Non rassegniamoci alla nuova schiavitù.
Troppi Sardi lavorano per salari sotto i mille euro. Troppi.
E troppi vivono in uno stato di paura e di precarietà insostenibile.
Mi fanno rabbia i miei colleghi universitari che insegnano che precario è bello, che bisogna saper cambiare mestiere nella vita, che il lavoro ormai è dematerializzato, che si lavora con la tastiera da casa. Questi sono i miei colleghi dell’ordine costituito, dell’ordine dei comodi che pontificano sui deboli.
La politica è inutile se non fa giustizia.
E oggi l’ordine costituito è sommamente ingiusto.
Se mai farò il presidente della Sardegna, giuro che cambierò radicalmente l’ordine delle cose e in Sardegna non ci saranno lavori sottopagati.
E lo giuro perché è giusto, costi quel costi.