Gent.mo Professore,
dopo lungo tempo, approfitto ancora della Sua gentile ospitalità per portare all’attenzione dei suoi lettori un esempio di come si possa insultare la logica e contemporaneamente esporsi all’ennesima brutta figura, nell’esercizio di quella che viene definita “alta amministrazione”.
Sinceramente pensavamo (siamo in tanti, mi creda) che dopo i cinque anni di gestione Solinas e delle sue fantasmagoriche Giunte, non si potesse che migliorare e tornare su livelli, almeno, decorosi nella gestione amministrativa della Regione Sardegna. Troppi gli atti illegittimi, i tentativi palesi di aggirare le norme e i contorcimenti giuridici amministrativi pur di giustificare nomine di sodali privi di requisiti e titoli, messi in atto nella precedente legislatura per non sperare che finalmente si tornasse ad una sana normalità.
Invece, la continuità nei modi di agire, tra la Giunta attuale e quella precedente, che Lei spesso richiama nei suoi interventi, tra norme finanziarie “ad personam”, annuncite acuta e poche idee, purtroppo trova conferma, anche o soprattutto, quando si tratta di nomine, moltiplicazione dei posti di sottogoverno e relativa occupazione “manu militari”.
La questione assume aspetti grotteschi quando, a fronte di nomine della Giunta Todde che presentano profili evidenti di illegittimità per assenza di requisiti e titoli (nomine già al vaglio del Tribunale Civile) si ripropongono schemi binzantin-paraculisti, di solinasiana memoria, anche in atti che, come nel caso che le espongo, sono assolutamente legittimi e privi di qualsivoglia ombra. Conosce la canzone Mon amour? Io l’ho vista all’opera.
Abbia la pazienza, a Lei non manca, di leggere la DELIBERAZIONE N. 13/35 DEL 7.03.2025, che ha come oggetto “Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi” (IZS). Nomina Direttore generale.”
Riporto le prime dodici righe della stessa, per comodità di lettura:
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, di concerto con la Presidente, riferisce che, con la deliberazione della Giunta regionale n. 30/15 del 21.8.2024, è stato avviato il procedimento di selezione, per titoli e colloquio, della rosa dei candidati idonei alla nomina di Direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi” (IZS), ai sensi dell’articolo 2 del D.Lgs. n. 171/2016.
Riferisce che tale rosa degli idonei, a seguito di conclusione dell’iter del procedimento, è stata approvata con determinazione del Responsabile del procedimento ed è composta da n. 3 candidati idonei a ricoprire la carica di Direttore generale del citato Istituto.
Prosegue proponendo la nomina della dott.ssa Simonetta Maria Cherchi, regolarmente inserita nella rosa dei candidati idonei alla nomina di Direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”, dotata di particolare competenza, conoscenza e attitudini e indubbie capacità manageriali che la rendono idonea alla nomina. Sul citato nominativo, inoltre, è stato sentito anche il Ministro della Salute
Come può leggere chiunque, in queste dodici righe è condensato tutto quello che è necessario sapere e far conoscere in un atto di nomina, per giungere, in chiusura, alla proposta dell’Assessore (magari si dovrebbe evitare l’utilizzo del termine “concerto” che, tecnicamente, si applica solo agli atti di bilancio, ma non sottilizziamo).
Sappiamo quando è stato avviato il procedimento di selezione dei candidati, limitata tra coloro che, in base al citato D.Lgs. n.171/2016, previa verifica dei requisiti, sono iscritti in un apposito elenco da cui attingere per nominare i Direttori di un Istituto Zooprofilatico; siamo informati che la selezione è avvenuta e che, come attestato dal Responsabile del procedimento, 3 candidati sono risultati idonei a ricoprire la carica di DG dell’Istituto e, infine, apprendiamo che l’Assessore propone una candidata in possesso di tutti i requisiti richiesti, su cui si è espresso anche il Ministero della Salute.
Massima trasparenza; in conclusione, l’Assessore propone l’approvazione dello schema di contratto che la nominata (che è il Commissario in carica e ha partecipato alla selezione da Commissario) dovrà sottoscrivere, secondo quanto stabilito dalle norme vigenti.
