Oggi entrambi i quotidiani danno la notizia dell’avvenuta assoluzione di dieci consiglieri del Pd dalle accuse loro contestate per i fondi dei gruppi. Nelle cronache c’è tutto e non ho nulla da contestare ai cronisti, fuorché un avverbio. Secondo L’Unione Sarda l’indagine sui fondi ai gruppi partì dal gruppo misto della XIII legislatura (14 luglio 2004 – 18 marzo 2009) per poi estendersi ‘rapidamente’ agli altri gruppi. No, non ‘rapidamente’, ma secondo tempi e ritmi, dettati dalla Procura, che dovrebbero essere discussi e mai lo sono stati. Come pure hanno ragione coloro che hanno subito condanne dure e meno dure in questa vicenda, di esigere un confronto sinottico delle sentenze; a farlo, si manifesterebbe che per alcuni la stessa tipologia di spesa è stata motivo di assoluzione e per altri ragione di condanna.
Ho provato a raccogliere tutte le sentenze, ma ho trovato imputati inibiti e sconfitti che vogliono solo dimenticare e avvocati recalcitranti a ricostruire ciò che avrebbero dovuto fare e non hanno fatto. Una coltre di imbarazzata ingiustizia si sta stendendo su questa penosa vicenda. Personalmente credo che la gran parte dei condannati siano innocenti e che molti degli assolti siano innocenti come gli altri, ma o più introdotti nel sistema del potere giudiziario cagliaritano o più capaci nel costruire le linee difensive. Sono pochissimi quelli che hanno usato queste risorse per spese personali.
I costumi politici di vent’anni fa erano molto meno disinvolti di quelli attuali.
Viviamo tempi di impunità ostensa.
Non si era mai visto un trasferimento di risorse pubbliche ad personam varato dal Consiglio regionale in modo così sfacciato e sistematico come è accaduto con le finanziarie della scorsa legislatura.
Non si era mai visto un massiccio uso della tecnica di allocazione di risorse pubbliche presso enti pubblici minori, in modo da rendere legittima la prima linea di distribuzione del denaro, per poi affidare sempre sotto soglia le stesse risorse, a valle degli Enti destinatari, sempre alle stesse persone di un determinato e affidabile circuito.
Non si era mai vista una Procura immobile dinanzi a incarichi diretti dati sotto soglia e sviluppati sopra soglia.
Non si era mai vista una connessione così ostentata tra imprenditori e scelte politiche, tra studi professionali e ambienti politici, tra grandi gruppi nazionali e vertici dell’amministrazione pubblica, tra assunzioni e fortune politiche.
Non si erano mai viste le circolari Anac usate come salviette in bagno.
Mi hanno spiegato che a Nuoro si può delinquere a piacimento perché non riescono a indagare e quando indagano non riescono a imputare e, quando imputano, quasi mai riescono a condannare. A Nuoro governano i masso-cattolici, un ibrido politico barbaricino.
Mi hanno spiegato che a Cagliari va in onda tutti i giorni il film “Adagio, con giudizio”, cosa apprezzabile quanto a diminuzione di arresti ingiustificati, deprecabile quanto a comprensione della cappa di malaffare di piccolo cabotaggio che caratterizza la capitale sarda. Delle poche inchieste di cui si era avuta notizia negli anni scorsi, non si sa più nulla. Dei funzionari pubblici che hanno difeso la Pubblica Amministrazione non si sa più nulla: tutti puniti e marginalizzati perché abbandonati dallo Stato.
Nessuno si occupa delle vittime di cattiva giustizia, dei costi patiti, delle malattie subite, tutto viene avviato nel mattatoio dell’oblio. Eppure, dagli errori, specie da quelli indotti, si può capire chi siano i veri ‘cattivi’.
Nessuno si occupa più di massoneria, della sua capacità, per esempio, di orientare la priorità nei concorsi universitari, decidendo che i massoni precedano i laici, cioè i ‘normali’ che si fanno la carriera con le proprie forze. E poi ci sono anche i cretini che fanno celebrare ai massoni i loro trionfi nei convegni di salotto e di accrocco.
Mi hanno spiegato che oggi o si ha la certezza di perimetrare bene il reato o non si procede con l’inchiesta.
Mi hanno spiegato che l’abolizione dell’abuso di ufficio impedisce di perseguire il politico che fa la cosa più diffusa in Sardegna: favorire Tizio contro Caio.
