta ogni giorno di più.
Il 25 settembre sarà un giorno difficile e, per la prima volta in vita mia, non so se andrò a votare