Bisogna sempre seguire i soldi per capire una parte del male (l’altra, quella della violenza, è un abisso).
Ieri è stata la giornata dell’annuncio della grande pensata della Regione di trasferire lo stadio dal quartiere Sant’Elia nell’area di S. Lorenzo, meglio nota come Su Stangioni.
Per capire i profondi moventi di questa proposta bisogna prima di tutto andare al catasto e vedere di chi sono queste aree.
In secondo luogo, bisogna essere saggi e chiedersi perché il toponimo sardo è Su Stangioni, un motivo ci sarà, o si vuol fare lo stesso errore fatto a Pirri quando si fece sopra il corso del fiume che garantiva il deflusso delle acque una strada denominandola Riu Mortu? Si chiama Su Stangioni perché è un grande stagno di acque meteoriche.
Questa legislatura potrebbe essere chiamata anche come quella delle Palafitte.
Il Distretto idrografico, infatti, ha inventato una nuova classificazione, la Zona H Star, nella quale, benché le aree si allaghino, sarà possibile costruire. Vedremo ora cosa altro si inventeranno per far costruire a Olbia e a Cagliari.
Ma come si fa, di questi tempi, sapendo quando sia complesso l’assetto idrogeologico dei terreni che gravitano intorno alla 554, a pensare una fesseria di questo genere? Mi ricordo che per una banalità, cioè due vasche di laminazione per proteggere Monserrato, si mosse il mondo per impedire che si facessero laddove dovevano essere fatte. Adesso la pensata geniale, milionaria, di fare lo stadio, i parcheggi e quant’altro a Su Stangioni. Viene voglia di sproloquiare. Un amico mi ha detto che ho un’etica francescana un po’ primitiva, e magari è così, ma questi che pensano solo ai soldi, sempre ai soldi, a diventare sempre più ricchi, a vivere di rendita perché non sanno fare alcun lavoro, questi mi paiono incomprensibili, volgari, rozzi, crapuloni e impuniti.
Vizio solo cagliaritano? No, assolutamente no. Si prenda il caso di Bosa. L’amministrazione comunale ha scelto di pulire il canale tombato di via Lamarmora e di convogliarvi le acque del rio S’Aladerru, nonostante la Regione gli abbia detto a chiare lettere che occorre, per rispettare la normativa vigente, realizzare un canale scolmatore. Alla riunione nella quale amministrazione e Regione si sono dette queste cose era presente anche il commissario ad acta a suo tempo nominato dalla Regione per soccorrere l’amministrazione, che si è poi, nel corso dei mesi, amministrativamente volatilizzato. Risultato? Si va verso la soluzione più pericolosa: pulizia del canale tombato dalle opere incongrue e e abbandono dello scolmatore. Anche in questo caso, ma al contrario di quello cagliaritano, bisogna sempre e solo chiedersi di chi sono le aree dove il canale dovrebbe passare. Nel frattempo, ad ogni pioggia, Bosa si allaga.
L’essere umano nasce con l’anima buona e con la cattiva; ciò detto ogni situazione che si crea nel momento che “prendono” potere, l’oscurità maligna, l’ingordigia e tutte le peggiori nefandezze si presentano e difficilmente faranno gli interessi del popolo per il quale erano stati chiamati. Questo in tutte le parti del mondo. Ciò detto bisogna tornare ad essere uniti per cercare di impedire che queste si compiano. Forza fratelli, vigilate ,leggete e denunciate
La rapacita può essere vista anche come un’opportunità per mandare a casa l’attuale compagine governativa.
Il calcio con i suoi Europei da ospitare in Italia, sono argomenti utili per dare un giusto peso agli attuali amministratori.
Nel libro di Antonio Sassu, “Un Paese a Metà”, gli amministratori sono definiti: “Classe dirigente” al nord e “Classe dominante” al sud.
Le prossime elezioni regionali, possono diventare una occasione per presentare una Classe Dirigente composta da Amministratori capaci.
Se posso, segnalerei un sito Web facilmente accessibile e gratuito, FdL – Filosofia de Logu, con contributi e temi utili.
Il 26 maggio 2022 l’Unione Sarda titolava “Nuovi ospedali, a Cagliari le ipotesi piana di San Lorenzo o Elmas”
E se fanno confusione e poi costruiscono uno stadio dotato di sale operatorie, terapie intensive e pronto soccorso?
