Battista Cualbu è un pastore.
Poi è anche Presidente di Coldiretti (nessuno è perfetto) e di mille altre cose (in Coldiretti fanno così, arrotondano).
A noi interessa il pastore.
Si dice che l’uomo ricordi sempre e solo l’ultimo favore ricevuto e tenda a dimenticare il bene pregresso.
In campagna non è così. C’è l’albo dei buoni e l’albo dei cattivi.
Così è accaduto che ieri Cualbu sia stato l’unico che dinanzi alla revoca dei divieti per la peste suina, abbia ricordato che è stata una battaglia voluta, pianificata, finanziata e realizzata dalla Giunta Pigliaru, che ha avuto in sede attuativa due nomi decisivi: Laddomada e De Martini.
Invece Solinas nel suo comunicato ha inneggiato a se stesso, ha ricordato ai media quanto lui e solo lui sarebbe stato bravo, dimostrando in questo modo ciò che è ormai una costante: quando si arriva a fare i Presidenti di Regione solo per calcolo e furbizia personali, senza alcuna cultura dello Stato che compensi l’affannosa ricerca dell’accumulo del potere, si sfascia la radice della Nazione Sarda: la coesione.
Forse Cualbu ha solo risposto al codice rurale che impone di non dimenticare né il bene né il male, però ha compiuto un gesto giusto e nobile.
Invece Solinas ha scommesso sulla poca memoria del popolo, sul fatto che si dica che la gente abbia al massimo un giorno di ricordi. E così ha pensato bene di cantarsela e suonarsela da solo, sicuro che tutti abbiano dimenticato le sue dichiarazioni di esordio, quando affermò solennemente che era ora di finirla con gli “incappucciati” (maggio 2019), cioè con le squadre di guardie forestali incaricate degli abbattimenti forzosi. Come pure ha pensato bene di ricordare il muro di gomma opposto al lavoro della struttura di missione che portò alle dimissioni di De Martini (noi ne parlammo diffusamente). Torna di attualità l’insegnamento di Umberto Eco sul ruolo degli intellettuali, sulla necessità che essi stiano sugli alberi a osservare e che non dimentichino e aiutino a non dimenticare. Noi ricordiamo presidente, e non sarà un comunicato stampa farlocco e infiocchettato e farci cambiare idea sui reali suoi meriti (rarissimi) e sulle molte sue colpe.
Tra queste, tra le colpe, vi è quella della faccia di cartone.
Ma come può il Presidente della Regione, cioè Solinas (onde evitare equivoci), chiamare alla rivolta i Sardi sul caro-prezzi dei biglietti aerei dopo essere stato lui, e solo lui, senza alcuna istruttoria e atto firmato dai dirigenti dell’assessorato dei trasporti, a ritirare (e così annullare tutto il lavoro fatto in precedenza) il bando predisposto dall’assessore uscente Caredddu (Marzo 2018)? Come fa chi ha perso tempo dietro l’insularità in Costituzione (che, come si constata, non serve a una mazza se non è utile neanche a calmierare il prezzo di un biglietto aereo, gonfiato sotto Natale per lucrare sull’incremento di domanda) ma è corso a annullare l’unico bando a suo tempo predisposto, utile per non rendere la Sardegna ostaggio delle compagnie aeree, a chiamare tutti noi alla mobilitazione? Io non posso stare a fianco a lui, non perché lui ha un’opinione diversa dalla mia, ma perché lui è, in atti, colui che ha prodotto il problema confrontandosi da solo – in videoconferenza – con Bruxelles e ritirando il bando Careddu, colui che ha scelto il precedente assessore ai Trasporti, colui che ha fatto le leggi omnibus, più preoccupate delle mance che dello sviluppo e dei trasporti, colui che è stato assessore dei trasporti lasciando in eredità alla Giunta successiva il fallimento Saremar (la cui liquidazione dura ancora, con festeggiamenti dei commissari liquidatori). Io non mi mobilito con uno come lui che non si prepara prima dei confronti, che fa errori grossolani e poi li attribuisce agli altri, che si nasconde quando non ha risposte. Ma il problema non è questo, evidentemente. Solinas sa volentieri fare a meno della mia presenza e di quella di altri. Il problema è la faccia di cartone, il solo fatto di pensarsi a guida di un popolo che, riconoscendo la virtù del capo, lo segue. Qui di virtù non c’è neanche l’ombra, anzi, vi è il contrario. Se poi l’appello alla mobilitazione serviva solo a spaventare le compagnie, beh, allora è stato più bravo Silvio Lai che da parlamentare ha chiesto una commissione d’inchiesta e un intervento dell’authority antitrust sulle dinamiche dei prezzi praticati da e verso gli aeroporti sardi. Prima di chiamare la rivoluzione, bisogna saper fare e aver fatto il proprio dovere.
Bisogna aver fiducia per poter anche tentare di cambiare. Nulla cambia. Tutto è marcio. Chi ti ascolta lo fa per sapere come combatterti o neutralizzarti. Non fosse così, queste situazioni non esisterebbero. Non vi è un palmo di terra immune all’infezione. Perciò non votiamo, perciò non parliamo, perciò cerchiamo di fare il meglio possibile, dando ascolto alla voce della coscienza.