Bene, tutto regolare e legittimo: un buon esempio di procedura avviata e conclusa nel rispetto delle norme, forse meno dell’opportunità, ma non sottilizziamo.
Onore al merito: una cosa fatta bene!
Eh, troppo bello, per essere vero!
In coda, scatta la continuità con le prassi solinasiane, suggerite a suo tempo da autorevoli Segretari generali e astutissimi consulenti giuridici, pensate per allontanare da sé possibili responsabilità (peccato che il Presidente Solinas, proprio per queste amenità sia, suo malgrado, inquilino del Tribunale penale di Cagliari e qualche Assessore stia pagando le ingiunzioni della Corte dei Conti) e che qui vengono riproposte.
Legga l’ultimo allinea del deliberato:
- di condizionare sospensivamente gli effetti della presente nomina alla positiva verifica, da parte della Direzione generale della Sanità dell’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, dei requisiti richiesti dalla normativa vigente per la nomina stessa.
Un insulto alla logica e al buon senso.
È stata svolta, come peraltro ben illustrato nella stessa delibera, tutta la procedura seguita per arrivare ad individuare i candidati su cui effettuare la scelta (ricordiamo: iscrizione all’elenco nazionale degli aventi titolo; selezione da parte di una commissione e infine attestazione del Responsabile del procedimento), ma infine, mossi da un incoercibile “fremito in zona posteriore-fessuro-mediale”, tutto è vanificato e riappare il pannolone bizantin-giuridico solinasiano: si rimanda tutto ad una imprecisata verifica dei requisiti richiesti dalla normativa vigente affidata allo stesso soggetto che ha già attestato la regolarità del procedimento e il possesso dei requisiti.
Se esistesse una VAR degli atti di Giunta, bisognerebbe rivedere tutto per capire chi è il soggetto che ha allungato la mano per aggiungere questo ultimo allinea e cacciarlo ad ombrellate sul groppone.
Ma purtroppo, e qui si sfiora veramente la commedia dell’arte, non soddisfatti da tanta superficialità e sciatteria, giusto cinque giorni dopo, rendono la vicenda grottesca, come detto in apertura.
Metta alla prova la sua pazienza e legga anche questa DELIBERAZIONE N. 14/11 DEL 12.03.2025 che ha come oggetto: Deliberazione della Giunta regionale n. 30/16 del 21 agosto 2024. Proroga del regime commissariale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G.Pegreffi” (IZS).
Anche qui mi limito a riporto la parte iniziale:
L’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale richiama la deliberazione della Giunta regionale n. 30/16 del 21 agosto 2024, con la quale è stata attivata la gestione commissariale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi” (IZS) sino alla conclusione della procedura selettiva per la formazione della rosa dei candidati idonei alla nomina a direttore generale dell’Istituto e, comunque, per un periodo massimo di sei mesi. Con la predetta deliberazione, è stata nominata quale Commissario straordinario la dott.ssa Simonetta Maria Cherchi, il cui nominativo risulta incluso nell’apposita sezione dell’elenco nazionale dedicata ai soggetti idonei alla nomina di direttore generale presso gli istituti zooprofilattici sperimentali.
L’Assessore rappresenta alla Giunta regionale che, con la deliberazione n. 13/35 del 7 marzo 2025, a seguito del procedimento di selezione, per titoli e colloquio, della rosa dei candidati idonei, è stata nominata quale Direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi” (IZS) la dott.ssa Simonetta Maria Cherchi. Gli effetti della predetta nomina risultano condizionati sospensivamente alla positiva verifica, da parte della Direzione generale della Sanità dell’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, dei requisiti richiesti dalla normativa vigente per la nomina stessa.
