Oggi poche parole, perché ci sono giorni di dolore nelle quali usarle è blasfemo.
Noi abbiamo tanti motivi per soffrire (e stiamo pensando seriamente su uno, sulla giustizia ingiusta, di mettere seriamente in gioco la vita stessa), ma se n’è aggiunto un altro: la miseria morale diffusa.
Mettiamo in fila le cose recenti.
Abbiamo una Giunta (e un fiancheggiante organo di informazione prossimo al crack – ma in attesa di agognati finanziamenti pubblici – per intossicazione, cioè in virtù della distribuzione cui quotidianamente si dedica di veleno sociale e personale) che nell’ordine:
1) ha distrutto la continuità territoriale aerea;
2) non sa cosa fare con quella marittima;
3) ha annunciato per mesi l’avvio dei lavori della dorsale del gas e poi ha scoperto di non avere né tariffa né soldi per l’investimento;
4) vuole governare l’agricoltura sarda dal camioncino della Coldiretti e non sa fare quasi nulla di ciò che si deve fare negli uffici della Regione;
5) non riesce più a garantire uno standard medio di qualità negli ospedali sardi (che sono allo sbando);
6) continua a riempire di discariche la Sardegna;
7) moltiplica il numero degli stipendiati clientelari;
8) devasta l’amministrazione regionale abbassando i requisiti del reclutamento dei dirigenti, andando di proroga in proroga con commissari incaricati che dovrebbero limitarsi all’ordinaria amministrazione e invece fanno quello che vogliono;
9) oscura con pratiche dilatorie la trasparenza degli atti amministrativi;
10) non riesce ad avere una strategia unitaria per tentare, almeno tentare, di aumentare la ricchezza prodotta, unire turismo e cultura e alzare i livelli educativi e formativi, i quali stanno precipitando a soglie così basse da intaccare lo stesso vivere civile.
L’organo di stampa di cui sopra fa da megafono alla Giunta, detta la linea, colpisce gli avversari e, quando avverte che la vergona è insostenibile, si smarca da ciò di cui è complice principale con ridicoli appelli scritti in italiano da taverna e con sintassi franta: “Sardi unitevi!, e tutti uniti dateci i soldi pubblici per tirare a campare”.
Dinanzi a tutto questo, la cosa peggiore è chiamare all’unità il popolo sardo dopo averlo devastato con i propri imbrogli politici, dopo averlo irriso correndo sotto le sottane dei leader nazionali italiani a chieder loro l’alleanza salvifica (fondata sui loro interessi), dopo averlo gabbato sui suoi mercati, dopo averlo reso parassitario e indolente, dopo averlo reso ignorante e volgare con scuole impedite a una seria educazione (la quale, si voglia o no, è fondata sull’amore, sul sapere, sulla disciplina e su nient’altro) e a un’altrettanta seria selezione fondata sul merito.
Non siamo tutti uguali e io non mi unirò mai con questa Giunta e con questa maggioranza, che da un lato moltiplica posti di sottogoverno, devasta interno e coste con un ridicolo Piano Casa, rende eterni i casotti sulle spiagge, distrugge la continuità territoriale, distrugge l’amministrazione regionale, moltiplica favori e stipendi, distrugge la ricchezza prodotta e impedisce di produrne di nuova e sostenibile, e dall’altro vorrebbe tutti i sardi giubilanti per l’insularità.
Per favore, ci si riconosca ancora intelligenza e dignità.
No.
C’è un confine.
Voi da una parte, noi dall’altra, anche se pure da questa parte ci sono ipocriti giustizialisti, mandroni calzati e vestiti che attendono che la ruota giri e dia loro un posto di lavoro, prepotenti professionisti, intriganti e specialisti dell’ingiuria e della devastazione anonima, uomini di pancia degni colleghi di quelli, omologhi, che stanno dall’altra parte.
Tutto vero.
Ma vale il confine, e personalmente il confine è un fiume di ignoranza e prepotenza al quale mi oppongo con chiunque mi trovi a fianco.
Mi chiedo: se qualcuno ha il dovere di chiamare a raccolta il popolo, dobbaimo lasciare siano gli stessi autori della disfatta?
La vita no, non è il caso di metterla in gioco. Si parla, si tenta di mantenersi limpidi, si denuncia, sapendo che le parole possono essere anche manipolate. I sardi che si sono fatti abbindolare dalle soluzioni farlocco della destra hanno molto su cui riflettere.