Il 15 marzo 2020 Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ha indirizzato un articolo affettuoso al Rettore Carpinelli, ricco di stima per i mattoni messi come base di quelli che verranno, umile muratore di moderne cattedrali. Così sia.
Posto che di muratori c’è sempre bisogno, tanto più se in tocco, toga e, soprattutto, divisa (e c’è un corpo dello Stato che ha questa fissa per la squadra, ma di questo parleremo un’altra volta) il problema è: quanti sono questi muratori; quanto tira l’edilizia medievale in Sardegna? Non peraltro, perché sono troppi, e molti si riconoscono nei modi e nelle parole, perché sono ingordi e sguaiati.
Togliamo una certa minoranza di massoni, quelli che credono di interpretare i valori del liberalismo, del libertarismo, della solidarietà, dell’indagine del divino in tutte le forme lo si voglia intendere e vogliono praticarli in un clima mazziniano, di epica lotta. Esistono; sono persone che in guerra si vorrebbe al proprio fianco. Sono persone riservate e riflessive, intimamente disponibili anche alla lotta. Gente particolare.
Togliamo un’altra minoranza, quella di chi diffida del potere e organizza forme di resistenza potenziali, certamente occulte, interpretate come rete pronta ad agire se la libertà venisse minacciata. Sono persone che per quanto si possa ritenere ingenue e/o pericolose, hanno anche un loro fascino morale e una loro robustezza psicologica.
Però noi sappiamo anche di massoni malvagi, imbroglioni, veri cialtroni strapagati che non riescono a fare neanche ciò che dovrebbero saper fare a memoria; sappiamo di faccendieri di Stato che ascoltano una cosa e ne scrivono un’altra; sappiamo di massoni bugiardi protetti per dire bugie sapendo di dirle.
Ecco, a questi, annidati nei palazzi regionali, negli ordini professionali, nelle caserme, nei palazzi di Giustizia, negli ospedali, negli enti regionali, nei partiti, nelle associazioni sportive e nei nuovi casini clandestini (nel senso proprio e non in quello del disordine), a tutti questi parenti dei fratelli, da loro discendenti ufficialmente o clandestinamente, vorrei svelare sfrontatamente, anche a nome di altri sardi, la loro vera natura: voi non siete come quelli di cui parla Bisi.
Voi siete un surrogato pestilenziale della camorra, della mafia, dei servizi di sicurezza deviati, di quelli che usano i delinquenti come informatori e proteggono il loro delinquere, di tutto ciò che lavora nel buio, nei corridoi, negli interstizi, nei diverticoli.
Voi siete il potere malvagio e irresponsabile della Sardegna e dello Stato che sta talmente appestando l’aria da indurre alla rivolta. E lì ci troveremo.
Come ho sempre affermato il nostro è un microcosmo della attuale società decadente l’importante è che ognuno di noi lavori per sé e per il bene della società : i mattoni squadrati si uniranno con altri mattoni squadrati e non con pietre fallate.
Queste accuse agitano. Sembra che ci sia una rete che ci copre tutti. Non conosco certi ambienti, ma ho sperimentato come atteggiamenti mafiosi siano propri di gruppi di potere in vari ambiti. So, però, che si possono combattere se si rivelano le loro strategie e altri ti sostengono. Il problema è che nessuno ha il coraggio oppure pensa che non sia per lui conveniente esprimersi. Perciò vincono.
Mattone dopo mattone? Che sia un’allusione? Nomina sunt nomina? O massone dopo massone? 🤔