Mi hanno spiegato che il conflitto di interessi è tutelato dalla legge, che oggi un sindaco di un piccolo comune può continuare a farlo facendo il consigliere regionale (cioè facendo il padrone del paese) e favorendo il proprio comune contro gli altri, che un presidente Anci, anzi due, possono essere presidenti Anci e contemporaneamente consiglieri regionali o impegnati nei Gabinetti assessoriali (parte e controparte), che un presidente di Camera di Commercio può essere anche dominus degli aeroporti, editore e imprenditore immobiliarista ecc. ecc. Mi hanno spiegato che anche la distribuzione a piacere del denaro pubblico o è accompagnata dalla corruzione o è difficile da colpire. Mi hanno spiegato di farmi i cazzi miei e me li farò. Però una cosa devo dirla: l’accampata moralità attuale è nulla rispetto allo scrupolo morale e politico di un tempo. Un tempo c’erano politici duri e magistrati duri; oggi viviamo nel regno del moddizzosu.
Egregio, non so della realtà barbaricina ma per quanto concerne il capoluogo, da Villasanta in poi, il sistema ha funzionato secondo quanto da Lei descritto per l’oggi (quali siano stati pertanto i magistrati “duri” me lo chiedo considerato che un magistrato non deve essere né duro né docile ma ligio alla legge). Del resto 25 anni orsono qualcuno che ben conosceva il sistema cagliaritano dall’interno preferì un insano gesto ad una nota (a lui) filosofia giudiziaria. Saluti.
Caro Paolo L ultima parte della sua nota e la più vera ossia che le abbiano detto “fatti i cazzi tuoi” conosco molto bene questo schifoso avvertimento che per i più pavidi diventa poi la scusa di fare come loro…ovvero di farsi solo i cazzi propri e il risultato è quello che racconta.Per fortuna ci sono tanti che hanno un idea diversa dei “cazzi suoi” ovvero che la politica è la cosa di tutti e che farsi i cazzi suoi vuol dire farsi i cazzi dì tutti
Caro Prof. così qui vanno le cose: molto male.
Una ingiustizia diffusa è peggio, secondo me, di una giustizia sommaria. L’ingiustizia diffusa premia i furbi, i disonesti e le varie cricche e lobby di potere a danno di coloro che pensano che esista un potere terzo ed indipendente che raddrizzi i torti e punisca chi delinque. Nulla di più sbagliato, specie in Sardegna dove antiche potenti famiglie, massonerie, chiesa, politici e giudici sono sempre collegati in qualche modo e l’ingiustizia diffusa è il risultato ben sperimentato, di una giustizia finta, di facciata, che sospetta, indaga e disturba i “poteri forti”,, senza mai giungere a nulla, lasciando che il tempo faccia scordare le malefatte ai cittadini elettori, perché nella realtà essa stessa fa parte di quel sistema a cui è avviluppata: da interessenze ed interferenze ormai indistricabili, portandola ad essere sempre più forte con i deboli e debole con i forti. L’ingiustizia uguale per tutti, diffusa, è quanto peggio possa capitare alle persone rette ed oneste, purtroppo.
NOn c’è niente da fare purtroppo,lo dico con rammarico.
Le leggi le fanno quelli che sono citati nel tuo post e quindi al popolo tocca subire.
Le tasse che paghiamo al 50% sono sprecate in costi fuori luogo, in progetti sbagliati,in stipendi doppi e emolumenti fuori da ogni ragionevole valutazione.
E guardiamo al futuro, con pessimismo….
Non esiste programmazione e educazione e scuola che possa essere al passo con le esigenze odierne.
Eppure gli stipendi di coloro che dovrebbero pensare e programmare sono potenti e importanti.
Parliamo di 200.000 partite iva chiuse ,oberate di tasse e scadenze digitali e non .
Per pagare il ticket per esami diagnostici siamo ancora alla manualità di un operatore .
Tutto questo senza poter intervenire sull’operato di coloro che hanno organizzato tutto questo.
L'(a)moralità
Un vecchio, noto, avvocato nuorese, un giorno mi disse che la “giustizia” in Italia, per chi l’ amministra è come la “pelle dello scroto” poiché si puo’ tirare da tutte le parti: In alto, in basso, a destra e a sinistra. E di conseguenza le sentenze, sono come i rapporti sessuali che spesso finiscono con una “eiaculazione precoce”, o come un “coitus interruptus” o piu comunemente con “il salto della quaglia”, oppure con una bella “inculata” quando non hai santi in paradiso e sei convinto che la giustizia arrivi dal cielo.