Oggi suggerisco ai miei pochi lettori di sfogliare e leggere Il Riformista di Piero Sansonetti.
Vi troveranno la storia dell’isolamento di Falcone; le dichiarazioni dell’allora presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati che si pronunciava contro l’istituzione della Procura Nazionale Antimafia dicendo: “Non abbiamo bisogno di un’altra cupola mafiosa”; la strana storia del fascicolo Mafia-Appalti, inviato dal Procuratore della Repubblica di Palermo Giammanco al Ministro della Giustizia, al Presidente del Consiglio (Andreotti) e al Presidente della Repubblica (Cossiga). È lo stesso dossier che il generale Mori ha sempre indicato come l’origine del suo scontro con la Procura, accusata dall’alto ufficiale di aver divulgato anzitempo le ipotesi investigative dei Ros.
Oggi in quasi tutti i quotidiani (quasi tutti, perché ve ne sono ancora molti impegnati a tacere anche l’evidenza) si parla della necessità di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta (da me proposta qualche giorno fa, prima di questa ennesima figuraccia togata, sul sito di Affari Italiani) sul funzionamento della Magistratura, cioè sul funzionamento di uno dei poteri (a mio avviso fuori controllo) dello Stato. L’occasione è l’audio di cui il Riformista ha parlato nei giorni scorsi e Rete 4 ieri, nel quale un ex giudice confessa candidamente a Berlusconi che una delle sue condanne era stata decisa non in base alle prove, ma a una valutazione politica preventiva. Capirai la novità! Tuttavia, ha ragione Martelli, intervistato sul Riformista, a dire che oggi si ha almeno un corpo del reato.
Ma ciò che più colpisce, in tutta questa vicenda, è la paura palpabile con cui se ne parla. È una paura con la quale, personalmente, mi alleno ogni giorno. Ne parla Martelli oggi nella sua intervista: è il terrore che prende ogni imputato dinanzi al rischio tangibile della privazione della sua libertà, del suo prestigio, delle sue risorse, dei suoi affetti. Su quel terrore, dice Martelli, investe il grande accusatore. Per che cosa? Per il grande obiettivo di ogni PM: la confessione. Se questo è diritto, io sono una ballerina sinuosa.
La paura è vivissima in Sardegna. Di questa tragica vicenda di giustizia parla con mille cautele la sola Unione Sarda. Per il resto, tutto tace. Tutti sanno che nell’enciclopedia degli sms Palamara c’è un pezzo rilevante della storia politica e giudiziaria recente della Sardegna, ma tutti tacciono. Perché? Per paura.
Addirittura in Sardegna si tacciono anche i gossip giudiziari, quei piccoli sgarbi che però rivelano ciò che si respira nei palazzi di Giustizia, per esempio quello di rifiutare il benvenuto al collega promosso a una carica importante perché quel collega non fa parte della tribù correntizia togata dominante nel Palazzo.
In Sardegna, e solo in Sardegna, per abitudine alla subordinazione, mentre accade che un consigliere regionale che abbia sbagliato a mettersi soldi non suoi in tasca, venga additato nei ristoranti (veri luoghi della degenerazione di massa, dove in tanti vanno solo per dimostrare che hanno soldi da buttare) come un appestato, vi siano magistrati, che so io, che siano stati condannati per aver messo il bostik nella serratura del vicino, che invece con tutta tranquillità giudicano l’operato altrui, comminino condanne e graziosamente elargiscano assoluzioni perché di loro non si sa nulla e nulla si dice. Perché? Per paura!
La paura è tale che nessun cronista unisce, come si dice in gergo, i puntini. Come si fa a unire i puntini? Faccio un esempio didascalico.
Si deve tornare al novembre 2014. La Giunta Pigliaru è in carica da 8 mesi.
La struttura burocratica della Sassari-Olbia, cioè i dirigenti dell’assessorato ai Lavori Pubblici, mi parlano della questione degli incarichi di collaudo dei lotti della Sassari-Olbia.
La procedura risulta essere fiduciaria e irregolare, con l’indicazione per i collaudi da parte della Presidenza pro tempore della Regione, su richiesta dell’ANAS, di quattro professionisti non dipendenti della Regione e su importi che avrebebro richiesto, in assenza di disponibilità interne a svolgere l’incarico, una manifestazione d’interesse.
Tutta la Regione, cioè la Direzione generale dell’Assessorato, il Direttore di Servizio, io e Pigliaru (allora era al mio fianco), si schiera contro questa procedura.
Alla fine, l’Anas revoca.
Dopo qualche mese (siamo nel 2015) io ricevo un avviso di garanzia (annunciato con le trombe dai giornali) per atti mai firmati e cariche mai ricoperte.
È l’inizio di una serie di vicende giudiziarie sul Partito dei Sardi, richieste a gran voce da alcune forze politiche (forze che hanno alzato polveroni spesso necessari a coprire il proprio operato), e attuate da chi poteva attuarle, vuoi per intossicazione colposa da ambiente alterato, vuoi per zelo infiammato dall’odore del sangue della preda potenziale.
Orsù, colleghi giornalisti, toglietevi il pannolino, bandite la paura e unite i puntini.
Io credo si debbano considerare questi comportamenti come deviati. Non è la magistratura in toto ad esser colpevole.
Io mi sono anche chiesta come mai B. abbia reso nota una telefonata personalmente ricevuta e privata soltanto ora. Può esser vero oppure no quel che dice il giudice. È una delle caratteristiche peggiori dei tempi in cui viviamo: siamo continuamente avvolti nel nero di seppia dell’ informazione nascosta, grave, ma non ripetuta nei tribunali o in pubblico. Chi può dire di non esser stato colpito dalla maldicenza? Di aver visto amici guardarti come un appestato? Chi sembrava ammirarti improvvisamente evitarti? Quanti avrebbero potuto evitarti la gogna, difenderti dall’accusa che mai ti è stata notificata? Ecco, basta un atto di coraggio di ognuno di noi per evitare che l’innocente sia condannato.
pm in cerca di colpevoli ,nominatisi a giustizieri di niente . Soldi pubblici e privati in cause senza “causa ne effetto “ avvallati da corpi armati che a volte non sanno neanche scrivere .Rinvii a giudizio senza senso !
Tutti pronti a scrivere e riportare le accuse infamanti e gli avvisi di garanzia poi dimenticano le assoluzioni e di restituire la dignità personale di indagati. e come sempre nessuna conseguenza per I magistrati scorretti. Quando finirà questo vergognoso stato di cose?