L’Assessore fa presente che i predetti termini per l’insediamento del nuovo Direttore generale dell’Istituto non risultano ancora perfezionati e, pertanto, al fine di garantire la continuità gestionale e amministrativa dell’Istituto e di assicurare gli adempimenti istituzionali, propone alla Giunta di prorogare la gestione commissariale, approvata con la deliberazione della Giunta regionale n. 30/16 del 21 agosto 2024, fino all’insediamento del nuovo Direttore generale e di confermare, quale Commissario straordinario, la dott.ssa Simonetta Maria Cherchi.
Sì, Professore, ha letto bene: siamo arrivati all’auto commissariamento da parte della Giunta Todde.
Un capolavoro di insulto al buon senso e alla logica.
Cinque giorni prima, dopo una lunga e accurata procedura, nominano il Direttore generale, finalmente riportando alla normalità la gestione dell’Istituto, e poi devono prorogare il commissariamento perché, cedendo allo spasmo retro fessurale di cui sopra, hanno vanificato il tutto, rinviando l’insediamento della nominata dopo una imprecisata riverifica di quanto già verificato. E quindi prorogano il Commissario, che da Commissario ha partecipato alla selezione per Direttore, ed è dunque Direttore in pectore ma ancora non si può dire, perché si vuole che qualcuno verifichi la verifica dei requisiti e dunque, per non sbagliare, la Giunta – ad culum bizantinum parandum – conferma il Commissario perché ha un dubbio sulle qualifiche del Direttore, che è la stessa persona.
Non so lei, ma mi sembra di vedere lui che bacia lei che bacia me e io non so più chi baciare, perché lui non mi piace e non voglio ricominciare il giro e dunque rimango col “cerino” in mano, unu casinu.
Da sgangherarsi dalle risate o da mettersi a piangere, scelga lei.
Mi rendo conto che, a fronte dei giganteschi problemi che assediano la Sardegna, quanto le ho voluto evidenziare è ben posa cosa, ma rende l’idea che, se non si riesce a gestire una situazione lineare come questa, cosa ci si può attendere nella gestione delle questioni realmente complicate e difficili? Mi dia qualcuna da baciare, professore, così passo il testimone.
Ma , guardi Enrico che non è proprio come lei sostiene riguardo una intenzione di inguaiare la Giunta. Il verbo mi perdoni, ..ma no n è corretto.
In prima persona(quindi, parlo per me) sono , in prevalenza, interessato a un PIANO politico della questione; poi non mi sottraggo a un dovuto esame giuridico documentale della questione in sé e delle interpretazioni, inclusa la sua.
Che detto per inciso ho trovato interessantissima perché non ci avevo riflettuto abbastanza; mi riferisco a quello che lei ha citato come due momenti distinti :
La procedura (per legge) per accertare la idoneità – demandata agli uffici
L’altra (per legge) attribuita al POLITICO. (Su questo POLITICO, i confini che circoscrivono le “cose” si complicano)
Ovviamente si evince chiaramente dal discorso che conoscete bene la normativa e non ci piove ma, la medesima a volte gioca brutti scherzi se si limita ad essere interpretata come un potere in sé, in carne ed ossa, che sovranizza le cose al di là sia del Politico che ha un potere proprio e originario e sia, consentitemi su un piano della logica, quello che qui è stato nominato come Bizantinismo o un inutile duplicato di un qualcosa già fatto.
Prorogare il Commissariamento è una decisione Politica. Questo, io lettore (non si gli altri, che parleranno per loro) RILEVO dall’articolo e a partire da ciò penso sul senso di questa decisione.
P.s. : guardate, mi sono letto l’intera procedura (modulistica, curriculum, determina) e pensando ad altre nomine “Chiaccherate” non ho potuto fare a meno di esclamare, perbacco che legge millimetrica nel selezionare la domanda migliore.
@ Caro Giovanni. Per me è esattamente come dici tu.
Ogni tanto pur di cercare qualcosa da imputare alla Giunta so scelgono argomentazioni un po deboli. Eppure sono tantissimi i motivi per cui lagunari. ( Poi appena uno osa dire che forse la procedura è corretta viene taciato o di stupidità ( il nostro autore a fronte delle contestazioni ha detto candidamente che eravamo noi a non aver capito il senso del suo elevato argomentare, Che però era tutto oncentrato su una procedura) o di essere degli statali nulla facenti che pensano solo al loro deretano.