Purtroppo questo manigoldo è riuscito a circuire anche qualche galantuomo che speriamo si ravveda per tempo.
Di Cualbu non ho stima, come non ho stima dei camaleontini della politica che ieri l’altro erano berlusconiani, ieri sardisti, oggi meloniani. Un po come si diceva un tempo : Francia o Spagna, purché se magna.
Questa è la politica di chi è a capo della Coldiretti sarda , che ripeto per l’ennesima volta fa rivoltare nella tomba il compianto Bonomi , e che mai epigoni di bassa lega guidarono le sorti della più rappresentativa associazione del mondo agricolo isolano.
OMISSIS Cualbu era sullo stesso tavolo di Salvini quando proclamò che in 24 ore avrebbe portato il prezzo del latte da 0.80 a 1.20 euro.
Cualbu è stato il manutengolo della giunta Solinas, a cui nella campagna elettorale del 2018, ha tirato la volata.
Cualbu era a fianco di Solinas, che da un improbabile palco di un carrello da trattore, annunciava mirabolanti finanziamenti per l’agricoltura, che mai hanno toccato terra.
Cualbu rimane sotto la sufficienza anche dopo aver smentito il suo Mentore Solinas sulla legittimità di chi ha promosso, finanziato e debellato la peste suina. Ricordando allo smemorato di Capoterra chi allora era a capo del governo sardo, ovvero prof. Pigliaru
La balla di Solinas era tale e tanta spudorata, cose se Churchill avesse scritto nelle sue memorie che la vittoria di Waterloo fosse la sua è non di Wellington. Perciò non mi sembra che il ” prode anselmo” Cualbu abbia fatto una grande prodezza.
Lo sapeva anche Giagoni deputato leghista di Santa Teresa di Gallura, che normalmente è ignaro di tutto.
GLI INCAPPUCCIATI:
QUANDO TUTTO IL MONDO È PAESE
In qualsiasi condominio di Cagliari in cui si praticano attività illegali – la più frequente lo spaccio di stupefacenti – i residenti sono spesso ostaggio di una persona che alla faccia di tutti, esercitando una pesante pressione psicologica, incute quel timore che inibisce le reazioni positive quali il rivolgersi alla giustizia per denunciare.
Non è diverso in quei paesi in cui più difficile è stata ed è ad oggi la lotta alla peste suina.
Pochi autentici delinquenti pare abbiano continuato e continuerebbero a gestire allevamenti allo stato brado nei quali parrebbe – il condizionale si impone – che i maiali risulterebbero ovviamente non registrati.
Quale compaesano oserà mai denunciare alle autorità ciò che tutti sanno? Chi toccherà il balordo di paese?
Ecco perché quella attuata degli incappucciati è risultata l’unica strada percorribile.
Poche voci negli anni si sono levate ma solo per difendere le “vittime innocenti”, vittime degli effetti collaterali del conflitto.
Voci che però si sono connotate sempre come “mezze messe”; si a difendere la vittima innocente, mai a puntare il dito contro colori i quali erano o sarebbero i veri responsabili delle cause, ossia i veri proprietari del bestiame infetto.
Pochi comuni sono ancora interessati dalla peste suina.
Lo zoccolo duro di costumi atavici: diffidenza e omertà quali reazione per la sopravvivenza.
Probabilmente l’assenza delle Istituzioni ha una sua incidenza.
Assenza che pesa. Pochi investimenti, scarsa attenzione verso le comunità dell’interno.
Strade dissestate, scuole che chiudono, ospedali sempre in bilico con periodiche riduzioni dei servizi verso il cittadino.
Così è in qualche quartiere di Cagliari in cui chi non pratica affari malavitosi, pur costituendo la maggioranza assoluta è solo.
Sarebbe stato interessante assistere ad un dibattito approfondito in Consiglio regionale.
Invece manca qualsiasi analisi.
Impegnati a gestire l’Isola in termini autenticamente superficiali.
Magari comunicano con SMS!
Nel mentre le cavallette incombono e tra pochi mesi la loro presenza, il numero e il territorio interessato costituiranno l’indicatore per apprezzare il peso reale di questa classe politica di governo.
Si dirà che chi lavora non fa proclami.
Si dirà, perché anche le dichiarazioni sulla peste suina dimostrano il contrario.
Questi non fanno un beato nulla e dichiarano e proclamano.
Quando veramente i cittadini prenderanno coraggio per ribellarsi a questo status?
G.M.
È necessario dar valore all’ onestà, in ogni campo. Ma non vedete che ci vogliono trasformare tutti in clientes? I politici non devono far del bene a questa o a quella categoria, il bene in politica (forse in ogni campo pubblico?) non deve essere personale!!!
Sto contando i giorni che ci separano dalla scadenza naturale della legislatura, perché una superficialità, un’impreparazione, una disonestà intellettuale come quella che si è vista in questi anni, va oltre ogni immaginazione.