Nell’offensiva mediatica del Ministero della Difesa e, mi spiace dirlo, della Giunta sarda, volta a far sembrare giusto un accordo che invece è ingiusto, subordinato e imbarazzante per i sardi e per la storia, quale quello negoziato segretamente da Pigliaru e alla firma lunedì prossimo, interviene oggi il ministro della Difesa Pinotti, con un’intervista alla Nuova Sardegna.
Breve premessa: l’informazione in Sardegna ormai non va più alle fonti, ma racconta le opinioni dei protagonisti o descrive gli esiti degli scontri delle forze in campo. C’è un giornalista politico sardo che ormai non parla più del merito dei problemi, ma racconta solo chi vince e chi perde in Consiglio regionale e il tono dipende anche dal piede con cui si è alzato al mattino. Il lettore medio non capisce nulla delle ragioni per cui si combatte e progressivamente si stanca di leggere telecronache parasportive dello scontro politico. Sarà un caso, ma l’unico giornale italiano che nel bimestre settembre-ottobre ha incrementato le vendite è Avvenire, che è appunto un giornale che parla di cose, da un punto di vista particolare, ma di cose non di match.
L’intervista Intanto occorre capire bene con quale Ministro della Difesa si ha a che fare: senza memoria si è inermi.
La ministra Pinotti è la stessa che nell’ottobre del 2016 impedì l’accesso della stampa ai sopralluoghi della Commissione d’inchiesta Scanu ai poligoni.
Ricordato questo, e cioè che abbiamo a che fare con un politico che ha acquisito una mentalità militare, veniamo a commentare punto per punto ciò che dice.
Pratosardo Primo grande annuncio: apriamo la caserma di Pratosardo. C’è da rimanere veramente annichiliti per l’impudenza.
Questa la storia di Pratosardo. Nel 1997 era stato fatto un accordo tra Regione, Ministero Difesa e Comune di Nuoro ed erano stati stanziati dalla Regione 40 miliardi di vecchie lire per l’Università di Nuoro, di cui 20 miliardi dovevano essere dati alla Difesa per una nuova Caserma (realizzata a Pratosardo); in cambio la Difesa doveva dismettere la Caserma Loi da destinare a Università. Nel 2008 sono stati concessi dalla Regione ulteriori finanziamenti alla Difesa, pari a 1 milione e mezza di euro per completare i lavori. I lavori della Caserma sono recentemente terminati e collaudati. Ad oggi non ho evidenza che la Caserma Loi sia stata dismessa nonostante gli accordi del 1997 e i finanziamenti erogati. Chi ha fatto la nuova caserma? La Regione Sardegna, cioè i sardi hanno pagato per dismettere una vecchia servitù e realizzarne un’altra. Capisco il giubilo militaresco del ministro Pinotti nel vedere confermata la subordinazione, ma ai sardi tutto questo che cosa può rappresentare se non un modello da cui emanciparsi?
Indennizzi annuali La ministra si compiace del fatto che il Ministero, in virtù dell’accordo stipulando con la Regione, erogherà gli indennizzi annualmente e non ogni quinquennio come è sempre accaduto.
Cosa dice la legge?
La L.104/1990 e poi il D.Lgs n.66 del 15/3/2010 (art.330, comma 2) prevedono: “Alle regioni maggiormente oberate dai vincoli e dalle attività militari, comprese la dimostrazione e la sperimentazione di sistemi d’arma, individuate ogni quinquennio con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Ministro della difesa, lo Stato corrisponde un contributo annuo da destinarsi alla realizzazione di opere pubbliche e servizi sociali nei comuni nei quali le esigenze militari (compresi particolari tipi di insediamenti), incidono maggiormente sull’uso del territorio e sui programmi di sviluppo economico e sociale”.
Quindi: ogni quinquennio si individuano le Regioni oberate da servitù e ogni anno si erogano i contributi. Invece il Ministero si era preso la ‘licenza’ di pagare ogni quinquennio e per di più male (il Ministero della Difesa deve ancora erogare alla Regione Sardegna i contributi per il quinquennio 2010/2014: a tre anni dalla scadenza non è stato ancora erogato nulla e risulterebbe che i soldi – come affermato dai militari in sede di riunione del Co.Mi.Pa. – siano diminuiti del 40%, rispetto al quinquennio precedente, e sono peraltro andati in perenzione).
Quindi la Ministra Pinotti spaccia per grande risultato dell’accordo con la Regione ciò che è già previsto per legge.
Poligoni e bonifiche Qui bisogna tenere veramente gli occhi aperti. La Ministra dice che non si parla di bonifiche nell’Accordo perché se ne parla nella legge di stabilità 2018. Intanto non è proprio così, ma preliminarmente va notato che mentre per l’annualità degli indennizzi vale più l’accordo che la legge, per i poligoni vale più la legge dell’Accordo.
Ma la legge che cosa dice esattamente? La legge di stabilità ha accolto un emendamento del senatore Uras che si ispira alla proposta di legge presentata da Giampiero Scanu, e determina la bonifica del sito dopo le esercitazioni. In sostanza, in legge c’è una disciplina di bonifica per le esercitazioni future, ma non un impegno per le bonifiche necessarie per l’inquinamento passato. Non solo: chi sarà il responsabile delle attività amminsitrative e di bonifica?
Il comandante del poligono, che comunicherà tutti i dati anche all’Arpas. Quis custodiet custodes? Questa è la verità.
Non solo: in nessun luogo vi è traccia della riduzione dei poligoni in Sardgena, che è l’obiettivo politico da perseguire.
Potrei continuare su tanti altri punti, ma credo che l’esemplificazione sia sufficiente.
Riguardate Presa diretta.
Non credo che competa a me dover fare controinformazione, ma nessuno la fa. Tutti si inseguono reciprocamente facendo un’informazione che vuole suscitare l’indignazione. Nessuno accetta la fatica dell’informazione che esplicita la verità. La conseguenza è un clima falsificato e incarognito, dove i forti rimangono forti e ai deboli viene concesso il lusso della rabbia inconcludente.