Che bel. modo di conversare. Mah.
Non mi sembra di rilevare irregolarità o illegittimità ne’ nella fase pubblicistica (il direttore generale è scelto dall’elenco nazionale, previa manifestazione di interesse e prova selettiva), ne’ nella fase privatistica (che è separata da quella pubblicistica e che può essere condizionata da documenti da acquisire per legge, come il casellario giudiziale, che talvolta tardano ad arrivare). Piuttosto l’errore, anche evidente, lo vedo nell’aver anteposto la delibera di nomina del direttore generale a quella della proroga tecnica del commissariamento che può avvenire per 45 giorni. Sarebbe dovuto essere semmai il contrario, prima la proroga del commissariamento e poi la delibera di nomina.
In estrema sintesi, anche dai commenti degli interni RAS, oltreché dai loro atti (come le DGR), si può coglie la misura della auto-referenzialità che la macchina amministrativa regionale ha raggiunto, concimata nel contesto dell’Autonomia travisata e equivocata all’occorrenza o alla bisogna del politico/burocrate di turno.
E non poteva essere diversamente, altrimenti come si giustificano e cosa ci stanno a fare la bellezza di 3’659 dipendenti in servizio nella sola Amministrazione centrale?
Risposta: creano burocrazia, procedure, meccanismi, regole con le quali proteggersi e proteggere gli Amministratori di turno… Mica gli amministrati (i cittadini!)
@ Marco Casu. Si, ci sono precedenti. E neppure pochi. Ne ricordo almeno tre recenti, in tre agenzie diverse. L’eletto/a entra in regime di commissariamento ( che poi fa un pò ridere, dato che opera con pieni poteri) e poi diventa Direttore Generale (Direttrice in 2 casi su 3). Non è un bel vedere ma è così.
E’ il mondo di qualche noto europarlamentare. Il mondo al contrario.
Gent.mo Professore,
mi permetto di intervenire nei commenti, numerosi e vivaci, giusto per dare la chiave di lettura sul contesto di questa nomina che, evidentemente, non sono riuscito a rendere chiara nella mia nota. Diversi lettori, astraendosi dal contesto, si sono soffermati sulla analisi della procedura, argomentando e disquisendo su norme e prassi e, qualcuno,
è arrivato ad affermare la correttezza, formale, della sospensione degli effetti della nomina in attesa di successive verifiche e controlli, distinguendo tra i controlli sui candidati e quelli sui nominati. Bisogna riconoscere che diversi commenti sono caratterizzati da livelli tecnico amministrativi di livello, ma, come detto, soffrono dell’essere astratti dal contesto. Forse, perché espressi da lettori che vivono all’interno dell’Amministrazione regionale e tendono ad essere condizionati, anch’essi, dal pernicioso clima “ad culum bizantinum parandum”, il ché è sinceramente preoccupante. Si entra nel dettaglio normativo (L.241/90, D.P.R. 445, etc) per distinguere e discettare su procedimenti e procedure, ma si perde di vista la macro contraddizione che porta al paradossale, se non ridicolo, auto commissariamento. La nominata quale DG dell’IZS, innanzi tutto è una dirigente dello stesso IZS, poi era già stata nominata (circa sei mesi prima) Commissario dello stesso IZS, quindi le verifiche e controlli (assenza conflitto d’interessi; casellario) sono state già espletate; è nell’elenco degli aventi titoli a ricoprire il ruolo di DG degli IZS: bisogna aggiungere altro? Quale altre verifiche si devono espletare? Il test DNA e le impronte digitali?
Il fatto è che si perde di vista l’interesse pubblico generale (riavviare la gestione ordinaria dell’Istituto) e, inseguendo inutili bizantinismi, ci si auto commissaria!
Il problema è che, evidentemente, all’interno dell’Amministrazione regionale, anche nell’attività di gestione, si sono persi la ragionevolezza e il buon senso e sono state sostituite dal riflesso pavloviano di rinviare “ad altri” (chiunque esso sia) l’onere di assumere gli atti finali, quelli che impegnano.
