Oggi l’Unione Sarda dà l’ennesima notizia di una sentenza di assoluzione di un coltivatore, anche questo difeso da un legale non sardo, che, visti i chiari di luna, vista cioè la circolare della Procura di Cagliari che considerava, per un contrasto tra le norme, illegale la coltivazione di Canapa Sativa, pur permessa da una legge nazionale, aveva chiamato la Guardia di Finanza per far valutare la sua coltivazione e se l’era vista immediatamente sequestrata.
Oggi la vicenda è ripresa dall’Unione Sarda (La Nuova va dietro ai temi importanti solo per il suo Direttore, e infatti è un giornale clamorosamente scivolato sotto le ventimila copie. La direzione Di Rosa verrà ricordata come direzione alla liquidazione. Gli investitori che hanno acquistato recentemente quote del giornale possono già scorgere l’intacco del loro capitale).
Ed è proprio la ricostruzione dell’Unione che svela in che mondo privo di diritto sia precipitata la Sardegna, grazie anche ai sacerdoti del diritto, gli accigliati magistrati antimarijuanisti (la cocaina scorre a fiumi a Cagliari, sin dai tempi del dott. Marchetti, che ne parlò in un incontro a Nuoro riferendo anche dei residui rilevati nel canale di Mammarranca…).
Dunque, la vicenda è questa.
Un uomo onesto, che sa bene che in Italia per essere certificati come onesti non basta la propria buona condotta, ma serve un certificato timbrato da un giudice, ha pensato bene di non correre rischi. Avendo coltivato Canapa Sativa, come tanti altri che hanno pensato bene di coltivare un prodotto ricercatissimo dalle aziende farmaceutiche e da tanti pazienti affetti da tante patologie, ma avendo visto che Guardia di Finanza e Procura di Cagliari avevano dichiarato guerra proprio alla Canapa Sativa assimilandola alla Marijuana vera e propria, decise di autodenunciarsi e di far verificare dalla Gdf la propria coltivazione.
Immediatamente, il corpo di polizia che più ama le manette (un mio conoscente che ha avuto a che fare con loro, poi assolto, ma inizialmente arrestato, of course, mi raccontò che il finanziere che gli piombò a casa alle 5 del mattino, d’inverno, gli disse che doveva ringraziarlo perché non gli metteva le manette…) procedette a proporre il sequestro di 214 chili di infiorescenze e di 200 piantine di cannabis a danno dell’impresa, che peraltro era in regola con tutte le norme vigenti, anche con quelle per la pulizia delle orecchie.
Si arriva al dibattimento e anche la Procura, fatti tutti i controlli, giunge alla conclusione che il fatto non costituisce reato, come noi sosteniamo da tempo, avendo tutta l’informazione sarda schierata su posizioni opposte, la quale supinamente dall’estate scorsa non fa altro che sparare titoli a ventinove colonne per i sequestri di piantagioni il più delle volte regolari (non sempre, ovviamente, e i delinquenti si sono fatti valere anche in questa circostanza, mischiando la mariuana con la Sativa e rovinando così gli onesti) e poi titoletti da necrologio per i tardivi dissequestri.
Ma il giudice non ha accolto la proposta della Procura di assolvere perché il fatto non costituisce reato (cosa che avrebbe comunque comportato l’illegittimità della coltivazione) ma ha assolto perché il fatto non sussiste, disponendo la restituzione, ormai inutile per il pregresso ma utile per il diritto, delle piante e delle infiorescenze.
Il dato conclusivo è che la Procura di Cagliari ha bloccato per due anni, con grande giubilo delle case farmaceutiche e di alcuni grossisti lombardi, lo sviluppo di un settore che per tanti agricoltori avrebbe e ha rappresentato una fonte di redditto legale e alternativa all’assistenzialimo agricolo e alla delinquenza occulta. Ovviamente, mentre gli agricoltori hanno pagato con denaro, rabbia e silenzio, la politica ha fatto una legge inutile e ha taciuto rispetto al Potere delle toghe (perché le teme per via della sua coscienza sporca, quella delle leggi omnibus). Oggi l’Unione dà la notizia a pag.38, ma c’è di più, e forse l’Unione potrebbe rappresentare una speranza. In un’altra pagina si dà, per la prima volta, notizia, in un procedimento giudiziario, delle posizioni della difesa.
Un miracolo!
In altre cronache da altri processi, l’Unione racconta solo le versioni delle Procure, per poi, quasi inaspettatamente (ma su questo La Nuova manettara è indiscutibilmente peggiore) fare gli articoli sulle inattese assoluzioni. Nel frattempo, vite distrutte e gogne esibite, con una malvagità sociale che non ha riscontri altrove se non nella celebre testata Il rutto quotidiano.