La visione padronale delle istituzioni che spesso la Lega interpreta, si traduce in azioni ispirate alla teoria secondo la quale la vittoria elettorale legittimerebbe tutto. In realtà è questa una volgare involuzione orientalista (verso Erdogan, Orban e Lukashenko) di alcuni sistemi occidentali minori, tra i quali quello della Regione Sardegna, governati da ceti dominanti tanto incolti quanto forti elettoralmente, per i quali il mandato elettorale sostituisce la sovranità della legge. Cioè, chi vince può far tutto.
C’è a chi tutto questo piace, a noi no e ci opponiamo con gli unici strumenti che abbiamo: il pensiero e la parola.
Ieri la Lega ha diffuso questa mirabile locandina, dalla quale risulta con chiarezza che essa riguarda un webinar organizzato dalla Lega, coordinato dal consigliere regionale della Lega Michele Ennas, che annovera tra i diversi partecipanti, oltre a senatori e sottosegretari leghisti, l’Assessore degli affari generali della Regione Valeria Satta e il Direttore Generale dell’Innovazione e della Sicurezza It, Riccardo Porcu. L’evento verrà trasmesso sul canale Facebook dell’on. Ennas.
Fin qui nessun problema, ognuno può fare tutti i webinar che vuole.
Il problema sorge dalla lettura del Comunicato stampa che pubblicizza l’evento, dal quale si apprende che «La diretta e gli aspetti tecnici sono curati dai responsabili informatici della Direzione generale dell’Innovazione e Sicurezza It dell’Assessorato degli Affari Generali della Regione Sardegna».
L’Assessorato degli Affari Generali della Regione Sarda e la Lega sono la stessa cosa? No.
Qualsiasi partito può valersi per i propri webinar dei ‘responsabili informatici della Direzione generale dell’Innovazione e Sicurezza It dell’Assessorato agli Affari Generali della Regione Sardegna’? Ovviamente no.
Basta invitare l’assessore perché l’Assessorato metta a disposizione i ‘responsabili informatici della Direzione generale dell’Innovazione e Sicurezza It dell’Assessorato agli Affari Generali della Regione Sardegna’? Credo proprio di no.
E allora si pone un problema di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge: i leghisti possono farlo, gli altri no. Ad alcuni dirigenti regionali che sono andati a Sardara al celebre pranzo con l’auto di servizio è stato contestato il reato di peculato d’uso, ai leghisti webinaristi sul groppone regionale nulla. Deve essere che per il webinar leghista la magistratura ronf ronf ha deciso di iscrivere l’evento nel registro del modello 46: ‘notizie di perculato pubblico’.
Il perculato pubblico è una censurabile pratica politico-sessuale, ma non è un reato. Consiste nel ‘prendere per il culo’, cioè alle spalle, d’improvviso e a fini canzonatori, più persone allocchite dall’apparenza e infagottate a parole e fuochi d’artificio nella sostanza.
Nella sostanza, il webinar sardo della Lega è della Lega, ma giacché utilizza le strutture della Regione, sembra che sia un po’ anche della Regione e che aiuti i perculati a credere che partito (Lega) e Stato (Regione) siano la stessa cosa.
E il peculato d’uso riesumato a Sardara per le macchine ma non evocato per il personale e i mezzi della Regione impegnati nel webinar leghista? Archeologia giuridica termale a scopi drammaturgici.
A che serve dire queste cose? Ad attestare che ancora esiste la genìa dei non perculabili, i quali in ogni tempo hanno resistito a tutte le manipolazioni e a tutti i raggiri propagandistici.
Dire la verità fa bene a prescindere.
Perculato…Percolato. Una sola vocale di differenza, ma sempre di schiffezza si tratta!
Egr. Prof. Maninchedda
Nella fattispecie presente, risulta estremamente calzante l’aforisma del Marchese Onofrio del Grillo.
Molti saluti.
PS) l’aforisma citato sta addivenendo a prefigurarsi come l’autentico leitmotiv dell’azione di questa maggioranza di governo. Inizia a dare un certo fastidio.
… si ant bínchidu, pardon, se hanno vinto sos perculadores, sa RAS podet èssere su regnu de sos perculadores e sos Sardos, drommidos o sonnidos o inebriati dalla Vittoria (e chentza pònnere in contu sa categoria de su “iscartu”), totu perculados.
E Solinas I re? O at a resurtare perculadu isse puru?