Credetemi, visto da fuori, da proprio l’idea di un pessimo clima, al quale non si pone rimedio.
A breve, se mi darà spazio, segnalerò un altro caso, figlio dello stesso clima.
Ecco, leggendo i commenti,l’esempio lapalissiano della follia tutta italica del motivo per cui soggeti di altri paesi non investono in Italia (musk si,ma in cielo),in cui una persona disposta a comprendere e in buona fede cambia.Si, regione e paese.Progaridade.
Varie spiegazioni. La più probabile? Il nome della nominata non era il nome concordato (suvvia, la scelta non ha nulla a che vedere con controlli, esiiti di doppi controlli, verifica delle competenze o siimili).. la Giunta è andata avanti lo stesso e poi si sono scannati. Al termine del litigio, il nome della nominata è stato ritirato ma per garantire la continuità della gestione è stata confermata come commissariia. Easy. Ah no, easy no che sembra lo usino altri.
@Marco Casu
infatti il problema è proprio questo. e’ la seconda deliberazione evidentemente anomala. (infatti nel mio primo intervento scrivevo Più che altro la seconda deliberazione potrebbe far ipotizzare che vi siano problemi)
Non certo i presunti bizantinismi della prima.
Le persone che discutono sul ruolo del responsabile unico hanno delle valide ragioni riguardo il procedimento ma, tuttavia, penso che una domanda che ognuno può farsi dovrebbe essere questa:
In analoghe questioni di nomina di direttori generali , nei casi in cui non vi è presenza di commissariamento, Vi è stata dopo la nomina del nuovo direttore un lasso di tempo di sospensione?
In sostanza invito ad osservare lo Storico delle nomine, così da poter comprendere se in questo caso del Pegreffi vi sia un elemento perturbatore oppure no. Lo dico perché altrimenti la discussione si incarta nelle questioni di diritto o tecniche che dir si voglia e si trascura il l’elemento politico che ha un percorso non sempre inquadrabile in termini di senso.
@Sardinia Job una cosa è la procedura per essere individuati come idonei.
Altra cosa è la procedura per essere nominati.
La prima è gestita dagli uffici. La seconda dall’organo politico.
Nella prima si verificano i requisiti per essere individuati come idonei. Es si controlla, incrociando curricula e dichiarazioni, se il soggetto può essere incompatibile. Si controlla se sia stata resa la dichiarazione di assenza di condanne (rilevanti nel singolo caso, nel senso che una condanna per omicidio colposo non ha rilievo). Si controlla la sussistenza dei requisiti per ricoprire l’incarico.
Si fanno poi i controlli a campione. (previsti dal DPR 445 e non dalla tanto sbandierata legge 241.
la legge 241 stabilisce, infatti che, Il responsabile del procedimento:
a) valuta, ai fini istruttori, le condizioni di ammissibilità i requisiti di legittimazione ed i presupposti che siano rilevanti per l’emanazione del provvedimento;
b) accerta di ufficio i fatti, disponendo il compimento degli atti all’uopo necessari, e adotta ogni misura per l’adeguato e sollecito svolgimento dell’istruttoria. In particolare, può chiedere il rilascio di dichiarazioni e la rettifica di dichiarazioni o istanze erronee o incomplete e può esperire accertamenti tecnici ed ispezioni ed ordinare esibizioni documentali.
Quindi la locuzione “che ritiene necessari” era esatta in quanto è la normativa sulle dichiarazioni sostitutive e sulle singole cause di inconferibilità e incompatibilità che individuano i controlli da fare non certo la 241). Il RUp ha bene espletato il suo compito finalizzato a dichiarare il soggetto IDONEO.
Poi vi è la fase della nomina. nel nostro caso ci sono 3 idonei. i nomi sono trasmessi all’organo politico (tutti e 3 assieme agli atti). Nella fase della nomina quel RuP facente parte dell’organo amministrativo che ha espletato la procedura non c’entra più niente. ha esaurito il suo compito.
