L’informazione sarda è eccitata. Chi entra, chi esce, i brogli, gli imbrogli, la costituzione, l’incostituzionalità, addirittura le persecuzioni di genere. Il tutto, in un clima euforico e da estrazioni del lotto.
Forse è opportuno ricordare che abbiamo le pezze al sedere, che il tetto del patto di stabilità quest’anno è 2,4 miliardi e le spese fisse di questa pazza Regione ammontano a 2,5 miliardi; che ci sono province intere che vivono di pensioni e assegni di cassa integrazione e di mobilità; che il Governo italiano da giugno dell’anno scorso non paga la mobilità; che il governo italiano non vuole darci 153 milioni di euro di welfare; che abbiamo una marea di società regionali commissariate; che produciamo ormai energia elettrica per le case e non per le fabbriche perché le fabbriche sono chiuse; che i nostri allevamenti ovini sono invecchiati e malati; che non riusciamo a debellare la peste suina; che siamo la regione con minore istruzione d’Italia; che lo Stato italiano ci ammazza di tasse e non ci versa 1,3 miliardi di compartecipazioni; che non nascono più bambini in Sardegna; che il primo uomo normale che si rivolge alla burocrazia regionale viene imbozzolato e moralmente ucciso nel giro di un paio di mesi; che a marzo arriverà sicuramente l’incremento della spesa sanitaria prodotto ciclicamente dalle elezioni.
Insomma, cosa cavolo c’è da essere euforici come se fosse in corso una lotteria? Nulla.
Comments on “Ma cos’è tutta questa euforia?”
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e con questa altra bomba come la mettiamo?http://www.itenovas.com/in-italia/759-statuto-speciale-regione-sardegna-tagli.html
Non c’è sviluppo senza indipendenza, non ci sarà mai cambiamento fintanto che resteremo l’ultima succursale dell’azienda pd±l nemmeno a colpi di saggi tecnici e saltinbanchi della politica.
Totò diceva è la somma che fa il capitale, e questa tornata ha dimostrato che il capitale ammonta a circa il 27.7 percento, peccato però che ancora oggi siamo a questo punto, ma forse è nella nostra natura di sardi, di quell’atteggiamento del accontentarsi della sola produzione del proprio orticello… con profonda tristezza, un giovane sardo costretto a scappare dalla propria terra per cercare una speranza! Daniele
“Insomma, cosa cavolo c’è da essere euforici come se fosse in corso una lotteria”.
È moolto semplice! Tutti coloro che manifestano felicità (tu la definisci addirittura EUFORIA), ci raccontano in esatta misura ciò per cui essi hanno lavorato in questi ultimi mesi! PER IL PROPRIO ESCLUSIVO TORNACONTO! Ad essi, da sempre, non è mai importato assolutamente nulla del bene della Sardegna! Importa loro esclusivamente il raggiungimento dei propri obiettivi personali che si traducono in poltrone e potere di decisione su questioni cruciali. Le quali, con sommo dispiacere, qualsiasi Sardo lungimirante vede perennemente assenti: i fondamentali cardini del vivere DIGNITOSAMENTE SARDO, scrivo a caso, lingua e storia antica della Sardegna.
Infatti, caro mio, è bene infilarsi dentro al bozzolo perché cosa fuori accada, dovrà essere cura e preoccupazione d’altri dirimere, non possiamo fare tutto noi!
Èuno degli interventi più incisivi che abbia letto nell’ultimo periodo. Diretto e senza fronzoli. Come dovrebbero essere i politici, ma anche i giornalisti, ma anche i comuni cittadini. Per capire e per riflettere su cosa serve oggi e su cosa non serve e anzi danneggia la possibilità di trovare il bandolo della matassa nella difficoltà che ci troviamo ad affrontare.
È una riflessione che dovrebbe essere sempre presente nelle riunioni di partito, nelle riunione di giunta, nelle chiacchierate fra amici. C’è poco da esultare, c’è invece da tirar fuori il meglio di noi per salvarci e dare un futuro ai nostri figli. Con onestà e impegno. Buon lavoro!
Solo una domanda: ma tutto ciò giova a qualcuno?
Lo avevo già accennato a Franciscu per altro motivo alcuni giorni fa, qualcuno evidentemente continua ad approfittare del fatto che la cassazione ha invalidato la Bossi-Fini, con la risultanza del manifestarsi di esibizioni e dichiarazioni a dir poco fuori luogo, da parte di persone che a loro dire, per conto di questo o quest’altro, dovrebbero anche assurgere a importanti responsabilità pubbliche.
Mi viene in mente, un aneddoto legato al grande poeta Remundu Piras, che alla sua domanda sul chi fossero gli accompagnatori contattati dal comitato locale per una delle abituali serate dedicate al canto in poesia, resosi conto del dubbio contributo artistico che gli stessi, giovani ed inesperti, avrebbero potuto apportare, approfittando del fatto che tale gruppo proveniva da un paese il cui nome suonava “ …..ai”, consegnò alla sufficienza del comitato in questione una delle Sue estemporanee quanto fulminanti espressioni: ohi, ahi, faghide bona festa!!!