È nato un nuovo giornale in Sardegna: eccolo qui. Si chiama Indip. Ha scelto la strada dell’azionariato diffuso e cerca sottoscrittori, un po’, ma solo un po’, come fece Il Fatto Quotidiano.
La linea editoriale è chiara: è un giornale d’inchiesta e di approfondimento. Vuole illuminare l’immerso.
Lo dirige Pablo Sole, giornalista sardo d’inchiesta, specializzato nella giudiziaria, ma non solo.
Ovviamente nessuno ne parla, perché in Sardegna l’immerso è tutto.
Noi siamo l’isola dell’immerso.
Diceva Sigmund Freud: «Le masse non hanno mai conosciuto la sete della verità. Hanno bisogno di illusioni e a queste non possono rinunciare».
Noi siamo la regione senza memoria, dove un giorno si può affermare una cosa e l’altro il suo contrario.
Noi siamo la regione dove vige la regola di non raccontare mai, ma proprio mai, gli errori giudiziari.
Questa è la regione dove un testimone può mentire e contraddirsi e purché sia un testimone di accusa, non solo non succede niente, ma addirittura si ha l’accordo con i giornalisti perché non se ne parli. Inpid sarà l’eccezione? Si vedrà, ma certo c’è bisogno di testate giornalistiche libere e indipendenti.
Sono rimasto contento nel leggere questo post Il magistrato senza qualità di Gian Domenico Caiazza, Presidente dell’Unione delle camere penali italiane, radicale (cioè libero e pronto a pagare per le sue idee), perché ho avuto la conferma che esiste almeno un avvocato in Italia che non ha paura, a fronte di tanti avvocati sardi che o non dicono niente, perché, spiegano, devono campare, o scrivono banalità.
Noi siamo la regione dove il presidente della Regione può raccontare storielle infondate e nessuno gliene chiede conto.
Qualche esempio: il disastro della continuità territoriale marittima e aerea; le clamorose bugie sul tubo del gas; l’assenza totale di uno straccio di politiche agricole; il mattoncinismo della cubatura e della concessione; il letargo del Piano Mancini, un Piano regionale, abbandonato per ragioni politiche da un anno e mezzo negli uffici della Regione; la reiterata pratica dei finanziamenti di circuito personale in finanziaria, un giorno inseriti e l’altro tolti SOLO PER PAURA (l’avesse fatto qualche indipendentista, lo avrebbero arrestato per averlo solo pensato); le leggi retroattive per coprire le nomine di dirigenti senza titolo; le ripetute nomine eccellenti di nomi eccellenti eccellentemente legati a eccellentissimi ambienti deputati al controllo; l’incredibile politica sanitaria sotto il Covid con il Comitato scientifico mobile e ectoplasmatico; le nomine politiche in sanità divenute improvvisamente non penalmente rilevanti anche se palesemente riguardanti incapaci acclarati; i fallimenti sanitari a Nuoro e Oristano sostenuti politicamente da gruppi e persone in chiaro conflitto di interessi; il rientro in grande stile di massoneria e consorteria in sanità e, dulcis in fundo, le responsabilità etico-politiche: la magnifica laurea (in Germania, per molto meno, si è dimesso un ministro); gli assessori inesistenti (Personale? Non datur; Agricoltura? Missing; Industria? No Data; Sanità? Confused ecc.); la riforma sanitaria cucita addosso ai pensionati col richiamo della legge speciale per la Calabria.
Ma in fin dei conti, l’omertà ossequiosa a Solinas (generata, peraltro, da una leggina fatta da un esponente del centrosinistra nella scorsa legisaltura per finanziare i quotidiani sardi, che fa il paio col silenzio dei quotidiani sui parlamentari coinvolti nelle chiacchierate con Palamara) fa il paio col silenzio su tante altre questioni.
L’altro giorno un quotidiano sardo ha dedicato tre colonne con fotografia al poliziotto che avrebbe salvato il gatto Polpetta. Oggi lo scontro in Consiglio regionale sul caso Olbia, che si è svolto nei giorni scorsi, ha uno spazietto minuscolo, perché è ovviamente è meno importante del gatto Polpetta.
Auguri a Indip. Speriamo che trovi sia sostenitori che coraggio.
Sono sicuro che INDIP saprà ritagliarsi il proprio spazio anche perché oggi , più che in altri momenti , serve una luce in più per spiegare a tutti che occorre guardare altri gatti e non POLPETTA
Speriamo che all’efficacia del nome, corrisponda la stessa concretezza.
Ben venuto e buon lavoro! Ce n’è tanto.