L’organo politico (e gli uffici non ne sanno più niente) decide, magari direttamente in Giunta. A seguito della decisione si da mandato agli uffici (differenti e ulteriori rispetto a quelli della fase procedurale) di procedere a fare tutti i controlli sulle dichiarazioni rese.
Ma d’altronde è la procedura che si espleta in ogni concorso pubblico. A parte la mancanza di requisiti si viene tutti ammessi. All’atto della firma del contratto l’amministrazione fa i controlli.
@M. è logico che se la nomina è dell’organo politico la proposta sia in bianco. O almeno la proposta tecnica fatta dagli uffici.
Si sta qui ragionando sul singolo caso (3 idonei) ma qui si tratta di procedure standard e che valgono per ogni nomina.
Vi sono casi (ed es nomine dei revisori di enti e Agenzie) in cui il arrivano 60/70 domande. Se si aspetta ad avere effettuato tutti i controlli (non a campione) su tutti il tempo si allunga a dismisura. Oltre al fatto che 67 richeiste ad es di ceritificato del casellario (se da nominare sono i componenti di un collegio) diventano inutili. Meglio far scegliere alla giunta i 3 prescelti e condizionare l’effettività della nomina al superamento dei controllo.
forse hanno un po’ di ragione tutti, la proposta di nomina potrebbe / dovrebbe arrivare già con anche i controlli fatti (almeno i principali) perchè non è bello far nominare qualcuno ad es in palese conflitto di interesse, o affetto da cause di inconferibilità / incompatibilità, o con condanne contro la PA, poi formalmente è vero che nei concorsi, appalti ecc certi controlli si fanno dopo, ma le nomine è un po’ diverso, dovrebbero arrivare già con una proposta, Ciò che forse fa notare Parmenide e che evidentemente a volte la proposta di nomina potrebbe non essere è concordata, è in bianco, per cui si nomina alla cieca aspettando / temendo il trappolone nei controlli, o a volte i controlli preventivi non hanno dato piena soddisfazione e si preferisce rimettere il caso / ino al controllo successivo , ecc.
Grazie Antonello , molto gentile. Ecco dove sbagliavo, nel titolo e nel nome del suo autore. Ma poco male perché sono interessato anche dei frammenti di libro; d’altronde è una storia vecchia, ho la pessima abitudine di partire da un dettaglio, anche piccolo per tentare di arrivare a un tutto, di chiarezza passabile.
Adesso passo di pala in frasca per farmi capire meglio; più o meno tutti conoscono quel dipinto di Giotto in cui il Cristo è catturato dalle Guardie e c è Giuda al centro della scena che lo bacia. È una scena che diremmo molto affollata , con tanti soggetti ecco ma, ciò su cui il mio sguardo è sempre caduto (chissà perché) è l’atto di Simon Pietro che mozza l’orecchio della guardia appena dietro il Cristo.
Il Misfatto fuori scena. Simon Pietro ed è da lì che inizia la Storia di una chiesa.
Basta un dettaglio. Di nuovo grazie Antonello
@ Antonello @ Enrico
In sostanza state entrambi dicendo che il RdP ha “correttamente” individuato l’elenco degli idonei SENZA aver verificato la sussistenza dei requisiti previsti per l’ammissione dei candidati alla procedura?
Come può il RdP dichiarare “idoneo” un candidato i cui requisiti di ammissione non sono stati verificati? Quale altra “idoneità” ha attestato il RdP se non quella della ricorrenza dei requisiti della procedura? Il RdP non può certo fermarsi alla mera verifica formale degli atti (come la presenza della firma!) ma deve accertare anche quella sostanziale.
Il RdP non fà gli accertamenti che ritiene! Fa gli accertamenti previsti dalla Legge! (art. 6 comma 1 L.241/1990).
Se la procedura selettiva prevedeva il possesso di specifici requisiti per la partecipazione ed il RdP non li ha verificati e non ne ha dato atto nella sua istruttoria conclusiva, significa che il RdP non ha svolto il compito attribuitogli dalla Legge!