Si tratta certo di fesserie tremende, inguardabili, impresentabili. Quella dello Stagno o se si preferisce Lago di San Lorenzo è una genialata malefica che fa capire bene se si presta attenzione quale sia la sensibilità reale di una certa schiatta di amministratori pubblici dinanzi al tema e con quanta e quale facilità la trama che regge amministratori e tecnici addetti sbraghi dinanzi a certe prospettive di “sviluppismo” (come scriveva l’ottimo G. Todde).
Aggiungo, per amor di cronaca, che il battesimo sardo della pericolosità (H) idraulica (i) con l’asterisco ossia
l’Hi*, è stato fortemente voluto da una Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna divenuta soggetto burocratico assai duttile alla politica di pilato. Tuttavia esso è stato reso possibile per il placet passivo offerto dalle Linee Guida 82/2012vdi ISPRA e dal via libera attivo (pecunia non olet) del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura, sezione ingegneria idraulica dell’Università degli Studi di Cagliari (Linee Guida-Relazione metodologica per la modellazione bidimensionale; delibera del Comitato lstituzionale n.7 del 07/04/2021) coi fantastici accordi di collaborazione….. finalizzati alla collaborazione tecnico-scientifica….(Convenzione del 20/4/2o20).
Che possiamo aggiungere? ..”vuolsi cosi colà ove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”?
No, io DIMANDAREI varie cose, per lo meno ai dirigenti dell’Agenzia (il presidente del Comitato è Solinas…figurarsi, il vice e f.f. è oggi l’ inconsapevole assessore dei LLPP). Fra le tante, ce ne è una che riguarda la recentissima e “curiosissima” modifica alle precedenti prescrizioni delle Norme di Attuazione del PAI, concernenti le aree Hi*.
Che significa questa frase (amletica):
“In fase di adeguamento dei piani urbanistici comunali generali ed attuativi, i Comuni introducono per le aree di cui ai commi 5 quater (Hi*; nota mia) norme relative al divieto di realizzazione di nuovi volumi interrati e seminterrati, alla realizzazione di interventi di adeguamento e di misure di protezione locale ed individuale, NONCHÉ ALLA IDENTIFICAZIONE DELLE FATTISPECIE IN CUI, IN RAGIONE DEL PERSEGUIMENTO DELL’ OBIETTIVO DI MIGLIORARE LE CONDIZIONI SPECIFICHE DI SICUREZZA DELLE UNITÀ IMMOBILIARI, L’ INTERVENTO EDILIZIO SULLE STESSE DETERMINA L’ OBBLIGO DI PROCEDERE ALLA DISMISSIONE IRREVERSIBILE DEI LOCALI INTERRATI E SEMINTERRATI ESISTENTI”… a me pare totale delega ai comuni su scelte che in realtà andrebbero rigidamente standardizzate (per impedire di veder morire affogati negli scantinati, anziani o malati inabili a seconda du quali scelte siano state fatte sulle “FATTISPECIE IN CUI…”.
Custu est su machine criminale de «Prus disastros b’at e menzus est: daet prus triballu, a totu cudhos chi depent cúrrere “per soccorrere”, pro curare e pro si curare, pro interrare cun tantu de “cerimonia”, pro torrare a fàghere, pro torrare a postu (???), a sas bancas e… prus dinari ammuntonant sos afaristas fintzas de su machine» ca su dinari… est fatu solu pro ispèndhere – no ndhe mànigant mancu sos canes – e annúnghere a su muntone mannu de chie lu tenet e cheret prus mannu ca depet bínchere!
Depet bínchere sa gherra.
Fúrriant totu a catramu e a tzimentu e si b’at logu de carrarzare de catramu e de tzimentu pro sa cretinada de fàghere dinari fintzas distruindhe totu e in donzi logu cun sa ‘filosofia’ istúpida de s’arrichimentu a costu de calesisiat gherra a sa zente e a su logu.
Sunt cussos de «Après moi le déluge!» ma giai prus de alluvionados in conca issoro a dolu mannu de chie e cosa e logu chi isperdent cun sa tontesa de no chèrrere cumprèndhere prus de su chi cumprendhent issos, sos alluvionados in conca.
Prus de umanos si tiat nàrrere chi sunt indiaulados, forasdómine.
Epuru podent cambiare a èssere menzus umanos. E ispèndhere e balanzare su dinari faghindhe àteru, cun profetu no solu contadu in dinari, chentza contare in dinari fintzas sa zente e a issos etotu.
Irresponsabili.