@ Marco Casu
Non sorprende che non abbia trovato il libro di Gasparetti “Il fascismo e i giovani” editto da Piemme. Per due ordini di motivi. Il primo: non esiste un libro così titolato. Il libro in questione è: “Ho 16 anni e sono fascista” (www.edizpiemme.it/libri/ho-16-anni-e-sono-fascista/). Il secondo motivo risiede nel fatto che l’autore del libro non è Gasparetti, ma Christian Raimo. Mi pare di capire, da un suo precedente intervento, che lei non abbia letto l’inchiesta su Gasparetti pubblicata da Indip, che tratta con dovizia di particolari anche questa vicenda. Inchiesta che riferisce di come Gasparetti avesse dichiarato in un suo curriculum di avere «pubblicato un libro sul neofascismo ed i giovani, edito dalla Piemme», aggiungendo inoltre che lo stesso libro era a «doppia firma, io e Christian Raimo». Peccato che – come riportato da Indip, sentito l’unico autore – il nome di Gasparetti compaia a pagina 7, così: «Questo libro è stato realizzato con la collaborazione di Jacopo Gasparetti». Raimo confermò ed ebbe a dichiarare di avere solo «inserito alcuni passaggi tratti dalle testimonianze raccolte da Jacopo».
@ Sardinian Job
Barocchismi a parte, trovo che le osservazioni mosse da Enrico siano per lo più corrette, almeno nella prima parte. Infatti, la delibera della Giunta chiama in causa la determinazione del Responsabile del procedimento solo per la parte inerente la certificazione della regolarità del procedimento, che ha portato a compilare la lista dei 3 candidati idonei a ricoprire la carica di Direttore generale del citato Istituto, evidentemente sulla base della documentazione richiesta per partecipare e autocertificata dagli stessi. Insomma, il Responsabile del procedimento a questo si è limitato. Quindi, è corretto condizionare la nomina ad un secondo passaggio, come scritto nella delibera (e non solo in questo caso, ma in tantissimi altri precedenti) per una verifica sull’effettivo possesso dei requisiti richiesti e documentati dai partecipanti alla selezione, secondo la normativa vigente.
Sulla porta la targa: Procura della Repubblica.
Tok Tok Tok ….. c’è nessuno? c’è nessunoooo? Ah è vero, sono troppo impegnati a contrastare la separazione delle carriere (più che altro a contrastare il rallentamento della propria).
Altra porta, altra targa: Procura della Corte dei Conti.
Tok Tok Tok …. c’è nessuno? c’è nessunoooo?
Boh! Devono essere troppo impegnati a contrastare …. a contrastare ….. boh! Cosa contrastano?
Bel paese l’Italia, bella isola la Sardegna.
Saluti.
P.S.
Anche perchè occorre tenere in considerazione che in questo caso gli idonei sono solo 3. Ma in altre ipotesi sono ben più numerosi, in taluni casi anche decine, e quindi è inutile e dispendioso procedere con le verifiche a tappeto su tutti mentre è maggiormente logico fare dette verifiche solo sui nominati (nominati dalla Giunta non dagli uffici che si occupano della procedura preliminare).
@Sardinian Job
Una cosa è la fase della procedura rimessa agli uffici, in cui vi è un responsabile del procedimento che fa gli accertamenti che ritiene. In questa fase si individuano gli idonei. Non si procede alla nomina. Il compito del RUP per questa fase è finito con l’individuazione dei soggetti idonei
Altra cosa è la fase della nomina rimessa all’organo politico che sceglie dall’elenco degli idonei. La deliberazione di cui trattasi ha proceduto alla nomina (passaggio ulteriore rispetto la fase procedurale in cui si acquisiscono le manifestazioni di interesse). a seguito di questa si è dato mandato agli uffici di procedere alle verifiche sulla persona nominata.
Non è questione di essere funzionario o meno della RAS. Ovunque funziona in questa maniera. Poi si può anche procedere a prevedere prima l’accertamento dei requisiti. ma se non si vuole procedere a campione, perchè devo ad es chiedere il casellario di chi non viene nominat0? E’ una questione di come si vuole procedere. ma per tutte le nomina è così anche in altre amministrazioni
@Enrico, mi par di capire, anche da precedenti interventi, che lavori in seno alla Amministrazione della RAS (Funzionario/a?).
Come (anche) Lei scrive, la verifica dell’effettivo possesso dei requisiti (anche quelli AUTO-certificati) DEVE essere fatta dal RUP (Responsabile unico del Procedimento), avvalendosi di tutti i mezzi/piattaforme/elenchi/albi/direzioni/uffici/etc, etc, etc, all’uopo necessari.
Ebbene, nella prima parte della DGR si da atto che il RUP ha verificato i requisiti e, nella seconda, che un altro soggetto (la Direzione Generale) li deve (nuovamente) verificare???
In sostanza, si è scritto che il RUP è un fantoccio privo di reale capacità/potere di svolgere il ruolo che la LEGGE (n° 241/1990 e ss.mm.ii.) gli attribuisce!
Fossi la carne e le ossa del RUP in questione, qualcosa l’avrei detta a tal proposito.
Tutto ciò, oltre ad essere illogico (ed illegale), conferma ciò che da tempo traspare dall’agire dell’Amministrazione regionale: l’Autonomia (di cui godiamo!) viene spesso presa per eludere/disapplicare/ignorare le norme nazionali, oltreché il buon senso, a tutto vantaggio del Burocrate/Politico di turno!
Sintesi:
Ho nominato la commissaria in base ai requisiti, ma siccome ogni giorno Maninchedda mi addita di sciatteria, ho paura di avere fatto una cazzata.
Dunque prorogo il commissariamento dell’Istituto, nominando la stessa, così se Maninchedda mi dice che non ha i requisiti, noi diremo che è solo un prolungamento del commissariamento, in attesa che Maninchedda approvi dal suo blog la nomina, verificandone i requisiti.
Il controllore neanche tanto occulto, colpisce ancora. Tremate stelle.😱
Bella lettera. Bravo Pilloni.
Fa piacere di mattina presto sapere che esistono persone capaci di estrapolare dal buco nero del cosmo Regione , FATTI che uniti ad altri , portano a Presumere che la questione DECADENZA TODDE indica a una certa cautela.
Un Commissario , pardon, la proroga di un Commissariamento potrebbe in futuro essere accolta (c è uno stato di NECESSITÀ, di emergenza e qualcuno deve mandare avanti la baracca).
Ma, Presumo io e con beneficio del dubbio, poniamo che gli esclusi alla selezione facciano ricorso alla mancata nomina perché quella Delibera è stata firmata da soggetto dichiarato Decaduto? È ben inteso una domanda , spero leggitima.
P.s. : comunque è da ieri sera che cerco con ostinazione il libro di Gasparetti “il fascismo e i giovani” . Ho cercato tra le edizioni Piemme (è il riferimento che esiste attualmente, ma niente da fare) se c è qualche gentile lettore che legge e vuole indicarmi il Link, gliene saro’ grato.
Enrico, mi spiace, ma non sono d’accordo. Sono barocchismi inseriti dalla prassi Solinas. Ha ragione Parmenide.
Non è proprio così.
L’ultima parte della deliberazione di nomina è una formula che si inserisce (potremo dire che va inserita) in quanto tutte le procedure concorsuali ( o comunque nelle quali i candidati devono certificare taluni requisiti) sono espletate in ragione di autocertificazione degli stessi sul.possesso dei requisiti alla nomina (es mancanza di condanne, di carichi pendenti, di incompatibilità ecc ecc). Quindi in fase di selezione si fa un primo controllo formale e solo dopo si verifica l’effettivo possesso dei requisiti ( ad es si chiede al casellario il certificato, si verifica l’avere in concreto espletato certi incarichi attraverso forrmale richiesta di atti ecc). Quindi è tutto corretto. Il d.p.r 445 impone l’utilizzo delle auto certificazioni e la loro verifica solo a posteriori e solo sui selezionati.
Più che altro la seconda deliberazione potrebbe far ipotizzare che vi siano problemi.